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Solitario e unico come Silvio. Storia del pellicano che ha scelto la Sardegna come casa

Foto: Gigi Demontis

Si chiama Silvio, dal nome del famoso scrittore e patriota italiano Silvio Pellico, ma di patriottismo ne ha ben poco. Lui, un esemplare di pellicano (pelecanus onocratalus), che nel 2008 nel corso di una migrazione dall’Africa all’est Europa decise che il Parco Molentargius Saline, fra Cagliari e Quartu Sant’Elena, sarebbe diventato la sua nuova casa.

Foto: Gigi Demontis

Silvio, come lo hanno ribattezzato gli operatori del Parco, è arrivato a Molentargius 10 anni fa insieme ad altri 35 individui. In quel periodo furono in totale circa 50 -60 i pellicani che arrivarono in Sardegna e si stabilirono in diverse zone umide, come lo stagno di Casaraccio (SS), Sa Praia a Muravera, e in mare a Kal’e Moru. L’arrivo nell’isola di questi esemplari fu un evento del tutto eccezionale, preceduto soltanto da alcuni avvistamenti nel 2002 e 2003 e da alcune testimonianze del 1800 dell’archeologo e naturalista Gaetano Cara, che nei suoi scritti racconta di un esemplare ucciso nel fiume Saccargia (SS).

Come hanno ricordato gli ornitologi Carla Zucca e Sergio Nissardi commentando la presenza di Silvio a Molentargius, la specie del pellicano nidifica dal mese marzo-aprile nelle zone orientali dell’Europa – delta del Danubio in Romania, aree del mar Nero orientale – e dell’Egitto, mentre è stabile in alcune aree a sud del Sahara. Le migrazioni dei pellicani fra Africa e Europa seguono quindi delle rotte ben precise e fra queste la Sardegna non è inclusa. Da qui gli studiosi hanno dedotto che il gruppo migratorio con il quale Silvio è arrivato nell’isola si stesse dirigendo proprio verso l’est Europa, ma qualche perturbazione lo avrebbe fatto sostare in Sardegna.

Foto: Filippo Melis

Del gruppo che arrivò nel 2008, alcuni esemplari vennero trovati morti, mentre dei 35 ospiti nel Parco 33 volarono via dopo un mese, due rimasero ancora fino a che per ragioni sconosciute non ne restò un unico esemplare. Solo, in un ecosistema che non annovera i pellicani fra le sue specie più tipiche, Silvio ha trovato ugualmente di che vivere. La sua permanenza stabile fra le varie zone del Parco è possibile grazie al pesce che riesce a trovare negli stagni: «Qui ha a disposizione pesce a volontà – spiega Luisanna Massa, biologa referente del settore ambiente del Parco Molentargius Saline – si ciba sicuramente anche delle carpe che abbondano nel Bellarosa minore e nel Perdalonga».

La sua silhouette non è certo quella di un fenicottero e forse è per questo che proprio i fenicotteri, racconta Luisanna Massa, «non reagiscono bene alla sua vicinanza: probabilmente si spaventano per le sue dimensioni». Snobbato dai fenicotteri, principi di Molentargius, Silvio non si è affatto scoraggiato e ha saputo ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto fra le altre specie dello stagno, come le garzette e gli aironi, riuscendo, a quanto sembra, a farsi accettare. Pur spostandosi fra i vari stagni, dal Bellarosa maggiore al Bellarosa minore, dall’ecosistema Filtro al Perdabianca, Silvio ritorna infatti stabile nella garzaia del Parco: «Quando si insedia la garzaia nel canale di deflusso del Bellarosa minore, dove nidificano le garzette e altri aironi – prosegue la biologa – spesso lo si incontra lì».

Silvio nella garzaia. Foto: Filippo Melis

Ma in un’ottica naturalistica, è lecito chiedersi quale sarà il destino di Silvio, che fino ad ora non ha avuto la possibilità di riprodursi? Dovrà aspettare la sua anima gemella, se mai di passaggio nei cieli sardi si accorgesse per caso anche lei che la Sardegna è un bel posto, per un pellicano, per vivere. Per ora Silvio si accontenta dei suoi numerosi e ospitali coinquilini, con i quali condivide pacificamente alcuni spazi ma non il cibo, e non ha alcuna intenzione di andarsene. Forse perché, come spiega Luisanna Massa: «La migrazione dei pellicani solitamente avviene in stormi e lui è l’unico individuo nella zona».

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