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Oliviero Diliberto e la prima intervista dopo 5 anni di silenzio. Ora insegna diritto romano in Cina

Il politico, giurista e docente cagliaritano Oliviero Diliberto rilascia la sua prima intervista dopo una pausa di 5 anni. Con un passato nel Partito Comunista Italiano e nel Partito della Rifondazione Comunista, è stato Ministro di grazia e giustizia dei due Governi di Massimo D’Alema. Passato nel 1998 al Partito dei Comunisti Italiani, nel 2000 ha sostituito Armando Cossutta come segretario nazionale del partito, carica che ha rivestito fino al 2013.

Diliberto non dà interviste dal 2013, “da quando la mia parte politica fu sconfitta disastrosamente” e il suo giudizio di oggi, nell’intervista al Corriere della Sera, non ammette repliche: “La mia generazione ha fallito. Il suo unico dovere morale è scomparire“. Venti anni fa è stato ministro della Giustizia, governo D’Alema. Ora la sua vita è cambiata, anche se l’insegnamento ha sempre fatto parte della sua vita: sta insegnando il diritto romano alla Cina, nell’ateneo di Wuhan, la città con 200 università e 10 milioni di abitanti a oltre mille km da Pechino. Di più: sta aiutando il governo di Xi Jinping ad adottarlo nel proprio codice civile.

Ha parole di elogio per il presidente cinese, “ha avviato una campagna di riforme mai vista prima”, fra cui “lotta alla povertà, Stato fondato sul diritto, contrasto alla corruzione. Che significa anche morigeratezza”. Nessun problema per il mandato a vita, anche perché “Roosevelt fu presidente degli Stati Uniti per quattro mandati e ne avrebbe fatto un quinto se non fosse morto”. C’è la pena di morte e il record mondiale di esecuzioni capitali, ma “c’è anche negli Usa e nessuno si indigna. Con la differenza che gli americani avrebbero dovuto abolirla, perché in fatto di diritti umani hanno una tradizione che in Asia non esiste. Invece non riconoscono neppure la Corte penale internazionale dell’Aja”.

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