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Grazie Sgarbi, ora sappiamo che a Cagliari viaggiamo sicuri e siamo tutti uguali

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Ieri Vittorio Sgarbi ci ha dato una notizia: A Cagliari i lavoratori aeroportuali sono persone molto serie. Addirittura troppo secondo il celebre critico d’arte. Infatti gli operatori addetti ai controlli  del principale scalo della Sardegna si sono “permessi” di sequestrargli una boccetta di schiuma da barba e hanno “osato” chiedergli di levare la cintura prima di passare nel metal detector.

Chi viaggia frequentemente sa che prima di attraversare lo scan del metal detector, dovrà essere privo di qualsiasi oggetto metallico indosso, dalle monete alla cintura passando per le scarpe, se quel giorno si è deciso di optare per lo stivale o lo scarpone. I liquidi vanno sistemati in un’apposita bustina trasparente  e ognuno di essi deve essere contenuto in recipienti non superiori ai 100 millilitri. Pc e tablet – questa frase è quasi proverbiale in ogni aeroporto – nell’apposita vaschetta. Funziona così più o meno da 17 anni a questa parte, dal giorno in cui i cieli non furono più sicuri come prima, e tutti sappiamo perché.

Osservare queste regole significa rispettare le leggi e le norme adottate da questo Paese in armonia con il resto dell’Unione europea e del mondo. Se quindi Vittorio Sgarbi si presenta ai controlli con una boccetta di schiuma da barba superiore ai 100 millilitri a «non essere in Italia» non è Cagliari, ma Vittorio Sgarbi. Se negli altri aeroporti da lui citati gli è capitato di non essere obbligato a osservare queste regole – e fino a prova contraria non è dimostrabile che questo sia successo – ora sa che gli addetti ai controlli dell’Aeroporto Mario Mameli sono persone che lavorano seriamente e che trattano lo studente fuorisede e Vittorio Sgarbi o qualsiasi altro parlamentare nello stesso identico modo.

Dobbiamo quindi ringraziarlo perché ha portato alla ribalta non una crudele vessazione nei confronti della sua persona, ma un esempio di serietà, onestà e rettitudine. E anche di necessaria rigidità, in un contesto come quello aeroportuale che alla luce dell’attualità degli ultimi anni è una garanzia di sicurezza. 

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