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Apre un ristorante a Barcellona e per dare lavoro ad altri sardi rinuncia agli aiuti fiscali: Michela Placido, una cagliaritana dal cuore d’oro

Apre un ristorante a Barcellona e per dare lavoro ad altri sardi rinuncia agli aiuti fiscali: Michela Placido, una cagliaritana dal cuore d’oro.

Michela Placido, cagliaritana, compie uno splendido gesto di generosità, apre un ristorante a Barcellona e cerca 7 sardi trasferiti nella città spagnola, da inserire nel suo staff, e per farlo rinuncia alle agevolazioni fiscali: «Vorrei evitare loro le difficoltà che incontrai io appena trasferita qui». Nell’articolo tutti i dettagli per chi fosse interessato».

2010. Un lavoro a tempo determinato in una grande azienda, una casa di proprietà a Cagliari, ma Michela non è felice. Non è quello che vuole fare nella vita. Vorrebbe aprire un ristorante nella sua città, così lascia un lavoro sicuro per dedicarsi al suo sogno e chiede un prestito, un fondo europeo. Per ottenerlo si affida alla consulenza di un esperto che purtroppo dopo qualche tempo si rivela un truffatore, ma lei coraggiosamente denuncia il fatto anche a Le Iene, insieme ad altri ragazzi cagliaritani truffati come lei. Momentaneamente Michela deve rinunciare al suo sogno. Ma l’anno scorso ci riprova: «Se non sei felice non devi restare dove sei e piangerti addosso », racconta Michela, «quando  vuoi veramente una cosa devi combattere per ottenerla». Ma questa volta cambia città. A Cagliari aprire un ristorante è troppo difficile, così la 35enne cagliaritana sei mesi fa decide di trasferirsi a Barcellona, si rimbocca le maniche e compra una licenza, perché in Spagna funziona così. Ha le idee chiare: vuole aprire un ristorante di cucina esclusivamente sarda, ma è certa, e come darle torto, che una volta che i clienti assaggeranno i nostri piatti tipici li gradiranno tanto da volerseli portare a casa. Così la sua attività prevede anche la vendita di prodotti tipici sardi, in questo modo farà lavorare un po’ di più alcune aziende sarde. Barcellona è una città che accoglie moltissimi studenti, quindi con grande lungimiranza, Michela nel suo locale prevede anche uno spazio pizzeria per assecondare le esigenze di chi preferisce un pasto più semplice e veloce. Ma non basta, strizzando l’occhio all’abitudine tutta spagnola dell’aperitivo  con le Tapas, Michela predispone anche un angolo degli aperitivi, ma le Tapas saranno “alla sarda”: taglieri in legno con salumi, formaggi, marmellate e miele  nostrani. Per realizzare questo progetto servono 7 figure professionali: 1 cuoco, 1 aiuto cuoco, 2 pizzaioli, 2 cameriere e 1 barman. E Michela li cerca tutti sardi. «Quando sono arrivata a Barcellona ero sola, cominciavo da zero, mi sentivo molto sola» spiega Michela, «mi avrebbe tanto aiutato avere qualcuno a cui appoggiarmi. Per questo offro lavoro ai sardi trasferiti a Barcellona: è incredibile  quanto sia consolatorio sentire qualcuno parlare in  Sardo quando sei lontano da casa!». Questo gesto è più generoso di quanto non si pensi, infatti per assumere personale sardo, Michela sta rinunciando alle agevolazioni fiscali di cui godrebbe assumendo personale spagnolo. I candidati che intendono proporsi devono essere già trasferiti a Barcellona e in possesso del NIE, il documento rilasciato dalle autorità spagnole necessario per l’assunzione.  Il ristorante si chiamerà “Marinella”, come la amata nonna di Michela, e aprirà in Calle Clot 179, il 28 aprile, per questo è necessario che i candidati siano già in possesso del NIE. Ma se non avete questo requisito non disperate, perché Michela è un vulcano di idee, a breve intende far partire altre iniziative imprenditoriali e le serviranno altri collaboratori rigorosamente sardi. Tutti quelli che fossero interessati, inclusi i fornitori che volessero collaborare con Michela possono scriverle a questo indirizzo: info.marinellabcn@gmail.com . «In Sardegna la mentalità imprenditoriale è limitata dall’egoismo, rimane circoscritta alle iniziative individuali, sto provando a cambiarla, bisogna fare lavoro di squadra a cominciare dalla mia attività:  sono pronta a lavare i piatti se serve, a lavorare fianco a fianco  con i miei collaboratori, a dividere la mance in parti uguali tra tutti, solo così si vince ». In bocca al lupo, Michela.

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