Site icon cagliari.vistanet.it

Carnevale in Sardegna: a Sestu la festa si chiude con Mustayonis e S’Orku foresu

Kranovali Sestesu, le maschere tradizionali - Foto di Simon Ska Photography, Fonte Simon Ska Photography, pg FB

Ultimo giro sulla travolgente giostra del carnevale isolano, in cui tanti sono i volti che abbiamo incontrato, alcuni cupi, altri sorridenti, ma tutti unici e capaci di suscitare emozioni indimenticabili. Cala, quindi, il sipario sulla festa più irriverente dell’anno, un vortice di maschere, rappresentazioni, carri allegorici e sfilate, che in queste settimane ci ha travolto tra divertimento ed euforia e ci ha fatto scoprire le tradizioni carnevalesche più affascinanti della Sardegna. Non tutto è concluso, però. C’è ancora tempo per un’ultima corsa, un ultimo scorcio di scherzi e risate, ed ecco perché, oggi, la folle giostra del carnevale isolano ci riporta nel Campidano, e più precisamene a Sestu, dove il carnevale è un momento speciale, una festa a colori che offre un’atmosfera al contempo moderna e tradizionale.

A Sestu, il carnevale – noto anche come su “Kranovali Sestesu” – è caratterizzato da una pantomima dal carattere propiziatorio, in cui morte, acqua, terra e rinascita si mescolano sullo sfondo di sonagli apotropaici, canne sbattute, e di un doveroso sacrificio, volto a favorire la fecondità della terra. Risalire alle origini di questa rappresentazione e delle figure che ne sono protagoniste non è semplice, anche se, probabilmente, si riallaccia ad un remoto culto agrario, volto a ingraziare la forza della natura e a ottenere un proficuo raccolto. Al centro di questa magica rappresentazione ci sono “S’Orku foresu” e “Is Mustayonis”, figure del passato sopravvissute nella memoria degli anziani del paese che le ricordavano nelle parodie carnevalesche antecedenti la Grande Guerra. Oggi, questi suggestivi personaggi rivivono grazie ad un gruppo cittadino spontaneo, “Mustayonis e S’Orku foresu”, nato nel 1997 e tramutatosi nel 2001 in Associazione culturale, con lo scopo di tutelare il carnevale tradizionale sestese, approfondendo e incentivando gli studi sulle sue peculiarità.

Kranovali Sestesu, momenti della festa – Fonte Is Mustayonis e S’Orku Firesu – Sestu, pg FB

L’affascinante pantomima di “Mustayonis” e “S’Orku foresu” va in scena, per la prima volta durante l’anno, tra il 19 e il 20 gennaio, in occasione dei fuochi per San Sebastiano. Nella loro azione scenica, ” Is Mustayonis” sono i guardiani dei campi, mentre “S’Orku foresu” è una maschera zoomorfa e rappresenta l’animale, la vittima da condurre in sacrificio. I primi indossano abiti logori e sonagli in bella vista, mentre il loro capo è avvolto da fazzoletti scuri: procedono in gruppo lungo il corteo, armati di verghe d’olivastro e canne, strumenti che permettono di tenere a bada l’animale. “S’Orku foresu”, invece, è avvolto in una pelle scura d’animale e porta lunghe corna sul capo: carico di campanacci e legato alla vita da una corda tenuta all’estremità da “Is Mustayonis”, incede lento nel percorso, si agita e si dimena, cercando di fuggire al controllo dei suoi guardiani.

Kranovali Sestesu, la maschera de S’Orku Foresu – Foto di Simon Ska Photography, Fonte Simon Ska Photography, pg FB

Kranovali Sestesu, la maschera de S’Orku foresu – Fonte Is Mustayonis e S’Orku Foresu – Sestu, pg FB

Durante il tragitto, “S’Orku” verrà strattonato, gettato a terra e percosso con i bastoni, mentre alcuni “Mustayonis” lo accerchieranno e, battendo rumorosamente le canne attorno a lui, gli grideranno: «S’Orku foresu pedditzoi!». E, così, “S’Orku”, legato, spinto e pungolato, resterà esanime sul terreno, ma, in un gesto che rappresenta la ciclicità della vita, basterà gettare un po’ di paglia e un rivolo d’acqua per vederlo rinascere, come la terra dopo l’inverno, pronto a cominciare da capo la sua pantomima.

Kranovali Sestesu, S’Orku Foresu esanime a terra – Foto di Simon Ska Photography – Fonte Simon Ska Photography, pg FB

In questa magica e suggestiva rappresentazione, “S’Orku”, cupa figura dell’arcaico mondo rurale, rappresenta un animale non presente nel territorio del Campidano. Secondo alcuni studiosi, potrebbe essere il frutto del timore ancestrale degli uomini sulle figure demoniache, oppure una maschera “foresa” (esterna), di origini non autoctone, arrivata da altri centri dell’interno. “Is Mustayonis”, anche loro espressione della cultura rurale, sarebbero simbolo di un potere scaramantico e propiziatorio, capace di salvaguardare la terra e i suoi frutti, proteggendola da carestie, spiriti maligni e malocchio: ancora oggi, su “Mustayoni” è un fantoccio, guardiano dei campi, scelto per spaventare gli uccelli e proteggere il futuro raccolto.

Kranovali Sestesu, Is Mustayonis – Foto di Simon Ska Photography, Fonte Simon Ska Photography, pf FB

Is Mustayonis”, inoltre, sono protagonisti di un altro antico rituale della cultura rurale, un rito propiziatorio basato sull’aratura, inscenato insieme alle maschere de Su Jù”, figure zoomorfe simili a buoi, e de “Is Carrogas”, le cornacchie. Due “Jù”, legati insieme ad un antico aratro, solcano la terra, seguiti da “Is Mustayonis” che procedono nella semina. Il futuro raccolto, però, è minacciato dalle malefiche figure de “Is Carrogas” e così “Is Mustayonis”, armati di campanacci e “zaccareddas”, pertiche in canna, generano un forte rumore con l’intento di allontanare i malefici uccelli ed esorcizzare qualsiasi entità maligna che possa danneggiare il loro lavoro.

Kranovali Sestesu, Le maschere tradizionali de Su Ju e Is Carrogas- Foto di Simon Ska Photography, Fonte Simon Ska Photography, pg FB

Kranovali Sestesu, la figura maglina de Is Carrogas, Foto di Simon Ska Photography, Fonte Simon Ska Photography, pg FB

Oltre a “S’Orku” e “Is Mustayonis”, altra particolare figura del carnevale tradizionale di Sestu è quella de su “Pilloni indoviadori”. È un uomo mascherato, il cui volto è coperto da una sorta di saio scuro che lascia visibili solo gli occhi e la bocca: accompagnato da due figure che suonano “su sulittu” e le “launeddas”, porta con sé una gabbietta con all’interno un animale, un galletto. La gabbietta, che originariamente conteneva un gatto nero, è chiamata “pilloni pisca indovinellus” e sulla sua sommità possiede degli appositi monconi di canna che contengono, appunto, degli indovinelli: su “Pilloni indoviadori” coinvolge la gente, specie le ragazze, in un gioco divinatorio con auspici e prognostici sul futuro, invitando ad estrarre gli indovinelli dalla gabbia.

Kranovali Sestesu, la maschera de su Pilloni Indoviadori – Foto di Simon Ska Photography, Fonte Is Mustayonis e S’Orku Foresu – Sestu, pg FB

A Sestu, infine, non mancano baldoria, maschere moderne, sfilate e grandi abbuffate. Accanto a queste figure ancestrali, che rendono su “Kranovali Sestesu” un evento unico da assaporare, c’è spazio anche per la musica, i colori dei carri allegorici e il consueto processo al Carnevalone, tra balli, zeppolate e degustazione di “cixiri e lardu”.

 Guarda la gallery
 Carnevale in Sardegna: Sestu 15  

Se volete chiudere la festa più folle dell’anno con l’atmosfera moderna e tradizionale de su “Kranovali Sestesu”, l’appuntamento è per il 18 febbraio, dalle ore 15.00, in via Vittorio Veneto.

Si ringrazia sentitamente il fotografo Simon Ska Photography per la gentile concessione dei suoi scatti, presenti in questo articolo.

Exit mobile version