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Carnevale in Sardegna: a Villaputzu si festeggia con “Is Mascaras legias” e “Is Faciolas”

Villaputzu, scene del carnevale - Foto di Simon Ska Photography, Fonte Simon Ska Photography pg FB

In tutta l’Isola ormai si respira un’aria frizzante e gioiosa e l’atmosfera del carnevale si accinge ad avvolgerla per momenti di giubilo ed euforia. Profumo di frittelle, scherzi, risate, e l’esplosione dei colori delle maschere più strambe, annunciano l’arrivo del periodo più pazzo dell’anno, una giostra di personaggi, rappresentazioni, pantomime e sfilate che ci conduce alla scoperta dei volti carnevaleschi più affascinanti della Sardegna. Oggi, questa folle giostra girerà nel Sarrabus, e più precisamente a Villaputzu, per farci vivere una festa particolare, all’insegna del folclore e del divertimento sfrenato, che ogni anno richiama numerosi visitatori, attratti da un vero e proprio vortice di maschere, sfilate e carri allegorici, ma anche di suggestive figure passate, frutto di antiche tradizioni.

A Villaputzu, il carnevale – noto anche come Carnevale Sarrabese – è una delle festività caratteristiche, molto attesa dalla comunità locale e altrettanto condivisa da quelle limitrofe, che qui accorrono da tutto il Sarrabus, ma anche dal Trexenta, dall’Ogliastra, dal Gerrei e dal Cagliaritano, per partecipare a quel circo di maschere e colori che letteralmente invade le vie del centro. È anche un evento che ogni anno richiama un nutrito pubblico, turisti e curiosi provenienti da tutta la Sardegna e non solo, che qui giunge per assaporare momenti di modernità e che piacevolmente viene sorpreso da una suggestiva atmosfera legata alla tradizione. È una festa travolgente e genuina quella del Carnevale Sarrabese che, da ventiquattro anni ormai, allieta grandi e piccini, con cortei di mastodontici carri allegorici, sfilate esilaranti, volti mascherati, ma anche musica, balli, e grandi abbuffate. Momenti di leggerezza e allegria che esplodono nell’ultima domenica del carnevale con il grande raduno dei carri presso la piazza Galileo Galilei, i quali, magistralmente addobbati, sono pronti a prendere il largo per le vie del paese, accompagnati da un folto corteo di maschere colorate.

Villaputzu, i carri del Carnevale Sarrabese – Fonte www.ilturista.info

Non solo sfilate moderne e coriandoli, però. A Villaputzu, il volto del carnevale indossa anche un’altra maschera, una maschera arcaica, espressione delle ataviche tradizioni locali, riscoperta grazie ai racconti degli anziani del paese e che, oggi, rivive, insieme a suggestivi rituali passati, grazie al certosino lavoro della Pro Loco, che con quei racconti ne ha ricostruito storia e caratteristiche. Da qualche tempo, infatti, in questo meraviglioso centro della Sardegna sud-orientale, va in scena un carnevale antico ed etnico, la cui storia comincia in epoca pre-romana e si collega al culto di Dioniso, dio padrone della natura.

Villaputzu, maschera etnica de Sa Faciola – Foto di Simon Ska Photography, Fonte Simon Ska Photography pg FB

Villaputzu, altri momenti del carnevale – Foto di Simon Ska Photography, Fonte Simon Ska Photography pg FB

Villaputzu, la maschera de Sa Faciola – Foto di Simon Ska Photography, Fonte Simon Ska Photography pg FB

Anticamente, durante il carnevale, a Villaputzu erano “Is Faciolas” a imperare: strane figure con il volto coperto da pelli di coniglio, risalenti al XVIII secolo, che si rendevano protagoniste di affascinanti rituali propiziatori, caratteristici del passato mondo rurale. “Sa Faciola” è una divinità ricorrente nella mitologia e nella cultura dell’Isola – e specialmente nel Sarrabus – che si appropria di un significato ben preciso: era la divinità della natura, spesso riconosciuta in Dioniso, e identificata, dopo l’avvento della Cristianità, in demone o, addirittura, nel demonio stesso. Fino al secolo scorso, i contadini e i pastori del posto invocavano una speciale formula: «Sa Faciola, keret aba su laore o keret aba su sikkau» – ossia – «Pelle di coniglio, chiede l’acqua il campo seminato, chiede l’acqua il campo arido». In questo modo si intendeva scacciare il malocchio e, in attesa della pioggia, si sperava per un proficuo raccolto. E così, alcune decine de “Is Faciolas” vagavano per le vie del paese, scuotendo rumorosamente dei campanacci e trascinando antichi attrezzi agricoli: seminavano il panico per i rioni e andavano di porta in porta, bussando specialmente all’uscio dei grandi possidenti agrari, per la tradizionale questua che consisteva in un po’ di vino o in frittelle. A seconda dell’accoglienza ricevuta, dispensavano la buona sorte, distribuendo del grano, o quella cattiva, spargendo della cenere sull’uscio della casa e gettandosi a terra come invasati, in segno di malaugurio.

Villaputzu, il corteo de Is Faciolas – Fonte Pro Loco Villaputzu pg FB

Villaputzu, il corteo de Is Faciolas – Foto di Simon Ska Photography, Fonte Simon Ska Photography pg FB

Villaputzu, scorci del carnevale – Foto di Simon Ska Photography, Fonte Simon Ska Photography pg FB

La maschera de “Sa Faciola” – simbolo etnico del carnevale villaputzese – rappresenta una sorta di “uomo coniglio” e si afferma protagonista di un rito legato all’agricoltura e alla pastorizia, volto a ottenere un buon raccolto o il buon andamento del bestiame. “Is Faciolas” simboleggiano la vita quotidiana nei campi, quali l’aratura, la semina, la rottura delle zolle, il pareggiamento del terreno e la raccolta del grano. Non a caso, infatti, il rituale inscenato è abbinato all’impiego dell’aratro in legno di ginepro e di altri strumenti contadini, quali “su tragu”, un grosso fascio d’olivastro, ma anche zappe e falci, e rievoca la semina e la mietitura del grano, in segno di buon auspicio per un buon raccolto. “Sa Faciola” ha il volto coperto da una pelle di coniglio e indossa abiti femminili da lutto: “sa gunnedda” (la gonna), “su gipponi” (camicia), “su sciallitu” (lo scialle) e “su pannisceddu de conca”, il classico fazzoletto copricapo. Ancora una volta, oggi come allora, “Is Faciolas” vagano in gruppo per le vie del borgo, con campanacci e vecchi attrezzi agricoli, con l’intento di seminare scherzosamente il panico tra i presenti. Alcune maschere, inoltre, rievocando la semina, spargono il grano sul selciato e lo gettano anche addosso alle persone, recitando il tradizionale saluto di «saludi e trigu», un vero e proprio augurio di prosperità e abbondanza.

Villaputzu, il carnevale etnico con Is Faciolas

I riti de Is Faciolas, Foto di M.G. Sanna, Fonte Pro Loco Villaputzu pg FB

Villaputzu, gli strumenti agricoli de Is Faciolas – Fonte Pro Loco Villaputzu pg FB

Oltre a “Is Faciolas”, a Villaputzu si possono incontrare anche altre maschere dell’antico carnevale. Qui, la festa, come in tutti i centri dell’Isola, rappresentava un momento di rottura con il quotidiano. Accantonati i problemi, ci si dedicava al divertimento, allo scambio dei ruoli e alla trasgressione: gli uomini vestivano da donne, e le donne si “trasformavano” in uomini. In quelle intense giornate, nelle vie del paese riecheggiava il fragore di coperchi, pentolini e cucchiai di legno, agitati da “Is Mascaras legias” (le maschere brutte) che, in gruppo, accompagnate dal ritmo de “su solittu”, un piccolo flauto di canna, attiravano l’attenzione per guadagnare qualche frittella o un bel bicchiere di vino. All’epoca, per trasgredire e dar vita a “Is Mascaras legias” bastavano pochi e poveri oggetti: era sufficiente rovistare nell’armadio della nonna, alla ricerca di vecchi scialle e fazzoletti per il capo, mentre una semplice busta di carta celava il viso. Ciò che contava era la fantasia e l’obiettivo era quello di nascondere la propria identità, trasformandosi e rendendosi brutti: ecco perché questo travestimento è chiamato “mascara legia”, maschera brutta.

Villaputzu, il carnevale antico e Sa Mascara Legia – Fonte Pro Loco Villaputzu

Se volete assistere al carnevale etnico di Villaputzu con “Is faciolas” e i loro riti e al fragore de “Is Mascaras legias”, l’appuntamento è per il prossimo 13 febbraio, dalle ore 17.00 in piazza Marconi. Se, infine, volete farvi travolgere dalla magica atmosfera del famoso Carnevale Sarrabese, l’appuntamento con il consueto corteo dei carri allegorici è per domenica 25 febbraio. Per maggiori informazioni potete consultare la pagina Facebook ufficiale della Pro Loco di Villaputzu.

Per le informazioni e le foto presenti in questo articolo, si ringrazia sentitamente la Pro Loco di Villaputzu. Un sentito ringraziamento anche al fotografo Simon Ska Photography per la gentile concessione dei suoi scatti.

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