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«No al “parco minestrone”». Il GrIG contro l’istituzione di un parco unico fra Sella del diavolo, Santa Gilla e Molentargius

Foto: Andrea Scano

«La Giunta regionale sarda insiste per la realizzazione di un autentico “parco minestrone”, tanto esteso quanto ingestibile per la gestione dei gioielli ambientali dell’area vasta di Cagliari». Il GrIG, Gruppo di intervento giuridico, e Amici della Terra onlus Cagliari, manifestano con queste parole il suo dissenso nei confronti del grande progetto regionale di istituzione di un unico parco naturale comprendente lo Stagno di Molentargius, le Saline, lo Stagno di Santa Gilla e la Sella del Diavolo.

Le intenzioni della Giunta Pigliaru su questo fronte erano chiare sin dal 2016 quando, con la deliberazione n. 32/2 del 31 maggio 2016, ha avviato, su richiesta dei Comuni interessati, un percorso istituzionale che portasse alla realizzazione del grande e unico complesso naturalistico. Ma sul progetto si sono sollevate di nuovo le critiche del GrIG dopo che, nei giorni scorsi, in occasione della Giornata mondiale delle zone umide, l’Assessore regionale della programmazione Raffaele Paci ha parlato di nuovo del progetto.

«Le intenzioni saranno pure le migliori, – si legge in una nota stampa congiunta del GrIG e Amici della Terra club di Cagliari -, ma il programma sembra delineare un “parco minestrone”, dove buttar dentro tutto e il contrario di tutto e non combinare molto di buono per un’efficace salvaguardia del patrimonio naturale e storico-culturale di autentici gioielli del Mediterraneo».

L’impossibilità di riunire sotto un unico intervento aree naturalistiche con problemi diversi tra loro, è dimostrata secondo il GrIG da questioni serie anche in relazione alla futura gestione di quello che, secondo il Gruppo, diventerebbe con molta probabilità «un carrozzone» e non un consorzio di gestione qualunque. L’opposizione al progetto riguarda anche i fondi pubblici che saranno investiti e che ammontano a 4 milioni di euro; ma non sono i primi fondi che vengono investiti nelle tre diverse aree naturalistiche in questione se si pensa che – spiega la nota – «il Parco naturale regionale “Molentargius-Saline”, istituito fin dal 1999, dopo l’investimento di centinaia di milioni di euro di fondi pubblici, ancora si dibatte fra problemi gestionali da “a, b, c” delle aree naturali protette, come l’ordinaria vigilanza sulle zone di nidificazione dell’avifauna selvatica, la repressione dell’abusivismo edilizio, la lotta al vandalismo, il contrasto ai vari fenomeni di inquinamento, ai ripetuti incendi dolosi, fino al drammatico e impunito scenario da Terra dei Fuochi in salsa campidanese in quel di Quartu S. Elena».
Anche la gestione dello Stagno di Santa Gilla è nel mirino delle critiche: «A fronte di centinaia di milioni di euro di fondi pubblici spesi a partire dagli anni ’80 del secolo scorso per effettuare il risanamento ambientale di discariche e scarichi abusivi di origine industriale, la zona umida è sostanzialmente in balìa del degrado.  Perdurano discariche abusive e inquinamenti di
origine industriale, basti pensare al disastro ambientale determinato dagli illeciti inquinamenti causati dagli impianti Fluorsid».

Negli anni ’90, lo Stagno di Santa Gilla è stato destinatario di un progetto finanziato da 2.885.445 euro di fondi comunitari con il programma LIFE che ha visto la creazione nel 1997 di un consorzio intercomunale fra Cagliari (capofila), Assemini, Elmas e Capoterra. Gli interventi previsti dal progetto LIFE Natura “Gilia” hanno riguardato anche la realizzazione di percorso naturalistico di visita dello Stagno di Capoterra; percorso che – come ricorda il GrIG verso oggi in stato di abbandono:  «Le canne di protezione sono in gran parte divelte, le postazioni di ricezione e la recinzione sono state semi-distrutte, l’altana per l’avvistamento dell’avifauna è stata cannibalizzata, le auto percorrono gli argini senza alcun controllo, soprattutto argini e acque sono diventati luogo di scarichi illeciti di rifiuti di ogni genere. Nessuno cura la benché minima vigilanza».
Infine c’è la Sella del Diavolo che ospita due siti di importanza comunitaria, come la Torre del Poetto e Monte Sant’Elia, Cala Mosca e Cala Fighera. Qui la gestione è regolata da un decreto assessoriale del febbraio del 2011 ma – ribadisce il GrIG –  «per il mantenimento delle caratteristiche ambientali ha solo bisogno di vigilanza e di controllo sulla perdita di biodiversità (erosione, decespugliamenti) derivata dall’eccessiva percorrenza con mountain bike, più volte denunciata senza riscontro».

Critiche ma anche proposte. Il GrIg, infatti, presenta il conto ma suggerisce anche delle soluzioni ai diversi problemi: «Per tutelare la Sella del Diavolo sarebbe ottimale istituire una riserva naturale regionale e affidarla in gestione direttamente al Comune di Cagliari. Il parco naturale regionale “Molentargius-Saline” dovrebbe rendere effettiva ed efficace la propria azione dotandosi del fondamentale piano del parco e rendendolo effettivo, insieme al potenziamento della vigilanza sul territorio». Resta, infine, lo Stagno di Santa Gilla che «dovrebbe vedere un percorso istitutivo di un parco naturale regionale più ponderato, partendo dal piano di gestione del S.I.C./Z.P.S.Stagno di Cagliari, Saline di Macchiareddu, Stagno di S. Gilla (ITB040023) già esistente (decreto assessoriale n. 71 del 30 luglio 2008)».

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