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Sardi nel mondo. Il globetrotter Riccardo Loi, dall’Ogliastra all’Australia

Il ventiseienne Riccardo Loi è all’estero da molti anni, ormai. Ora si trova in Australia ma ha vissuto anche in Germania e in Inghilterra.

«Innanzitutto,» chiarisce «il mio rapporto con la Sardegna e soprattutto con Triei è molto forte e profondo. Amo la Sardegna, i suoi profumi e i suoi colori. Del resto, quando vivevo ancora in Sardegna, ogni tre o quattro mesi facevo una capatina a casa che, anche se breve, era d’obbligo. D’altronde, quale miglior cura esiste della Sardegna e soprattutto della tua famiglia, quando sei stanco o stressato? La Sardegna, devo dire, mi manca, mi manca molto! Quando però viaggi tanto e quando vivi per tanto tempo in diversi paesi del mondo, ti rendi conto che – ahimè – la scelta di lasciare il tuo paese per andare alla ricerca della fortuna non è poi tanto male.»

Consapevole del problema, molto diffuso nelle nostre zone, della mancanza di lavoro, è fermo e deciso nelle sue decisioni, malgrado siano difficili da portare avanti.

«È quasi proibitivo costruirsi un futuro, una carriera o comunque avere una certa qualità di vita da noi. Solo quando esci fuori, ti accorgi che c’è un mondo là fuori che ti aspetta.»

Comunque l’attaccamento alla sua terra è forte, radicato.«Detto questo, io un giorno vorrei tornare a vivere in Sardegna ovviamente, anche perché al cuore non si comanda. Mi piacerebbe fare qualcosa di buono per il mio paese. Mi piacerebbe investire sulla mia terra, aiutarla a crescere ancora di più. Per il momento, sento di avere ancora tanto da imparare all’estero. Il mio progetto di crescita, poi, è ancora in via di sviluppo perciò vedremo. Come si dice in inglese, “Work in progress”!»

La decisione di partire, lasciare non solo la Sardegna ma l’Italia, arriva subito dopo il diploma alberghiero nel 2010.

«L’inverno era alle porte e le opzioni non erano tantissime. Io e tre miei amici di Triei facemmo il salto: partimmo per Monaco di Baviera. Fu una decisione presa molto in fretta. Ripeto, l’atra opzione era restare a Triei e rischiare di non poter fare nulla di produttivo.»

Una decisione sofferta, racconta Riccardo, ma non eccessivamente – per quanto riguarda il suo punto di vista, perlomeno – anche perché non è la prima volta che fa la valigia: aveva già lasciato casa a 14 anni per studiare all’Istituto alberghiero di Sassari. «Avevo già fatto il callo alle partenze, insomma.»

L’arrivo in Germania è molto particolare.«Non avevo grandi aspettative, in realtà non sapevo proprio cosa aspettarmi. Devo dire che all’inizio ho sofferto un po’: il freddo, la lingua, il posto nuovo. Comunque, ci ha aiutato tanto il fatto che ci supportassimo l’un l’altro.»

Non sta a lungo in Germania, comunque. «A dicembre 2011 approdai a Londra. Era sempre stato il mio sogno!»Sin dall’inizio ne è certo: questa città gli regalerà qualcosa di importante, qualcosa di speciale. A Londra, città magica, le occasioni fioccano.

«Vivevo a Willesden Green in zona 2 con mio padrino. Era una soffitta abbastanza piccola di un condominio ma non ci lamentavamo. Trovai lavoro subito, tempo tre giorni, in un ristorante sardo in centro, ero “commis di sala”.»

Da lì in poi, il percorso di Riccardo è in discesa. Lavora in diversi posti, Buddha Bar (famosissima franchigia di ristoranti, bar e hotel nel mondo), Soho House (compagnia di grande successo sia in Europa che in America), in club privati molto esclusivi e in hotel a 5 stelle.

«Londra è sicuramente nel mio cuore, mi ha dato moltissimo dal punto di vista umano e professionale. È una città che richiede molti sacrifici, ma è anche una città che ripaga il lavoro duro e la costanza. Inoltre, offre tante opportunità. Sicuramente, una delle cose più belle di Londra è la libertà, il fatto che ti possa sempre sentire libero… libero di vivere la tua vita, libero di fare quello che vuoi, libero di cambiare un lavoro che non ti piace, libero di cadere e rialzarti, libero di vestirti come ti pare senza essere giudicato dal primo che ti vede in strada. Questa è Londra! Purtroppo, il tempo gioca sempre una parte importante, con il suo grigiore e quella pioggia infima e fredda che ti rende la vita difficile.»

Poi, arriva l’Australia. Per lungo tempo culla l’idea di partire in Australia. Per un motivo o per un altro, rimanda sempre. Poi, però, fa nuovamente la valigia, direzione Melbourne.«Uno dei motivi che mi ha spinto di più è stato il fatto che questo Paese ti offre una qualità di vita che nessun altro posto al mondo ti può offrire. Si parla l’inglese. Ha certamente aiutato il fatto di avere dei parenti qui.»

Per ora è felice. Lui e la sua ragazza – dice – vivono alla giornata, tuttavia per ora va bene così. «Per il futuro vedremo!»

«Penso che nella vita si debba avere fame di novità, essere duttili e non fermarsi o insabbiarsi in una sola cosa,» continua «anche perché più cose sai fare e più andrai avanti. Qui in Australia ho fatto diversi lavori che non avevo mai fatto, come vendere al dettaglio o far parte di un team di lavoro che sostiene le organizzazioni della comunità locale australiana come l’Università di Melbourne. Sono molto contento di quello che sto imparando! Un consiglio che posso dare ai ragazzi è quello di non avere paura di partire, di non avere paura del nuovo e soprattutto di non smettere mai di sognare perché a volte è proprio quello che ci fa più paura a dare una svolta alla nostra vita!»

 

 

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