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Carnevale in Sardegna: Santu Lussurgiu e la spericolata corsa equestre de Sa Carrela ’e Nanti

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Continua il nostro giro sulla folle giostra del carnevale, un mix di divertimento e folclore, tra maschere arcane, carri allegorici, fantocci bruciati, pantomime ed esilaranti sfilate. Non solo strambi travestimenti e rituali ancestrali, però. Sono davvero tanti i modi con cui il popolo sardo celebra la festa più folle dell’anno e in Sardegna, tra le tradizioni più suggestive del carnevale, c’è spazio anche per manifestazioni emozionanti, in cui acrobazie, sfrenate corse di cavalli e cavalieri coraggiosi si sfidano per offrire uno spettacolo adrenalinico, dove anche il pubblico è protagonista. Ecco perché, oggi, la giostra del carnevale isolano ci porta in provincia di Oristano, ai piedi della catena montuosa del Montiferru, per divenire spettatori di una delle tradizioni equestri più famose e colorate dell’Isola: andiamo a Santu Lussurgiu per Sa Carrela ’e Nanti.

Qui, nessun rito propiziatorio che rimanda ad un arcano passato. A Santu Lussurgiu va in scena un modo differente, ma altrettanto emozionante, di vivere il carnevale. Coraggio, abilità e, perché no, un pizzico di follia, sono gli ingredienti per una festa travolgente che si celebra in un clima di pura euforia. Sa Carrela ’e Nanti – letteralmente “la strada davanti “– è la sintesi del carnevale lussurgese, un carnevale equestre caratterizzato da una corsa a pariglia, tra le più spericolate dell’Isola. Sono, quindi, gli uomini e i loro cavalli a dominare la scena: i primi, mascherati o con il viso dipinto, e i secondi, strigliati e bardati, si lanciano insieme in un tortuoso percorso, tra case, strettoie, curve, slarghi e discese, acclamati da un pubblico che trattiene il fiato, una folta massa, non meno coraggiosa, che si apre un attimo prima dell’arrivo dei cavalli in corsa, per poi richiudersi un attimo dopo il loro passaggio.

Santu Lussurgiu, Sa Carrela ‘e Nanti – Fonte Pro Loco di Santu Lussurgiu

Sa Carrela ’e Nanti – da cui la corsa prende il nome – è una strada resa sterrata per l’occasione, una strada ripida, lunga circa 350 metri, che si sviluppa in discesa e che, tra strettoie e faticose salite, si snoda nel centro storico del paese, nel rione chiamato Biadorru (via del ritorno) nell’attuale via Roma. Questa particolare tradizione equestre, come molte nell’Isola, risale ai secoli scorsi, quando i giudici di Arborea, prima, e i viceré spagnoli, poi, avevano radicato e stimolato l’allevamento dei cavalli, ottenendo, così, razze speciali per le corse. Tra i vari riferimenti certi della manifestazione, Goffredo Casalis e Vittorio Angius parlano de “sa carrela” a partire dal 1840.

Santu Lussurgiu, i cavalli pronti per Sa Carrela ‘e Nanti – Fonte Pro Loco di Santu Lussurgiu

Santu Lussurgiu, i cavalieri e i cavalli de Sa Carrela ‘e Nanti – Fonte Pro Loco di Santu Lussurgiu

La manifestazione, che si articola in tre intere giornate, entra nel vivo la domenica di carnevale, “S’ominiga ’e Carrasegare”, quando i cavalieri – rigorosamente lussurgesi – si presentano mascherati o con l’abito tradizionale locale a “S’iscappadorzu”, la piazzetta da cui prenderà il via la corsa. Uniti, con il braccio dell’uno su quello dell’altro, i cavalieri si dispongono “a paraza” ossia a pariglia e si lanciano impavidi e abili in quella corsa sfrenata sui loro cavalli, con l’obiettivo di raggiungere il traguardo ancora uniti. In questo spettacolo adrenalinico, simbolo di unità, concordia e amicizia, i protagonisti devono essere dei veri e propri acrobati, nel rispetto di regole ferree che si riallacciano alle esercitazioni e alle tradizioni delle cavallerie leggere. Anticamente, Sa Carrela ’e Nanti avveniva a pariglie di tre e, addirittura, di quattro cavalieri. Oggi, come allora, i cavalieri, circa sessanta in tutto, dovranno dimostrare compostezza ed eleganza, il loro assetto dovrà essere impeccabile, così come la pulizia e la bardatura dei loro cavalli: oltre al coraggio, l’abilità è quella di coniugare maestria equestre e follia.

Santu Lussurgiu, Sa Carrela ‘e Nanti – Fonte Pro Loco di Santu Lussurgiu

Durante l’evento, i parglianti indossano delle caratteristiche maschere carnevalesche o il costume lussurgese, composto da un giubbotto in orbace (su cappottinu ’e fresi) o da un corsetto di pelle di vitello (su cossu ’e pedde ’e ittellu) e la tradizionale camicia bianca a “zughittu”. I cavalli, invece, elegantemente bardati, portano al collo dei campanellini che risuonano ritmicamente durante la corsa. I visitatori, oltre ad ammirare la spettacolare corsa, potranno gustare il vino prodotto nelle ultime vendemmie, l’acquavite locale e i tipici “culurzone ’e mindula”, dolci fatti con la pasta di mandorle.

Santu Lussurgiu, preparazione dei cavalli – Fonte Pro Loco di Santu Lussurgiu

Santu Lussurgiu, particolare della bardatura dei cavalli – Fonte Pro Loco di Santu Lussurgiu

La seconda giornata si svolge, invece, il lunedì: qui, è “Su Lunis de sa Pudda”, il lunedì della gallina. Ancora una volta, i cavalieri in sella ai loro cavalli sono chiamati a dare prova della loro abilità. Al galoppo e con “su fuste ’e ortastru”, un bastone, dovranno abbattere una gallina di pezza appesa ad una corda al centro del percorso. Fino agli anni ’70 del secolo scorso, gli animali erano veri, appesi a testa in giù e decapitati con precisi colpi di bastone durante la discesa a cavallo: l’abilità consisteva nel decapitare la gallina con un unico colpo secco. Fortunatamente, oggi, l’osservanza di quest’antica tradizione, presente anche in altri comuni dell’Isola, si appropria di buon gusto e doveroso rispetto per gli animali, sostituendo, così, l’animale vero con un fantoccio: obiettivo della gara è quello di abbattere il maggior numero di finte galline.

Santu Lussurgiu, Su Lunis de sa Pudda – Fonte Pro Loco di Santu Lussurgiu

Santu Lussurgiu, la corsa equestre de Su Lunis de sa Pudda – Fonte Pro Loco di Santu Lussurgiu

Sa Carrela ’e Nanti si conclude, infine, il Martedì grasso, con altre esibizioni equestri e le premiazioni dei cavalieri che hanno abbattuto più galline e delle tre migliori pariglie mascherate: alla sera, infine, si organizza una grande cena, un momento di grande convivialità in segno di buon auspicio per gli anni a venire, a cui partecipano tutta la comunità e gli ospiti del paese.

Santu Lussurgiu, scorci de Sa Carrela ‘e Nanti – Fonte Pro Loco di Santu Lussurgiu

La feste carnevalesca lussurgese non si esaurisce, però, con l’ultrasecolare corsa equestre: sono tanti, infatti, gli eventi folcloristici e gastronomici ad essa correlati. Oltre a “S’Ominiga ’e sas Provasas”, la domenica precedente la corsa equestre e dedicata alle prove, interessante è altresì la manifestazione “Cantigos in Carrela”, che anticipa di una settimana “Sa Carrela” e che consiste in una rassegna sonora dedicata a “su cuncordu”, canto tipico della zona di Santu Lussurgiu: molti cori locali, alcuni tra i migliori della Sardegna, ma anche voci nazionali ed estere, si esibiscono per le vie, le piazze e il centro storico del paese, uno spettacolo a cui si assiste gustando il vino locale e i dolci tipici del carnevale.

Santu Lussurgiu, Cantigos inCarrela – Fonte Pro Loco di Santu Lussurgiu

Santu Lussurgiu, dolci tipici del carnevale – Fonte Pro Loco di Santu Lussurgiu

Se volete vivere lo spericolato carnevale di Santu Lussurgiu, l’appuntamento è per i prossimi 11, 12 e 13 di febbraio.

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