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“Leggere Leggeri” fa centro. La raccolta fondi per l’integrazione linguistica dei migranti supera le aspettative

È appena terminata “Leggere Leggeri”, un’iniziativa chiara quanto ambiziosa: organizzare una raccolta fondi mirata all’acquisto di materiale didattico per consentire ai migranti presenti a Cagliari di apprendere l’italiano. Il team promotore del progetto, composto da giovani cagliaritani, l’aveva detto da subito: «Siamo noi la generazione che costruirà l’Europa e vogliamo lanciare un segnale chiaro: l’Europa che vogliamo è quella dei diritti e dell’integrazione».

 

Oggi, a raccolta fondi terminata, gli organizzatori tirano le somme di un progetto che ha superato anche le più rosee aspettative. Non solo il budget raccolto ha superato di 8 volte quello che era l’obiettivo prefissato, ma l’iniziativa è diventata virale, guadagnandosi, tra i tanti, l’appoggio del Sindaco Zedda, dello scrittore Flavio Soriga, dell’illustratrice La Fille Bertha e della squadra di basket Dinamo Sassari. Uno dei promotori, Fabio Porru, ha voluto tirare con noi le somme di quest’esperienza.

Insomma, siete partiti con un obiettivo di 500 euro e ne avete racimolati in tutto quasi 4.000. Vi aspettavate un simile successo?
La sorpresa non è mancata di certo, e non solo per la somma raggiunta. Siamo riusciti a creare un bellissimo staff arrivato a contare circa 50 persone, che si aggiungevano alle 15 che avevano formato il primo nucleo, quello più impegnato nel quotidiano. Ma la cosa più stupefacente è che non hanno aderito solo sardi, ma anche tanti stranieri, fino a formare un gruppo davvero eterogeneo. E poi la reazione delle persone: tantissimi ci hanno scritto per manifestarci il proprio entusiasmo e il proprio appoggio. Le foto che abbiamo ricevuto per la campagna social sono arrivate da ogni dove: oltre che dalle più svariate parti d’Italia, anche da Australia, Brasile, Messico, Stati Uniti, Olanda, Spagna, UK…

All’inizio il vostro progetto si basava su delle donazioni effettuate tramite una piattaforma online, ma non vi siete voluti fermare qui, giusto?
Già, tramite la raccolta online sulla piattaforma Generosity, abbiamo raggiunto 3605 dollari. Poi c’è stata un’asta di beneficenza al Babeuf, alla quale ha presenziato anche Flavio Soriga, una lotteria organizzata dagli studenti di Architettura di Alghero e delle altre donazioni da parte dei Licei Siotto e Pacinotti. Questo entusiasmo e questi numeri ci hanno mostrato che è possibile fare cose meravigliose se ci si mette seriamente in gioco. Entusiasmo, determinazione, idee e competenze son gli ingredienti necessari che, uniti alla voglia di aiutare questi ragazzi e di dar voce all’Italia, all’Europa e alla società che vogliamo possono guidare verso piccoli grandi traguardi.

Avete già le idee chiare su come impiegare i fondi?
Assolutamente sì. Come abbiamo detto dall’inizio, indirizzeremo questi soldi su tre direzioni: testi didattici e dizionari, testi letterari, materiale da cancelleria. Per i primi due coinvolgeremo gli operatori dei vari centri. Ogni centro ha dei ragazzi di età differente e con un livello di italiano differente. Personalizzeremo gli acquisti in base a queste caratteristiche e in base al materiale già a disposizione. Un altro nostro grande desiderio poi è che i libri siano acquistati in librerie indipendenti, per mantenere le risorse del progetto all’interno del territorio locale.

La raccolta fondi è terminata il 14 gennaio. Pensate che l’esperienza si chiuda qua o c’è qualcos’altro che bolle in pentola per il futuro?
Allo stato attuale, ci son tante idee ma, prima di discuterle in maniera approfondita, vogliamo concentrarci sul chiudere questo primo progetto nel migliore dei modi. Nel corso di queste settimane abbiamo notato come ci sia un gap tra i cittadini e i centri che ospitano i migranti. Ci piacerebbe far entrare di più in contatto queste realtà, magari creando dei canali tra gli studenti liceali e le associazioni che si occupano di minori stranieri non accompagnati. Personalmente, penso sarebbe meraviglioso coinvolgere attivamente le scuole e l’Università nel colmare questo gap. Una piccola anticipazione riguarda il fatto che Leggere Leggeri non finirà qui. E nel dire “qui”, non intendo solo questo progetto. Intendo anche geograficamente “qui”, a Cagliari. Ma è presto per dirlo!

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