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Accadde oggi. Il 14 gennaio 1872 nasceva a Tonara Peppino Mereu, poeta autore di Nanneddu meu

«Nanneddu meusu mund’est gai, a sicut erat non torrat mai». Suonava così la prima strofa della poesia, dedicata a Nanni Sulis e diventata poi un celebre canto popolare sardo, scritta da Peppino Mereu, poeta sardo originario di Tonara, nato proprio il 14 gennaio 1872

Nato in una famiglia benestante, Peppino Mereu era sesto di nove fratelli e perse presto il padre, Giuseppe Mereu, medico condotto del paese che morì a seguito di un avvelenamento accidentale. Frequentò i primi anni della scuola elementare ma si formò praticamente da autodidatta. Sin da piccolo ha coltivato la sua passione per il canto e per la scrittura poetica, frequentando i poeti del suo paese. Il 7 Aprile 1891 si arruolò volontario carabiniere e da qui inizia il suo peregrinare per l’isola: da Nuoro a Cagliari, sino a Osilo e Sassari. Sebbene non fosse una pratica ben vista dall’arma, continuò a frequentare le feste paesane dove si tengono le gare poetiche e di improvvisazione, partecipandovi con successo. La sua poesia lo avvicina agli scapigliati milanesi e alla scuola nuorese dei poeti de su connottu.

Sono proprio gli anni vissuti da carabiniere che gli fanno scoprire la Sardegna vera, quella colpita da fame e malattie, che poi resterà impressa nei suoi stessi versi, così come l’adesione al socialismo, le cui idee – secondo quest’ottica – avrebbero risolto i problemi delle classi lavoratrici. Nei suoi versi, rigorosamente in lingua sarda, non nasconde la sua critica anche all’Arma dei Carabinieri, oltre che denunciare le ingiustizie sociali e la “colonizzazione” dell’isola da parte del regno piemontese.

Visto il suo stato di salute – si ammalò di tubercolosi – venne congedato dall’Arma il 6 dicembre 1895 e ritorna a Tonara. Muore l’11 marzo 1901, a 29 anni, forse consumato dalla tubercolosi, circondato da pochi amici, tra cui lo stesso Nanni Sulis al quale Mereu dedicò diversi componimenti.

 

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