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Accadde oggi. Tre anni fa l’attentato terroristico alla redazione di Charlie Hebdo

Il 7 gennaio 2015 lo ricorderemo tutti come il giorno che ha tristemente aperto la strada ad una serie di attentati terroristici che hanno colpito inizialmente la Francia e si sono poi estesi ad altri paesi, sconvolgendo l’Europa. Intorno alle 11:30 del mattino, due uomini mascherati e armati sono entrati negli uffici del giornale e, dichiarandosi affiliati di Al- Qaeda, hanno aperto il fuoco contro i dipendenti al grido di “Allah è grande”, uccidendo dodici persone più un poliziotto responsabile della sicurezza del giornale satirico “Charlie Hebdo”. Quel giorno e a quell’ora, la redazione era affollata perché si stava svolgendo una riunione e i due terroristi.

Scappati a bordo di una Citroën C3 nera, nel Boulevard Richard-Lenoir i due hanno aperto il fuoco contro un veicolo della polizia, uccidendo un poliziotto ferito a terra. La fuga poi proseguita sino a Porte de Pantin dove i due hanno rubato un’auto ad un automobilista che hanno poi abbandonato nel  XIX arrondissement.

Qualche giorno dopo, poi, uno degli attentatori si barricò in un supermercato kocher a Porte de Vincennes tenendo in ostaggio diverse persone e uccidendone quattro, più una poliziotta. I due attentatori più un complice presente a Porte de Vincennes sono stati poi uccisi dalla Polizia. Per ricordare le vittime e condannare l’attentato, l’11 gennaio 2015 oltre due milioni di persone sfilarono per le strade di Parigi in una delle più grandi manifestazioni della storia del Paese.

Nell’attentato a Charlie Hebdo, morì lo stesso direttore del giornale, Stéphane Charbonnier (Charb), e diversi vignettisti fra cui: Jean Cabut (Cabu), Georges Wolinski, Bernard Verlhac (Tignous) e Philippe Honoré. Il giornale era già stato nel mirino di estremisti islamici nel 2011 a seguito della pubblicazione di vignette satiriche sul risultato delle elezioni in Tunisia, quando una bomba molotov colpì la sede del giornale. Ancora prima, nel 2006 una serie di caricature di Maometto scatenò le proteste di alcuni esponenti del mondo musulmano.

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