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I 7 avvenimenti sportivi dell’anno 2017 sardo

Un anno di sport per la Sardegna che nel 2017 ha vissuto alcuni avvenimenti di grande rilevanza. A livello sportivo forse una stagione con meno successi negli sport di minor interesse generale, quasi di transizione verso un 2018 che sembra poter regalare maggiori soddisfazioni. Tra calcio, basket e ciclismo, non mancano le note stonate provenienti dall’hockey su prato. Ecco dunque una carrellata degli avvenimenti di maggior spicco accaduti quest’anno con le squadre e gli sportivi sardi impegnati.


DINAMO SASSARI IN FINALE DI COPPA ITALIA

La Dinamo Sassari arrivava da un periodo tumultuoso. Il post Meo Sacchetti ha fatto navigare la squadra in acque agitate e il primo anno di Federico Pasquini, promosso nel doppio ruolo di general manager e allenatore, non stava funzionando. Tanti problemi interni alla rosa, costruita a detta dei tifosi con gli scarti di altre formazioni. Ed infatti, arrivati ad un passo dal Natale 2016 i biancoblù sono in crisi di fiducia e risultati. Il presidente Stefano Sardara decide allora di indire un periodo di ritiro, in modo da fortificare la posizione del coach e provare a far risalire la squadra.

Nel giro di poche settimane la squadra cambia passo, vince spesso e cresce di condizione. Entra nelle final 8 di Coppa Italia ma l’accoppiamento con l’imbattibile Scandone Avellino non pare lasciare molto scampo. Eppure a furia di vincere e convincere, di prenderci gusto e di avere fame, la sensazione che nasce alla vigilia della competizione è che la Dinamo possa fare il colpaccio. A crederci sono solo uno sparuto gruppo di tifosi sardi e il sottoscritto che vede un fuoco diverso nelle mani e nella testa dei giocatori: al primo turno, e nessuno ci crede, Sassari elimina Avellino. L’Italia intera strabuzza gli occhi, fatica a credere che i biancoblù abbiano fatto davvero l’impresa. E l’impresa è tale che in semifinale trova una non irresistibile Brescia e la supera senza molti patemi d’animo. La finale a questo punto sembra potersi giocare sull’equilibrio dato che tutta la Sardegna crede realmente al tris di vittorie. Solo i ragazzi di Pasquini faticano a crederci, anche perché un po’ la forza dell’Olimpia Milano ed un po’ la stanchezza colpisce quelle gambe, quelle braccia e quella testa che fin qui avevano fatto faville. La Dinamo arriva seconda, ma è un risultato che la riporta tra le grandi d’Italia dopo un anno e mezzo di pura sofferenza dopo lo storico scudetto del 2015.


ARU MAGLIA GIALLA AL TOUR DE FRANCE E CAMPIONE D’ITALIA

Fabio Aru piange, e non può essere altrimenti. Lo fa due volte nel giro di poche settimane. Ha iniziato il 2017 con alcuni acciacchi ed una condizione incapace di cogliere una svolta, e anzi il caso gli riserva il regalo più brutto della sua carriera: una caduta rovinosa durante un allenamento. Cos’ha di importante quella caduta? Gli costa il Giro del Centenario, quello che parte dalla sua Sardegna. Quello che sogna da mesi, da anni. Piange Fabio e pensa che alla partenza non ci sarà. Il Team Astana lo dirotta verso il Tour ma non è la stessa cosa, soprattutto perché al Giro non ci sarà nemmeno il suo sostituto: Michele Scarponi muore il 22 aprile, investito da un furgone durante un allenamento. E qui piange ancor di più il Cavaliere dei Quattro Mori nella perdita di un amico e di un compagno di squadra che tanto di buono gli ha insegnato.

Passa la primavera e arrivano i primi venti caldi di stagione. Aru partecipa al Giro del Delfinato e sorprende tutti con prestazioni eccellenti. Dimenticati gli infortuni, tenuto nel cuore il lutto di Scarponi e recuperata la condizione, sembra volare più e meglio degli anni precedenti. Il 25 giugno 2017, ad esempio, conquista il titolo di campione italiano vincendo per distacco la prova in linea da Asti a Ivrea grazie ad una serie di accelerazioni fulminee. È una anteprima importante che gli consente di affrontare in ottime condizioni il Tour de France:  vince per distacco la quinta tappa Vittel-La Planche des Belles Filles, conquista la sua prima maglia gialla al Tour nella prima tappa pirenaica (da Pau a Peyragudes, di 214 km) classificandosi terzo dietro al francese Romain Bardet e al colombiano Rigoberto Urán. Detiene quella importantissima maglia per tre giorni prima di abdicare alla forza di squadra di Chris Froome, lotta e si batte non riesce ad andare oltre un onorevole quinto posto, difeso con le unghie e coi denti.


GIRO D’ITALIA IN SARDEGNA

Lo spettacolo del Giro D’Italia numero 100 ha animato la prima parte dell’anno. Tanti i paesi sardi coinvolti, tante le cittadine colorate di rosa come Alghero, Castelsardo, Tortolì, Olbia e Cagliari. Uno sforzo economico da parte della Regione Sardegna che ha saputo mobilitare migliaia di persone, attivare i canali sull’isole per oltre 200 paesi di tutto il mondo. Un evento di soli quattre giorni ma che ha dato sensazioni emozionanti: oltre diecimila persone hanno assistito al porto di Alghero alla presentazione dei team in una serata condotta dalla showgirl cagliaritana e madrina della intera kermesse Giorgia Palmas.
La prima tappa da Alghero a Olbia è andata al corridore austriaco Lukas Postlberger grazie ad un inaspettato allungo sul gruppo dopo che una curva aveva diviso in due il plotone principale. Il campione tedesco André Greipel invece è stato il vincitore della seconda giornata da Olbia a Tortolì, al termine di una tappa fin troppo ondulata, coi corridori chiamati a fare gli straordinari sia sulla lunga salita di Genna Silana che nella successiva discesa. Gran finale a Cagliari col colombiano Ferdinando Gaviria che ha regolato tutti in volata e fatto scoprire all’Italia intera un nuovo campione. « Una occasione unica per noi » aveva commentato il presidente della Regione Francesco Pigliaru a Olbia, « La Sardegna è una destinazione fantastica in tutte le stagioni dell’anno e il ciclismo, che è lo sport che meglio permette di mostrare il paesaggio, è un veicolo ideale per far passare questo messaggio ».

SALVEZZA DEL CAGLIARI

Il primo anno in serie A per il Cagliari, dopo la risalita dalla serie cadetta, è stato festeggiato in mezzo al campo dopo una rocambolesca vittoria sul Milan. Era il 28 maggio e Pisacane superava Donnarumma ad un secondo dalla fine del tempo per il 2-1 finale: apoteosi sugli spalti, la degna conclusione di una stagione vissuta tra (pochi) alti e (tanti) bassi, dove i malumori si sono susseguiti per lunghi mesi tra lo staff tecnico ed una parte della squadra. A far maturare questa distanza tra le parti soprattutto le umilianti sconfitte con Juventus, Torino, Fiorentina, Lazio, Inter e Napoli, con una media reti subite di tre quattro gol. Senza contare le dispute sull’utilizzo di alcuni giocatori e la presenza pacifica di Nicola Legrottaglie, chiamato a gennaio per ristabilire un po’ di rispetto e una serena convivenza nello spogliatoio.
Il risultato parla di un undicesimo posto con 47 punti, frutto di 14 vittorie, 5 pareggi e 19 sconfitte. Per Massimo Rastelli alla fine è un trionfo dopo la grande cavalcata ottenuta in serie B. Si merita (e ottiene) la conferma grazie ai risultati anche se l’aria che circola dentro la società non sembra delle migliori. La stagione successiva parte dopo un mese e mezzo e si conclude anzitempo il 17 ottobre dopo tre sconfitte casalinghe di fila. Il suo bomber di fiducia è Marco Borriello, al massimo storico della sua carriera dopo tanto tempo visti i 16 gol segnati: se ne andrà via dopo due mesi perché gli “manca il fuoco dentro” e passa alla Spal, dove i tifosi chiedono invano la sua cessione in vista di gennaio. Ma questo Cagliari è anche quello delle storie a lieto fine: il primo gol in serie A di Melchiorri e Pisacane dopo tanti sacrifici e due gravi malattie superate, il debutto straordinario del giovane portiere Crosta, l’esplosione definitiva del talento di Niccolò Barella, i ritorni in campo dai loro gravi infortuni di Ionita e Dessena.

GIGI DATOME SUL TETTO D’EUROPA: CAMPIONE EUROLEGA

Un uomo solo al comando dell’Europa: Gigi Datome vince la sua prima Eurolega a 30 anni con la maglia del Fenerbahce. In una finale surriscaldata dai 15 mila della Ulker Arena, i ragazzi di Obradovic si impongono per 80-64 ai danni dei greci dell’Olympiakos e riescono ad arrivare sul tetto della massima competizione europea dopo tre anni di rincorsa. In campo la gara dura appena due quarti e mezzo, poi il ragazzo di Olbia decide di spaccarla in due con delle triple avvincenti. Si riscatta così da una annata vissuta in balia delle onde, col posto da titolare perso ed un nuovo ruolo, quello del gregario di lusso, che gli sta stretto a tal punto che il suo tecnico decide talvolta di far a meno di lui.
Nelle final four si trasforma, sia in semifinale che in finale pare aver compreso il senso tecnico-tattico della sua nuova posizione. Difende in maniera costante, recupera palla, si specializza nel tirare poco e segnare tanto. Non ha bisogno di essere protagonista come il giovane compagno Bogdanovic, sa quando prendersi la scena: così, quando quelle due triple diventano un macigno per gli avversari, i tifosi turchi iniziano a intonare il suo nome a squarciagola come se in campo non vi fosse nessun altro. A fine gara decide di farsi ridurre la mole dei capelli in seguito ad una scommessa mentre pochi giorni dopo festeggia pure la vittoria del campionato turco.


NASCITA DELLA CAGLIARI DINAMO ACADEMY

Stefano Sardara cercava da tanto di puntare su Cagliari. Gli erano rimaste dentro le infruttuose esperienza pre Dinamo, la voglia di rivalsa, di unire la Sardegna da capo a capo. Ecco così la capacità di chiudere un accordo col Ferentino e assicurarsi la serie A2 come categoria di partenza. Sfida difficile ma resa semplice dall’ingresso in società del presidente Giovanni Zucca e dalla decisione di affidare la squadra all’esperienza del coach Marco Paolini. Il debutto in casa si tinge di rossoblù, con la vittoria contro Biella. Seguono diverse partite ed un andamento altalenante: imbattibile in casa e troppo molle in trasferta.
A poco a poco però la squadra cresce, perde in casa (contro Treviglio) ma si impone contro le formazioni più blasonate del girone ovest come Siena e Roma, oltre allo sgambetto ai danni della capolista Casale Monferrato. Dove arriverà questa squadra? Per ora è in piena corsa playoff e il 2018 si annuncia spumeggiante.


CONFERMA DELLA CHIUSURA CAMPI DEL SUELLI HC

Tra tante vittorie, siamo costretti a segnalare una sconfitta sportiva. A Suelli, da circa due anni, la società di hockey su prato cittadina è costretta a guardare da dietro i cancelli il proprio campo da gioco. Il sindaco aveva deciso da un momento all’altro la chiusura per ragioni da un lato politiche e dall’altro amministrative. La disputa tra le due parti va avanti da tempo e tutti gli appelli della dirigenza del Suelli HC sono caduti nel vuoto, di fronte alla ferrea decisione del primo cittadino di privare il paese dell’unico sport praticato e seguito con costanza da trent’anni. Si mormora la decisione di creare un campo da calcio nello stesso territorio ma ad oggi la situazione permane nello stallo.

I campi da hockey sono abbandonati da due anni all’incuria. Non vi sono stati lavori ordinari, nessun controllo, solo catene e lucchetti. Alla società sono stati tolti prima il campo principale, poi quelli secondari e alla fine anche gli spogliatoi. L’attività sportiva è andata avanti grazie esclusivamente alla collaborazione delle società cagliaritane, in modo tale che il Suelli sia potuto rimanere nella massima serie nazionale. Dagli spogliatoi sono stati ritirati i tanti trofei vinti: una coppa Italia e svariati campionati nazionali nelle categorie giovanili. Dal campo è stata ritirata a malincuore la sezione femminile: la mancanza del campo da gioco ha portato ad un numero di tesserate in netto calo e dunque si è reso impossibile poter continuare l’attività. Si tratta di una sconfitta per lo sport suellese e per chi come tanti/e hanno dedicato praticamente tutta la gioventù a promuovere questa disciplina nella Trexenta.

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