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Assunzioni personale nei tribunali, la speranza per 200 sardi

Il Palazzo di Giustizia di Cagliari

Il Palazzo di Giustizia di Cagliari

La carica dei 1600“: tante sono le persone che stanno per essere assunte a tempo indeterminato dal Ministero della Giustizia, con grande vanto (politico) del Ministro Andrea Orlando.

In questa corposa carica, ce n’è una di ben 200 sardi tra vincitori e idonei del concorso per assistenti giudiziari, tenuto dall’Amministrazione tra maggio e ottobre. Un concorso che ha fatto molto parlare di sé in questi mesi, per il numero altissimo di iscritti (ben oltre trecentomila, diverse migliaia anche dalla Sardegna), per la difficoltà delle prove, per la celerità con cui sono stati chiusi i giochi. A gennaio, l’8, prenderanno servizio i primi 800 vincitori, a seguire immediatamente «altri 1400  almeno», secondo le parole del Ministro Orlando, idonei in graduatoria. Tra i vincitori trovano posto 41 nati in Sardegna, si calcola che lo scorrimento di graduatoria successivo sarà di almeno 600 unità, in queste ultime i sardi a essere ricompresi risultano 13.

Una boccata d’ossigeno per i tribunali dell’isola, dislocati a Cagliari, Sassari, Oristano, Nuoro, Lanusei e Tempio. Già da anni il personale in servizio –sia amministrativo che di magistratura- lamenta una carenza di organico negli uffici ormai intollerabile, con ammanchi che a Cagliari arrivano al 20% nelle cancellerie. «Gli uffici giudiziari sardi sono sostanzialmente nell’impossibilità di funzionare» così denunciava a luglio 2016, in una lettera al Ministro, la dottoressa Corradini, allora a capo del Distretto di Corte d’Appello di Cagliari.

Carenze di personale già elevate a cui va aggiungersi un’età media altissima dei funzionari in servizio e pensionamenti ormai imminenti che minacciano di rendere i Tribunali deserti. Sia chiaro: se in questi ultimi anni la giustizia sarda ha pianto neanche quella del resto d’Italia è stata meglio, identiche o peggiori scoperture di organico si registrano ormai nella totalità dei Distretti giudiziari sul territorio. A causa di questa situazione definita da addetti e sindacati «intollerabile» il Ministero è corso ai ripari con un concorso per personale amministrativo che promette di dare, con gli scorrimenti di graduatoria, ai tribunali ben più di 2000 nuove unità di personale già nel 2018.
Se di toccasana si è parlato per il funzionamento della macchina giustizia, del migliore regalo di Natale possibile si può parlare per chi ha guadagnato un posto di lavoro sicuro. Il numero altissimo di iscritti al concorso per assistenti (alla fine i partecipanti sono stati più di ottantamila, e anche questa cifra è stata ragguardevole) è l’ennesima fotografia di un Paese che soffre per la mancanza cronica di lavoro. Tanti i giovani, tante le persone over 40, alla ricerca di una stabilità che non sono riuscite a trovare nonostante spesso una laurea in tasca.
«Sono avvocato, anche non avessi passato le prove del concorso mi sarei cancellato dall’albo forense, che costa più del poco che ormai, da questa inflazionata occupazione, si guadagna» è un esempio di frase che si è letta spesso sui giornali e social network, da parte di chi ha concorso per un posto di lavoro non ricco ma, almeno, sicuro. Dopo prove selettive difficili e dai livelli di preparazione alta gli idonei, assieme ai vincitori, sono stati 4915 e sono già diventati una realtà forte a livello politico, uniti tutti nella richiesta (disperata) di venire assunti fino all’ultimo posto in graduatoria. Un esempio è dato dal “Comitato Idonei Assistenti Giudiziari”, forte a livello nazionale di più di 1000 iscritti nel giro di poche settimane, che si batte per l’assorbimento totale della graduatoria.

Esiste un gruppo di idonei sardi, il “Sottogruppo Sardegna idonei Concorso Assistenti giudiziari”, non collegato al Comitato ma formato per riunire i sardi nella speranza non solo dell’assunzione ma anche in quella ulteriore di rimanere sull’Isola. I posti destinati ai tribunali della Sardegna sono stati, per ora, più dei sardi presenti alla prime due chiamate, un dato che fa sperare molti di rimanere vicini ai propri cari e nella propria terra, che piegata dalla crisi non è stata capace di offrire un’opportunità migliore. Di rimando, la boccata d’ossigeno l’avrà anche la Sardegna, una volta tanto che i suoi giovani non dovranno fare le valigie per costruirsi un futuro.

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