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Parole, parole, parole. I tormentoni del 2017: da via Roma pedonale a Ius soli, fino a fake news

Le parole che hanno segnato l’anno che sta per terminare sono spesso termini inglesi, se non addirittura latini, quasi come se la lingua di Dante fosse incapace di centrare i concetti con la stessa efficacia.

Nella pioggia di notizia di questi giorni, la politica ha preso in prestito l’espressione “fake news” (notizia falsa), entrato di prepotenza nella dialettica politica. Sempre al mondo della politica, relativamente alla discussione sui diritti della persona, appartiene “ius soli“, che indica l’acquisizione della cittadinanza di un dato Paese per coloro che sono nati nel suo territorio.

Anche il mondo del web ha imposto termini fino ad ora poco utilizzati: è il caso di “influencer“. Utenti dei social più disparati che, grazie al loro enorme seguito in rete, influenzano il modo di pensare e dettano mode e tendenze. Anche “haters” è una parola che nel 2017 ha visto un vero e proprio boom. “Merito”, si fa per dire, dei cosiddetti commentatori seriali che, in termini dispregiativi, riversano la loro rabbia e frustrazione contro personaggi pubblici.

Fra i termini-simbolo del 2017, ci sono ovviamente anche parole in Italiano. Le cronache hanno spesso parlato, purtroppo, di “femminicidio“, un termine che sfortunatamente fatica ad essere utilizzato, perché richiama episodi ancora troppo diffusi per metterlo da parte.

Il tam-tam mediatico ha coinvolto anche il mondo della medicina, e così è salita alla ribalta la discussione sui “vaccini“, con medici e non a dire, spesso con poca cognizione di causa, la loro su utilità o effetti nefasti.

In Sardegna, a Cagliari in particolare, ha tenuto banco l’esperimento di via Roma pedonale, che al di là dei pareri sulla riuscita o meno dell’iniziativa del Comune di Cagliari, è diventata oggetto di divertentissimi fotomontaggi su Facebook.

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