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Manifestazione palestinese a Cagliari contro la decisione di Trump di spostare l’ambasciata Usa a Gerusalemme (PHOTOGALLERY E VIDEO)

Una manifestazione del 2017 a sostegno del popolo Palestinese

Una manifestazione del 2017 a sostegno del popolo Palestinese

Al grido di “Palestina libera, Gerusalemme nostra”, i palestinesi cristiani e mussulmani e gente comune hanno manifestato questa mattina a Cagliari contro la decisione unilaterale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di spostare l’ambasciata statunitense a Gerusalemme, dichiarando che gli Usa considerano la città santa “capitale indiscussa di Israele”.

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 Manifestazione palestinese 7  

«Quella di Trump è una dichiarazione di guerra al nostro popolo», sostiene Nabil, un palestinese cristiano che vive a Cagliari da tanti anni. «Con questa decisione si mina il processo di pace che si stava cercando di costruire con tanta fatica. È una palese violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite. Noi siamo un popolo che vuole la pace e avremmo volentieri fatto a meno di una nuova Intifada, ma ora siamo legittimamente arrabbiati».

I manifestanti hanno anche protestato contro la scelte di Israele come tappa del Giro d’Italia. Il corteo è partito da piazza Yenne e, attraversando via Manno, ha fatto tappa in piazza Costituzione, dove è stato anche cantato un brano per la Palestina in lingua spagnola. Alla manifestazione ha partecipato anche Domenico Maurizio Loi, proprietario della pizzeria Federico Nansen del Corso Vittorio Emanuele, da sempre sostenitore della causa palestinese.

Allo stato attuale, Israele rivendica l’intera Gerusalemme come la sua capitale; l’ANP (Autorità Nazionale Palestinese) rivendica Gerusalemme Est (di fatto la parte araba della città, dove convivono pacificamente mussulmani e cristiani) come capitale del futuro stato di Palestina. La maggioranza dei paesi membri dell’ONU e delle organizzazioni internazionali non riconosce l’annessione ad Israele di Gerusalemme Est, né come capitale di stato. Le ambasciate estere in Israele si trovano quasi tutte a Tel Aviv. Cinque paesi europei (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Svezia) si sono detti contrari alla dichiarazione di Trump che, sostengono, rischia di innescare un nuovo vortice di guerra e violenza in Medio Oriente.

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