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VistaMusic, Francesca Corrias: “Il jazz è come la lettura. Sardegna piena di grandi talenti, ma manca…”

francesca corrias

Per il nostro appuntamento settimanale con la rubrica “Vistamusic” abbiamo intervistato Francesca Corrias, cantante cagliaritana con totale devozione al jazz.  Inoltre, la diretta interessata sottolinea l’amore anche per il rock, il samba, il pop e la musica contemporanea.

Ciao Francesca, come è nata la tua passione per la musica? Qual è il tuo primo ricordo?

La mia passione per la musica nasce quando mi trovavo nella pancia di mia madre. Mio padre cantava e suonava canzoni a mio fratello, credo che sia stato lì che ho deciso che la musica sarebbe stata la mia compagna inseparabile. 

Non è facile, forse anche piuttosto atipico, trovare qualcuno che sposi totalmente il jazz come compagno della vita: a tuo avviso, cosa riesce a trasmettere questo genere musicale rispetto agli altri generi? Possiamo definire il jazz il padre della musica?

Non posso dire di aver sposato il jazz come unico genere musicale della mia vita. Mi piace moltissimo cantare il samba, il rock e il pop e la musica contemporanea! Allo stesso tempo, se ci si è immersi per lungo tempo nel jazz si ha un approccio diverso a tutta la musica. Il jazz ti insegna, come nessun altro genere musicale, a manipolare e plasmare il materiale musicale in maniera estemporanea e creativa. Ma un errore comune è pensare che si possa avere un approccio jazz senza averne studiato a fondo il linguaggio, che è molto articolato e complesso. ‘Improvvisare’ nel jazz non è arrangiarsi con quello che si ha, ma al contrario è mettere in campo tutta una serie di conoscenze tecniche e teoriche al fine di creare qualcosa di nuovo musicalmente.

 Affermarsi in Sardegna è piuttosto complicato: cosa pensi delle realtà jazz nella nostra isola?
Lo so bene! In Sardegna abbiamo una concentrazione altissima di grandi talenti, di personalità forti e originali. Quello che manca è una maggiore possibilità di scambio con l’esterno, con il resto dell’Italia. Bisognerebbe proporre alla compagnia aerea nazionale una nuova tariffa agevolata per la continuità jazz tra i giovani!
 
Per i testi della tue canzoni hai scelto di affidarti alla lingua inglese: ci spieghi questa scelta? Possiamo anticipare che il jazz fa fatica a legarsi con la nostra lingua, o questo è solo relativo?
L’inglese è ritmico, intriso di parole molto significative, ma monosillabiche. Per me è stato molto naturale usare prevalentemente questa lingua per comporre testi su melodie molto ricche ritmicamente. Allo stesso tempo adoro scrivere in italiano e in portoghese, che mi aiutano quando voglio scrivere su melodie più liriche. 

Qual è stata la tua linea guida in questo percorso artistico? Quale cd (album) ti ha cambiato la vita?

Mi faccio guidare dalla curiosità verso territori un pò meno battuti, con umiltà e impegno. Il mio incontro con il jazz è avvenuto ai tempi dell’università. Scoprire il jazz è come scoprire la lettura, all’inizio faticoso, ma poi irrinunciabile. Due dischi mi hanno letteralmente folgorata e mi hanno fatto innamorare del jazz. “Kind of Blue” di Miles Davis e “A Love Supreme” di John Coltrane. Ma forse il disco che mi ha cambiato la vita è Songs in the key of life di Stevie Wonder. 

 Che consiglio daresti a chi vorrebbe abbracciare e scoprire più da vicino questo genere musicale?

Ascoltare analiticamente un disco al giorno. Provare a capire cosa succede in un disco di jazz, cosa fa ogni strumento, come inizia e come finisce un brano, come si chiamano i musicisti che suonano. Con calma e con pazienza, secondo me non si potrà evitare l’innamoramento!

Cosa pensi della musica di oggi? Credi che esista ancora qualcuno capace di trasmettere vibrazioni d’amore per quest’arte? Insomma, esiste ancora qualcuno che fa musica per amore e non per soldi?

Non vedo molte differenze tra la musica commerciale di oggi e quella delle epoche passate, è sempre esistita e sempre esisterà. è spesso fatta da persone che poi ascoltano di meglio, ma sanno come far presa sull’orecchio medio. E come è sempre stato esiste la musica di qualità, quella vera, solo in Sardegna c’è una moltitudine di artisti che fanno quello che fanno con pura passione e rispetto. 

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

 

Futuro? Un nuovo disco con la mia amata band Roundella, a cui si aggiunge un pianista e arrangiatore eccezionale, Luca Mannutza.

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