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Sardex, la moneta virtuale sarda, non si ferma: è vicino un nuovo record

La moneta virtuale sarda fila verso il 2018 con un nuovo record nel mirino: per Sardex il 2016 si era chiuso con 67 milioni di crediti (un euro per credito). Ed ora il sorpasso è quasi fatto: 66 milioni a fine ottobre, ci sono ancora due mesi per battere se stessi. Numeri in crescita, dunque. Il bilancio di Sardex SpA al 31 dicembre 2016 è stato di 2,8 milioni di euro con una crescita rispetto all’anno precedente, dato che il bilancio 2015 si era chiuso a quota 2,3 milioni di euro.

Sardex ha 50 dipendenti. Questo l’organigramma: presidente Carlo Mannoni (Fondazione di Sardegna), amministratore delegato Gabriele Littera, direttore commerciale Piero Sanna, direttore generale Franco Contu. Componenti consiglio d’amministrazione: Grazia Borri (Banca Sella holding), Ciro Spedaliere (Invitalia Ventures), Stefano Molino (Innogest SGR SpA).

Sardex a oggi è un network di imprese e di professionisti che nella sola isola conta circa 4 mila aderenti. Operativo nell’isola dal 2010, in sette anni di attività il Circuito di credito commerciale è cresciuto costantemente di anno in anno sia in termini di iscritti che in termini di “transato”. Erano 14 milioni nel 2013. Diventati poi 29 nel 2014, 49 nel 2015, 67 nel 2016.

Il modello, nato in Sardegna nel 2010, è stato replicato con successo in altre 11 regioni italiane (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Abruzzo, Molise-Sannio). Questi circuiti di credito commerciale nel loro complesso hanno circa 5 mila iscritti. Una macchina che non si ferma: Sardex in questi anni ha sviluppato la propria attività avendo come riferimento le Pmi e i professionisti.

Ma l’obiettivo è allargare il proprio campo d’azione. Almeno in due direzioni. Primo, sono attive e in fase avanzata progetti con la pubblica amministrazione. Secondo, prevista inoltre a breve l’apertura del circuito ai consumatori. Raggio di azione sempre più ampio: si cercano nuovi partner locali qualificati con cui avviare i circuiti nelle regioni attualmente scoperte. Un’operazione che dovrebbe concludersi nel giro di due anni.

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