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Il 4 novembre 1918 la fine della Prima Guerra Mondiale. Ma i cimiteri dei caduti italiani hanno la memoria corta

Oggi, 4 novembre, l’Italia ricorda il novantanovesimo anniversario della fine della prima guerra mondiale. Sono passati 99 anni da quella fatidica data che ha consegnato alla Nazione, oltre la vittoria, una parziale unità nazionale, visto che i Patti di Londra del 1915 prevedevano ulteriori ampliamenti territoriali, come la Dalmazia, che poi vennero negati durante la conferenza di pace di Versailles. L’Italia pagò l’adesione alla Triplice intesa con 651 mila morti. Tra questi la Sardegna è la regione che in percentuale ha versato più sangue, i caduti sardi sono stati calcolati in circa 13 mila unità.

Cimitero di San Michele settore italiano

Le cerimonie in onore dei caduti saranno rinnovate su tutte le piazze delle città dell’intera Penisola, a Cagliari, oltre al monumento ai caduti di via Sonnino, verranno onorati i soldati sepolti nei due cimiteri cittadini: San Michele e quello monumentale di Bonaria. Proprio qui dobbiamo constatare qualche nota dolente, nel cimitero di Bonaria, nel “Viale degli Eroi”, si nota che, nel corso del tempo, varie lapidi si sono distaccate dalla parete. Di quelle che ancora resistono, non poche sono a serio rischio di distacco, altre sono in pessimo stato e poco è stato fatto per preservarle. Nel 2014 è stato impiantato, sotto ad ogni lapide, un sensore che, tramite sistema NFC, consente agli smartphone e ai tablet, di connettersi ad una pagina web del comune che contiene dati ed immagini relativi al cenotafio di riferimento.

Al Cimitero di San Michele sono sepolti prevalentemente i caduti della seconda guerra mondiale. Le condizioni, rispetto al cimitero di Bonaria, non sono molto differenti, ma ciò che subito può essere notato è la netta differenza tra il settore italiano ed i due settori retrostanti, l’inglese ed il tedesco. Mentre i due quadrati inglese e tedesco sono cintati da una siepe, sempre perfettamente modellata, il prato sul quale sono fissate le lapidi è sempre fresco e ben rasato; il quadrato che accoglie i caduti italiani si presenta spoglio, il prato attorno alle croci è ingiallito e con tutta evidenza viene falciato di rado.

La speranza ci porta a pensare che per il 4 novembre 2018, quando ricorrerà il centenario della fine del conflitto, la situazione possa essere ben diversa. Un anno di tempo dovrebbe aiutarci a raggiungere perlomeno gli stessi standard visibili nei quadrati dei caduti degli eserciti stranieri.

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