Site icon cagliari.vistanet.it

I cammini religiosi in Sardegna: percorrere a piedi itinerari sacri per conoscere l’Isola seguendo i percorsi della religiosità cristiana

cammino

I cammini religiosi in Sardegna: percorrere a piedi itinerari sacri per conoscere l’Isola seguendo i percorsi della religiosità cristiana.

Italo Calvino diceva: “Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi”. Il viaggio a piedi è un’esperienza che consente lunghe riflessioni, aiuta chi cerca una risposta, un senso al proprio vivere quotidiano. Percorrere il tragitto nel silenzio della meditazione, avvicina a Dio, qualunque sia il sentimento di religiosità e il senso della fede che ciascuno di noi percepisce interiormente. Il connubio fatica fisica e contemplazione della bellezza è la cifra che da sempre caratterizza il pellegrinaggio.  E sicuramente nei cammini religiosi in Sardegna questo connubio è una costante. Infatti basta osservare gli itinerari dei pellegrinaggi più noti per capire la ragione per la quale i pellegrini tornano rinfrancati nello spirito. Dopo aver contemplato la natura che in alcuni tratti di questi itinerari è davvero selvaggia, dopo aver ammirato santuari antichi, siti archeologici, paesini caratteristici e aver sperimentato la proverbiale ospitalità isolana è naturale tornare a casa riconciliati con sé stessi. Insomma un viaggio di introspezione certo, ma anche un modo per conoscere una Sardegna diversa, meno nota ai turisti e un viaggio identitario per chi nell’Isola ci è nato.

I Cammini Religiosi in Sardegna sono numerosi, alcuni con una storia centenaria alle spalle, altri più recenti, ma ce ne sono alcuni che sono stati inseriti nel Registro Regionale dei Cammini religiosi, istituito nel 2012 dall’assessorato regionale al turismo, allo scopo di valorizzarli e più in generale promuovere il turismo religioso. Scopriamo quali sono.

Il Cammino di Santu Jacu

Il Cammino di Santu Jacu (San Giacomo apostolo) è un itinerario che collega le chiese parrocchiali dedicate all’apostolo Giacomo dislocate nei vari paesi della Sardegna. Il percorso completo, che coinvolge circa 30 comuni, è di 1250 km. È stato costruito con 5 punti di partenza e/o di arrivo (Cagliari, Porto Torres, Olbia, Oristano, le isole del Sulcis) perché la Sardegna è un’Isola da sempre al centro delle vie marittime del Mediterraneo che portano alle mete più conosciute di pellegrinaggio (Portogallo, Spagna, Francia; Roma; Vicino Oriente con Gerusalemme). Quando i volontari dovettero per la prima volta segnare il percorso, nel 2010, segnarono le rocce con una freccia e una conchiglia gialle nello stesso modo in cui sono segnati tutti i Cammini Iacopei in Europa, tra i quali il più famoso è sicuramente quello di Compostela.

Il cammino di San Giorgio Vescovo

Il cammino di San Giorgio Vescovo si ispira a un personaggio storico, nato a Cagliari intorno all’anno Mille e vissuto sempre in Sardegna, dove ha svolto la sua missione apostolica. Il Cammino ripercorre quindi i suoi itinerari di evangelizzazione. Fu il primo vescovo dell’Ecclesia Barbariensis che aveva sede a Suelli. Le chiese a lui dedicate, che sono diffuse un po’ dappertutto, hanno fornito l’ispirazione per costituire il percorso che è stato tracciato in distinte tappe giornaliere facenti capo ciascuna ad uno dei piccoli paesi che attraversa. È stato stabilito un itinerario di oltre 300 km che, partendo da Cagliari, città natale del Vescovo, arriva sino ad Orgosolo e Oliena, attraversando le aree geografiche del Parteolla, della Trexenta, dell’Ogliastra e della Barbagia orientale. I Tacchi e Toneri d’Ogliastra, sono fra i luoghi più emblematici di questo Cammino, sia sotto il profilo ambientale che dal punto di vista storico religioso. Alcune parti del percorso consentono la contemplazione di scorci di natura che davvero pacificano l’anima.

Il Cammino Minerario di Santa Barbara

Il Cammino Minerario di Santa Barbara riscopre sentieri, strade e ferrovie che collegavano i numerosi villaggi e centri minerari della Sardegna sud-occidentale. Le miniere e quanto ruotava intorno alla vita mineraria ci hanno lasciato un patrimonio storico, culturale e ambientale di rilevanza internazionale. Il percorso comprende territori tanto belli, da meritarsi il riconoscimento dell’UNESCO. Santa Barbara di Nicomedia, patrona dei minatori, rappresenta l’elemento unificante di questo Cammino lungo circa 400 km che attraversa le aree geografiche dell’Iglesiente, del Guspinese e del Sulcis. Questo Cammino presenta una connotazione un po’ differente rispetto agli altri. I siti di archeologia industriale e i diversi musei dedicati alle miniere costringono il pellegrino a confrontarsi con la difficile realtà della vita in miniera, con una dimensione umana fatta di sofferenza e fatica assolutamente terrene. D’altra parte lungo il percorso si possono ammirare paradisi di natura selvaggia, incontaminata in cui non è presente traccia di elementi antropici. Questo contrasto tra l’inferno della miniera e il paradiso della natura coinvolge intimamente il pellegrino. Probabilmente è per questo che il Cammino di Santa Barbara è l’unico cammino religioso sardo ad essere stato incluso nell’Atlante dei Cammini del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

Il Cammino di Sant’Efisio

Se la prerogativa del Cammino di Santa Barbara è una spiritualità molto legata alla vita terrena, ciò che caratterizza il Cammino di Sant’Efisio è sicuramente la devozione. Il pellegrinaggio, che non fu interrotto nemmeno durante la guerra e si perpetua dal 1656 è quello più sentito, più partecipato dell’Isola. Il percorso che in realtà è una processione che accompagna il simulacro del Santo, si snoda da Cagliari fino a Nora e ritorno. Lungo il percorso sono previste alcune tappe, come Giorgino, La maddalena spiaggia, Su Loi, Villa d’Orrì, Sarroch, Villa San Pietro, Pula e Nora. Due giorni dopo, la processione percorre il tragitto inverso. Anche in questo itinerario in cui la presenza del mare è una costante, non mancano le bellezze naturalistiche, come lo stagno di Santa Gilla o quelle storico archeologiche di Nora, città romana sorta su insediamenti punici, fenici e prima ancora nuragici. Spesso il pellegrino che decide di intraprendere questo Cammino non lo fa per trovare se stesso o la fede, ma per chiedere una grazia o sciogliere un voto. Anche questo Cammino ha un forte significato identitario, vista la sfilata di carri e persone in costume sardo, non trova uguali nel resto del mondo.

Il cammino di Nostra Signora Di Bonaria

Nel Registro Regionale è inserito anche un altro Cammino, quello di Nostra Signora Di Bonaria. Nel 2013, in occasione della storica visita di Papa Francesco in Sardegna, si stabilì che dovesse essere conferito un riconoscimento ufficiale al pellegrinaggio del Santo Padre nell’Isola. Per questa ragione fu inserito nel Registro. Anche se ancora non ha ancora avuto luogo un pellegrinaggio legato alla visita del Papa, in Sardegna esistono diversi pellegrinaggi che hanno come meta la basilica di Bonaria, come quello molto sentito dai fedeli che parte da Sinnai, che però non ha ottenuto l’inserimento nel Registro Regionale. (Dalila)

Exit mobile version