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Ricci di mare, guerra fredda tra Cagliari e Oristano: a giorni il verdetto della Regione

ricci su siccu

Foto Alessandro Pigliacampo

Il polverone sulla pesca dei ricci di mare ha le ore contate. Giorni caldi, quelli che stanno investendo i pescatori subacquei cagliaritani che non hanno ancora ottenuto il via libera dalla Regione sulla concessione della pesca nei due compatimenti limitrofi, oltre a quello di appartenenza. A rischio, un’intera annata per i buongustai della prelibata polpa delle uova dei “Paracentrotus Lividus”, nome scientifico dei crostacei bentonici al centro della bufera.

Il sapore del tutto unico che sprigionano le gonadi dei ricci, di cui i cagliaritani vanno pazzi, potrebbe essere bandito dalla cittadella di Su Siccu, centro nevralgico dei chioschi che sfornano, per sei mesi, portate deliziose ai frutti di mare. I box, già in postazione, potrebbero chiudere i battenti qualora la normativa non prenda efficacia nell’immediato. Il countdown è già iniziato e scoccherà il primo novembre, data prevista per l’avvio della stagione dei crostacei aculei. Manca davvero poco e quel che la legge nazionale prevede, la direttiva regionale invece allontana.

Foto Alessandro Pigliacampo

La momentanea guerra fredda tra cagliaritani ed oristanesi potrebbe sfociare in una lotta spietata, nonostante sia stato fatto un passo avanti proprio in questi giorni della Regione portando voce forte a Roma. «Le cose sono molto chiare – dichiara Giovanni Loi, presidente Agci – È compito del Ministero concedere il nullaosta. Apprezziamo l’impegno della Regione nel portare ai piani alti la diatriba ed alleggerire la tensione ma, le cose non cambiano, le direttive sono precise e noi pretendiamo siano rispettate. Già da tre anni ci siamo adoperati, spendendo quattrini, per metterci a norma con tutte le regolamentazioni in materia, ora vogliamo essere padroni dei nostri diritti. Gli oristanesi se ne faranno una ragione, ci sopporteremo a vicenda».

Foto Alessandro Pigliacampo

Il Codice di Navigazione è chiaro e la rivendicazione dei sub professionisti ha ragione d’essere, visto che tutti gli altri prodotti ittici godono della possibilità di raccolto in tre zone, due aree adiacenti oltre la propria. Normativa diversa, invece, per la specie dei ricci di mare, in quanto le scialuppe non sono considerate vere e proprie imbarcazioni da pesca ma da appoggio al subacqueo.

La disputa ha basi solide, al centro dei problema esiste un effettivo crollo della popolazione dei ricci. In dodici anni i ricercatissimi crostacei sono diminuiti sensibilmente e i dati del Cnr sono allarmanti. Solo negli ultimi due anni si è riscontrata una certa stabilità anche se, i primi imputati, continuano a rimanere gli abusivi che non si limitano a raccogliere 500 esemplari come fanno i pescatori autorizzati. «Sappiamo bene che siamo di fronte a una specie da preservare ma i dati sono contrastanti, deve essere fatta una ricerca seria che dia numeri certi». commenta Loi.

Rumors parlavano addirittura di un occupazione del porto ma, per ora, nulla di concreto visto che i diretti interessati sono fiduciosi e aspettano risposte positive dall’assessorato in questione. «Vogliamo essere tranquillizzati – prosegue un deciso Loi – Possiamo anche ritardare di dieci giorni ma, se all’undicesimo non abbiamo l’adeguato lasciapassare, scenderemo in mare dove ci è concesso dalla legge madre. Non vogliamo incorrere in una guerra tra poveri ma i rischi sono questi, e sono elevati. Loro non ci vogliono? Allora noi non vorremo loro e, qualora dovessimo sfociare in concrete collisioni, saremo costretti a bandire i prodotti ittici provenienti dal Golfo di Oristano».

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