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Non solo calcio: Davide Calatri, l’acrobata cagliaritano che sfida le onde. I successi sportivi dell’inossidabile kiter

Davide Calatri

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 Davide Calatri, kitesurf 15  

Molti ne hanno sentito parlare, tanti hanno ammirato le sue imprese dal vivo, altri ancora hanno la fortuna di essere suoi allievi: stiamo parlando di Davide Calatri, un’istituzione cagliaritana dello sport che sfida le onde e il vento.

Il surfista, classe ’69, è stato uno dei pionieri in Sardegna del kitesurf e, nel corso della sua lunga e strepitosa carriera, ha lasciato a bocca spalancata molti esperti del settore. Nonostante il suo successo abbia toccato l’apice con un secondo posto al primo “Campionato Italiano Formula Windsurfing” nel 1999 e bissato con un quinto posto nel 2000, oltre ad essersi aggiudicato svariati contest sardi, Calatri continua a praticare e a stupire le giurie dell’Italia nella disciplina del waveriding, le gare sulle onde.

Da piccolo si è cimentato in svariati sport ma Davide nasce come alzatore nella squadra di pallavolo della VBC Cagliari, convertita poi in San Paolo. A tredici anni, relativamente tardi, sperimenta il windsurf e ne rimane stregato. Da hobby estivo passa a perfezionamento invernale, fino all’ingresso nel mondo dell’agonismo. Qualche anno dopo si appresta al kitesurf, precisamente al freestyle, sport apparentemente simile ma completamente diverso, soprattutto molto più recente (nato nel 1999, ndr). «Entrambi sfruttano la forza del vento ma nel caso del kite, il proprio corpo fa da unione tra vela e tavola», ci spiega lo sportivo.

Nel panorama professionistico ha lasciato un ricordo indelebile: un’atleta molto tecnico, disciplinato e rigoroso. Il ballerino tra le onde è mosso anche da un sano tocco di pazzia, di chi ha il coraggio di sfidare se stesso ogni giorno. Oggi è un noto istruttore della scuola “KiteZone” con sede estiva a Capoterra ubicata nella spiaggia “La Maddalena” mentre, nella mattinata, è impegnato con i soci Gianluca Lai e Alessandro Danese nel negozio di via Mameli, Wipeout Boardshop, punto vendita per appassionati di vela e skateboard.
Appena può, il fuoriclasse indossa la muta e si dirige verso l’acqua, la sua vera e unica medicina quotidiana. Spirito libero, amante viaggiatore, domatore dalla forza incessante della natura, il kiter ha cavalcato le onde di mezzo mondo imbarcando talento e tavola in molte destinazioni oltreoceano: Hawaii, Barbados, Cape Town, sono solo alcuni dei venti stranieri esplorati da Davide, oltre l’Australia, il Perù e il Brasile. «Abbino viaggi di piacere, allenamenti e lezioni in camp di specializzazione per giovani atleti – racconta il velista – Da queste esperienze torni sempre diverso, con un bagaglio atletico-tecnico ingigantito. Se vuoi migliorare e conoscere i tuoi limiti devi passare per queste acque. Mi dispiace non essere riuscito a competere in gare internazionali – continua -Per farlo ci vogliono soldi: parliamo di uno sport costoso, ci vogliono denari per viaggiare con l’attrezzatura e sostare giorni sul luogo esotico della gara. Purtroppo, siamo ancora poco sostenuti dalla nostra Federazione».
La Sardegna, sua amata ed intoccabile terra, è un paradiso felice per chi si appresta, come lui, a sfidare le correnti salate. L’isola è infatti accarezzata da venti facili e costanti che spingono dagli 8 ai 35 nodi, con picchi di levantate e sciroccate, ed alzano l’acqua dal metro e mezzo fino ai tre. Davide la conosce a menadito, ha planato su quasi tutte le onde che circondano incessanti l’isola. «Il bello di questo sport è che vivi perennemente nell’imprevisto, nulla è prevedibile. Il tuo corpo deve sapere rispondere a stimoli ogni volta diversi, le nostre prestazioni dipendono molto dalle condizioni climatiche. Dobbiamo essere bravi a rispettare sempre il mare, ci vuole coraggio ma non incoscienza – continua – Anche io ho avuto paura dell’acqua però ho saputo fermarmi. Ho viaggiato tanto ma la mia città non la cambierei con nessun’altra: abbiamo una bellezza naturale che ci invidia tutto il mondo. Inoltre, a Cagliari, conservo il mio miglior ricordo: dal ’96 al 2000 avevamo sviluppato un team infallibile, tra i primi dieci surfer d’Italia c’erano sette cagliaritani. Ogni allenamento era peggio di una gara, una competizione continua».
Calatri è anche papà di due splendidi bambini prodigio: Matteo, quindici anni, e Nicolò di dodici. Il grande sta seguendo le orme del genitore, una vera macchina da gara con già tre titoli italiani Under sulle spalle e un futuro davanti tutto da conquistare. «Matteo può fare meglio di me – si sbilancia il papà – è preciso e cinico. Deve solo crescere ed aggiustare l’aspetto fisico. Nicolò è bravo ed inquadrato, sta scoprendo piano piano questo sport. Lui diventerà un commentatore sportivo, ha una memoria infallibile». Entrambi hanno ciò che Davide svela essere stato un suo piccolo rimpianto: «Da giovane io non ho avuto il supporto della mia famiglia. Il surf era visto dai miei genitori come un mero hobby, ricordo che andavo a fare le gare di nascosto. I miei figli, invece, voglio abbiano il giusto sostegno».

Il surf è indubbiamente uno sport all’aria aperta molto accattivante, che sfrutta la forza cinetica, richiede buona tecnica e coordinazione: «Come tutte le discipline l’infortunio è il rischio, ma non lo considererei uno sport estremo come può sembrare – ammette l’acrobata acquatico -. Consiglio a tutti di provarlo, l’adrenalina che trasmette è unica, ne rimarrete affascinati».

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