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Il viaggio di Autunno in Barbagia: facciamo tappa a Onanì, un autentico borgo di pace e tranquillità nel cuore della Sardegna

Onanì, tradizioni - Fonte www.borghiautenticiditalia.it

Anche il prossimo fine settimana ha il marchio di Autunno in Barbagia. Il viaggio alla scoperta dei tesori materiali e immateriali dell’entroterra barbaricino vi aspetta per raggiungere le sue prossime destinazioni. Gavoi, Meana Sardo e Onanì: sono i paesi protagonisti del sesto imperdibile appuntamento, dove le ricchezze del lato più intimo dell’Isola si mostreranno per due giorni, dal 7 all’8 di ottobre. Dopo aver ascoltato i suoni più antichi dell’Isola, a Gavoi, e il canto di una fata leggendaria, a Meana Sardo, è giunto il momento di fermarci a Onanì, per respirare la pace e la tranquillità di un autentico borgo nel cuore della Barbagia.

Onanì è un antico borgo dedito principalmente alla pastorizia che si trova nella Barbagia di Bitti. Il ricco passato, che comincia al principio della storia dell’uomo, e le autentiche tradizioni popolari, che qui si conservano, sono i tratti peculiari di questo piccolo paesino, la cui bellezza è stata decantata anche dal premio Nobel, Grazia Deledda. Onanì sorge a 500 metri di altezza, su un territorio collinare a metà strada tra Bitti e Lula: boschi di rovelle, fitta macchia mediterranea e lussureggianti colline sono ciò che regala il paesaggio, uno spettacolo che si estende dai vicini salti di Mamone, dove nidifica l’aquila reale, sino ai verdi pascoli della valle del riu Mannu. Inserito nel club dei Borghi autentici d’Italia, questo centro barbaricino è meta obbligata per chiunque sia alla ricerca di un rifugio rigeneratore: qui, la vita è scandita dallo scorrere lento del tempo che permette di assaporare assoluti momenti di pace e tranquillità. La posizione geografica del paese ha influito e plasmato le dimore del suo centro storico, che esprimono la tipica architettura barbaricina: case di un tempo, suddivise tra “su palatzu”, l’ambiente abitativo con “su fochile” (il focolare), “s’unnacru”, l’antico magazzino dove si conservavano le provviste, e “sas cortes”, i tipici cortili interni dove si allevavano maiali e galline. Altra peculiarità di Onanì sono i caratteristici murales che impreziosiscono tutto il paese: realizzati dal pittore Diego Asproni e dagli allievi dell’Accademia di Brera, queste opere rappresentano una pinacoteca a cielo aperto che racconta la quotidianità della vita agro-pastorale, gli eventi storici e i valori della comunità onaniese. Ben radicata è la tradizione religiosa: la forte spiritualità che traspira dai numerosi luoghi di culto presenti dentro e fuori dall’abitato, sfocia nei grandi festeggiamenti che si svolgono nell’arco dell’anno: si inizia con i fuochi di Sant’Antonio Abate, si prosegue poi con le celebrazioni campestri dedicate a San Bachisio e con la festa patronale in onore del Sacro Cuore , e si termina, infine, con la festa di San Francesco.

Onanì, particolare del centro storico – Fonte www.lamiasardegna.it

Ricco passato, autentiche tradizioni popolari, suggestivi paesaggi, tranquillità e spiritualità sono i tesori di questo piccolo paese, il cui nome, in sardo Onanie, non ha ancora una chiara etimologia. Secondo alcuni studiosi le sue origini potrebbero affondare nello strato linguistico protosardo, mentre sarebbe del tutto infondata l’ipotesi che le lega al termine fenicio “hon”, ovvero ricchezza e abbondanza dei pascoli. Interessante è, invece, la leggenda popolare che narra di un antico villaggio intitolato a un capotribù nuragico da cui deriverebbe il nome sardo Onanie.

Onanì, murale – Fonte www.galnuoresebaronia.it

Onanì, murale nel centro storico – Fonte www.galnuoresebaronia.it

BREVI CENNI STORICI. L’antica storia di Onanì affonda le sue radici nel passato preistorico e il suo territorio fu popolato dall’uomo già in epoca nuragica e pre-nuragica: lo raccontano le numerose testimonianze qui rinvenute, tra cui le tombe dei giganti, le domus de janas in località Cogoli, il pozzo sacro di Muros D’Avria e le straordinarie torri dei nuraghi di Santu Pretu, Salamizzi, Liri e Liuguri. Scarse sono le tracce della civiltà romana, ma profonda è, invece, l’impronta lasciata da quella bizantina: Onanì divenne sede di culto per Sant’Elena e i Santi Cosma e Damiano, cui sono dedicate le omonime chiesette campestri. In epoca medievale, il villaggio di Onanì, prima parte della curatoria di Bitti, nel Giudicato di Gallura, subì il controllo del Giudicato di Arborea. Subì, poi, la dominazione aragonese e nel XVII secolo fu incluso nel marchesato di Orani sino al 1839, anno di liberazione dal giogo feudale. A fine Ottocento il comune cedette la frazione di Mamone allo Stato che vi edificò la colonia penale ancora in uso.

Onanì, costume tradizionale – Fonte Sardinian Folk Costumes

COSA VEDERE. Pur essendo un borgo scarsamente popolato (poco meno di 400 abitanti), a Onanì le attrazioni non mancano e si muovono tra storia antica, fascino del centro abitato, tradizione e sacralità. Il remoto passato del paese si scopre attraverso le domus de janas di Sonastru, Collovras e Nuragheddu, le tombe dei giganti di San Bachisio e Tanca Pettorale, e i vari nuraghi presenti nel territorio, tra cui spicca il nuraghe Santu Pedru (San Pietro), la maggiore testimonianza preistorica di Onanì. Proprio nei pressi della costruzione nuragica, oggi parzialmente diroccata, si trova una delle attrazioni di maggior pregio del borgo: la chiesetta campestre di San Pietro Apostolo, un gioiello architettonico romanico. Questo piccolo capolavoro dell’arte sacra, dalle mura in conci di granito, risale alla seconda metà dell’XI secolo: scenografica è la copertura, realizzata in lastre di scisto, così come la facciata in stile romanico, caratterizzata da un portale con arco e un’apertura crociforme che si ripete sull’abside. Pregiata è anche l’arte sacra delle chiese che si incontrano nell’abitato, tra strette viuzze e magnifici murales. Degna di nota è la parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù, costruita nel 1866: il portale della parrocchiale è cornice di magnifiche formelle bronze, realizzate dalla mano di Pinuccio Sciola, in cui si ripercorre la passione e la resurrezione del Cristo. Come non menzionare, poi, la chiesa di Santa Maria di Loreto, un edificio sacro dalle forme gotiche, risalente al XIV secolo, di cui oggi, però, restano i ruderi degli affascinanti archi gotici. Per un’immersione nelle antiche tradizioni del borgo, invece, tappa obbligata è “Su Mulinu di Tziu Natalinu”, storica testimonianza della produzione di grano duro e della lavorazione del pane: costruito ai primi del Novecento, il mulino è oggi un piccolo museo che ripercorre le tappe della cultura e dell’identità onaniesi.

Onanì, nuraghe Santu Pedru – Fonte www.galnuoresebaronia.it

Onanì, chiesa di San Pietro Apostolo – Fonte www.visitonani.it

Maria di Loreto – Foto web

NATURA. La pace e la tranquillità che si respirano a Onanì sono un dono prezioso anche della natura circostante, casa di diverse specie faunistiche locali. Qui, il paesaggio si concede al visitatore con panorami diversi, ma allo stesso modo unici e affascinati: straordinario è quello delle valli formate dai principali corsi d’acqua – riu Mannu, riu Masicare e riu Laerru – plasmato dalla rigogliosa vegetazione tipica degli ecosistemi fluviali; spettacolare è quello dell’altipiano granitico di Mamone, dove non è difficile scorgere i nidi dell’aquila reale, la regina dei cieli. Tra i rilievi, poi, si adagiano vaste distese verdeggianti riservate al pascolo brado, in cui si ritrovano i tradizionali rifugi dei pastori, “sos cuiles”, ancora oggi utilizzati da chi ripercorre i tradizionali sentieri della transumanza. Lungo questi percorsi, infine, si giunge allo spettacolo naturalistico offerto dalla foresta di “S’Adde de S’Achina”, dove si conservano lecci secolari.

Onanì, panorama circostante – Fonte www.cuoredellasardegna.it

CUCINA E ARTIGIANATO. La vita di Onanì ruota attorno all’attività agro-pastorale, condotta ancora oggi con metodi tradizionali: i sapori che qui si gustano sono quelli tipici della tradizione barbaricina e rievocano antichi riti, tramandati di generazione in generazione. Oltre alla produzione del formaggio pecorino, dei salumi e del tipico “porcetto”, il borgo eccelle nella preparazione del “pane carasatu”, delle prelibate “seadas” e delle “casatinas”, delle formaggelle tipiche delle festività pasquali che a Onanì si riproducono nella versione salata. Nel borgo, infine, non manca l’antica arte artigiana, focalizzata soprattutto nella lavorazione del legno e del ferro.

Onanì, preparazione seadas – Fonte www.cuoredellasardegna.it

Se per il sesto appuntamento di Autunno in Barbagia avete deciso di fermarvi a Onanì, per godere della pace e della tranquillità che regala, qui trovate il programma completo.

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