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‘Questo è il mio Cagliari, tutti remano dalla stessa parte’: seconda vittoria per Rastelli e ottavo posto in classifica

Il Cagliari vince, convince, segna e non subisce. I sei punti conquistati in una settimana ai danni di due (presunte) avversarie per la salvezza consentono slancio e fiducia verso il futuro, che in questo momento si presenta sotto le ghiotte forme di due gare casalinghe contro Sassuolo e Chievo. Nel giro di due settimane i rossoblù potrebbero ritrovarsi ad alte vette, e nel mentre Massimo Rastelli gongola: questa è la squadra che ha sempre sognato dal momento in cui è diventato allenatore. Non è un caso che lo abbia ripetuto più volte in conferenza stampa dopo la bella vittoria di ieri, dove anche al 94′ i suoi giocatori stavano correndo in copertura per evitare che Cragno subisse anche solo un gol.

«Questo è il mio Cagliari, tutti mi ascoltano e remano dalla stessa parte» ha affermato il tecnico a fine partita. L’euforia del 2-0 netto rifilato alla Spal è ancora calda, ma Rastelli pensa che questo risultato, in altre circostanze, sarebbe stato quasi impossibile da realizzare. È il suo Cagliari, con le trame di gioco che avrebbe voluto infondere sin dalla fine della scorsa stagione  e con gli interpreti adatti all’ascolto e all’abnegazione tattica. E con la tattica ha vinto tutto: possesso palla continuo nel primo tempo, pochi tocchi negli spazi stretti, ricerca variabile dei tagli di Pavoletti o Sau a favore degli inserimenti – azione che ha portato l’1-0 siglato da Barella, tendenza ad addormentare la partita per smorzare la vitalità degli avversari, tendenza alla ripartenza fulminea con l’ingresso di Farìas. La scelta di inserire il brasiliano al posto di Sau ha decisamente spaccato la partita, allentando la sofferenza portata dai padroni di casa e ripartendo con la chiara intenzione di fare molto male. Alla fine il tabellino recita appena due gol ma sarebbero potuti essere anche quattro se non avesse sbagliato due nitide occasioni davanti a Gomis. Una serie di errori che nella teoria ha tenuto in bilico il risultato, sigillato dal golazo di Joao Pedro. Nella pratica, i rossoblù non hanno mai dato l’impressione di poter capitolare pur compiendo qualche errore in ripiegamento e in chiusura (Pisacane ha rischiato di farla grossa verso la mezz’ora, costringendo Capuano ad un fallo da cartellino arancione). Il centrocampo funziona a meraviglia, Pavoletti si sacrifica spendendo anche l’ultimo brandello di fiato e Cragno è diventato a tutti gli effetti una sicurezza dopo la timidezza mostrata nelle prime due giornate: le parate su Borriello e Viviani hanno mostrato il significato dei tanti soldi offerti prima dal Napoli e poi dall’Inter per opzionarlo in vista della prossima stagione.

Non ci sono primedonne, non ci sono persone dal carattere forte che possano scavalcare l’allenatore, tentando di imporre il peso della propria esperienza. Col tempo sono stati mandati via Storari, Bruno Alves, Isla, Borriello. Altri sono rimasti con la consapevolezza che se il primo e unico amore è il Cagliari, allora val bene qualunque allenatore, anche Rastelli. Lo hanno capito Dessena e Sau, da sempre molto critici con Rastelli. Non hanno mai indietreggiato invece Pisacane, Joao Pedro e Farìas che col tecnico hanno tenuto e stanno tenendo un rapporto di splendido rispetto e fiducia reciproca. Non è un caso che siano stati primi a schierarsi con lui nel momento in cui Borriello ha iniziato a fare le bizze. E non è un caso che i brasiliani ed un altro manipolo di giocatori rossoblù si siano rifiutati di stringere la mano all’ex attaccante, sancendo un distacco tra il Cagliari del passato e quello del presente che guarda ad un futuro pieno di soddisfazioni.

È curioso però notare come questo Cagliari non nasca questa estate o nell’ultima settimana, ma getti le sue basi lo scorso gennaio con l’arrivo di Nicola Legrottaglie come responsabile della fase difensiva e psicologo del gruppo. Nasce dal 4-1 rifilato al Genoa il 15 gennaio, prosegue con l’1-1 in casa della Sampdoria, con le vittorie in trasferta ai danni di Crotone e Palermo, le successive affermazioni su Pescara, Chievo ed Empoli. In pratica la squadra ha preso coscienza della propria forza, della propria superiorità rispetto alle parigrado, dimostrata anche nella trasferta con lo Spal. Prende quota una formazione che, probabilmente, deve lavorare ancora per superare le avversarie di alto rango ma che passetto passetto sta definendo il suo posto nel mondo. L’attuale ottavo-decimo posto è il punto ideale richiesto dalla società, in processo graduale dove anche Rastelli si è liberato della eccessiva prudenza e delle ansie patite nella scorsa stagione. È più libero, sereno, consapevole non solo della sua estrema concretezza ma anche di avere alle spalle uno staff di riguardo col quale confidarsi, esporre le proprie idee e migliorarle, in modo che i suoi ragazzi possano assimilare velocemente l’idea di vincere e togliersi numerose soddisfazioni da qui alla fine del campionato.

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