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Col Crotone, il Cagliari ha dimenticato il bel gioco e sfoderato il cinismo: i tre punti sono l’unica cosa che conta

La sostanza rimane sempre la stessa: quando c’è da far punti, Massimo Rastelli li coglie. Ed è così che il Cagliari ha festeggiato la prima gara giocata alla Sardegna Arena, con una vittoria che schioda Barella e compagni dallo zero in classifica e consente di iniziare a marciare. È mancato il bel gioco ma è uscito fuori il cinismo: nell’unico break concesso dal Crotone, i rossoblù sono stati spietati andando a segnare con Marco Sau.

Tre punti a parte, alcuni tifosi si sono soffermati sulla prestazione dei propri beniamini. Sono ritornate le critiche allo staff tecnico, a Rastelli in particolare per aver presentato il solito Cagliari, quello che fatica e rischia con le parigrado che invece dovrebbe schiantare. Si aspettavano una goleada, Pavoletti superstar, gioco veloce e dinamico, impegno corale a far esultare i tifosi. Sono i residui di una zemanite che fatica a lasciare i cuori dei sardi, con quel “meglio in B con Zeman che in A con altri allenatori” che ancora oggi risuona come una bestemmia al comune buon senso. Forse la colpa sta nelle prime due prestazioni della stagione, le gare con Juventus e Milan avevano dato la sensazione che qualcosa fosse cambiato per davvero, che cambiando i protagonisti cambiassero i risultati. La differenza però sta proprio nella interpretazione alle partite delle squadre sfidate: le due succitate sono tanto tecniche quanto aperte, concedono spazi per prendersi spazi, garantendo così un palleggio molto più scintillante, che esalti le caratteristiche tecniche di alcuni giocatori rossoblù (Barella, Joao Pedro, Farìas, Sau e Cigarini su tutti).

Il Crotone era giunto in Sardegna per fare un altro tipo di gara, più chiuso e accorto, votato al pressing e alle ripartenze, alla conquista di un punto con la speranza di fare il colpo a sorpresa. Così giocando ha dimostrato una mediocrità di fondo che rischia di fargli vivere una annata di affanni e paure, identica a quella passata. Il risultato in campo si chiama un solo tiro in porta ben bloccato dall’estremo difensore rossoblù Cragno, tante chiusure, tanta confusione e qualche piccolo break mal sfruttato. Le punte Budimir e Trotta non sono mai state capaci di superare l’ermetica difesa cagliaritana, ben registrata sotto la regia di Fabio Pisacane e il lavoro oscuro quanto efficace di Marco Andreolli. In una gara bloccata di questo tipo era difficile far fiorire un gioco bello e spigliato, ma era anche necessario risolverla col minimo sforzo. « Con una squadra così fisica c’era il rischio di pareggiare » ha sentenziato Rastelli in conferenza stampa, « siamo però stati bravi a concedere poco. I tre punti erano l’unica cosa che contava per davvero e sono felice di aver inaugurato il nuovo stadio con una vittoria ».

La concretezza è sempre stata la parola d’ordine della carriera del tecnico di Torre del Greco. Le vittorie e gli obiettivi raggiunti sono sotto gli occhi di tutti ed anche stavolta ha confermato come l’imperativo sia vincere, soprattutto contro le parigrado, mostrando una superiorità disarmante in termini di risorse a disposizione. Se con Juventus e Milan aveva imparato la teoria, col Crotone il Cagliari ha imparato a mettersi in marcia verso una stagione lunga e affascinante. Il campionato è adesso e con lo Spal sarà necessario intraprendere un filotto di risultati utili da confermare poi di nuovo in casa propria nella doppia sfida casalinga con Sassuolo prima e Chievo Verona poi. Risiede in queste tre partite in processo di accelerazione dei rossoblù, che a breve metteranno ulteriore benzina sulle gambe e potranno testare in maniera continua la condizione dei nuovi Pavoletti e Van Der Wiel (ieri assente). E, ancora una volta, saranno sempre i tre punti l’obiettivo principale, consentendo al bel gioco di prendersi piano piano la scena.

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