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Minacce a Pigliaru, il governatore risponde: “Non ci faremo intimidire”.

Francesco Pigliaru

Francesco Pigliaru

Il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru è intervenuto a seguito delle minacce ricevute tramite una busta contenente quattro cartucce da fucile calibro 12.

«Grazie a tutti per la solidarietà nei miei confronti e in quella di tutta la Giunta. Ne abbiamo ricevuto moltissima dalle forze politiche, dalle rappresentanze di categoria e dai privati cittadini. È il modo migliore per dimostrare che la Sardegna è ben altro rispetto a minacce vili che si ripetono e sulle quali noi abbiamo deciso di tenere il massimo riserbo anche quando sono arrivate nella nostra sede istituzionale: non ci fanno paura, non incidono sul lavoro svolto né sull’attività politica e amministrativa portata avanti dalla Giunta e dalla Presidenza».

Oltre al presidente della Regione, sulle cartucce sono stati scritti i cognomi di altrettanti politici. Si tratterebbe di Letta, Carbini e Sanna. Sull’episodio indaga la Digos secondo la quale ci sarebbero analogie con la lettera minatoria giunta al Comune di Sassari il 14 agosto. Anche questa conteneva quattro cartucce, ognuna delle quali indicanti dei cognomi:  Ganau (il presidente del Consiglio regionale), Spissu, Oppi (segretario Udc Sardegna) , Zedda (il sindaco di Cagliari) e Fornero (l’ex ministro del Lavoro).

«In Sardegna chi gestisce la cosa pubblica, a tutti i livelli, è troppo spesso oggetto di intimidazioni – prosegue Pigliaru – e sono i rappresentanti delle Istituzioni nei territori a pagare il prezzo più alto. Per questo non dobbiamo abbassare la guardia. È una chiamata alla responsabilità: lo dobbiamo soprattutto agli amministratori locali che con sempre maggior frequenza, oltre le minacce, subiscono veri e propri attentati. L’invito è a vigilare tutti perché il confronto non diventi mai disinformazione né polemica sterile, a servizio dei fanatici, ma resti sempre sul terreno del dibattito democratico. Da parte nostra − conclude  – proseguiremo nel nostro lavoro come abbiamo sempre fatto, per aiutare la Sardegna a uscire da una lunga e durissima crisi».

 

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