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Vuelta a España al via, Fabio Aru deciso a migliorare il quinto posto del Tour de France. Froome e Nibali i principali avversari

Settantaduesima edizione della Vuelta a España al via domani sera da Nimes. Una edizione che, aiutata dalla disposizione in calendario, potrà vantare il meglio del ciclismo mondiale. Tre settimane (da sabato 19 agosto a domenica 10 settembre) di corsa durissima, incentrata su tapponi di montagna di prima categoria che faranno selezione sin dalle prime giornate. Un modo in più per Fabio Aru per rilanciare le proprie quotazioni dopo il buon quinto posto al Tour de France.

Il Cavaliere dei Quattro Mori è rimasto in dubbio fino all’ultimo: le voci di mercato che lo davano prossimo all’addio all’Astana stavano convincendo il team kazako ad escluderlo dalla grande corsa spagnola. Poi il dietrofront: da un lato Alexander Vinokurov – general manager del team – ha avuto difficoltà a trovare un corridore che potesse competere ad alti livelli, dall’altra Aru ha deciso di rinviare la decisione sul suo futuro per il mese di ottobre quando la stagione ciclistica sarà arrivata alla conclusione. Le due parti sono ancora distanti sulla questione rinnovo e balla ancora una lauta offerta della UAE Emirates sul tavolo del villacidrese, ma per il quieto vivere hanno deciso di venirsi incontro. Così Aru sarà presente alla Vuelta con una squadra di tutto rispetto, vista la presenza di gregari come Luis Sanchez, Jesper Hansen, Alexey Lutsenko e Miguel Angel Lopez. A differenza del passato, ha deciso di affrontare un allenamento diverso: niente montagne, tanta tattica e velocità in quel di Lugano, cambiando per la prima volta dopo cinque anni il metodo di preparazione. « Mi sento al 100%, ho recuperato bene dalle fatiche del Tour. Sarà una corsa durissima, come sempre. Sono curioso di vedere come si svilupperà la sfida con Vincenzo, siamo amici e lo rispetto, ma in corsa niente alleanze ». Obiettivo? Vincere qualche tappa e puntare alla maglia rossa di leader, una maglia già indossata nel 2015 fino al gran finale di Madrid.

E per la prima volta i due corridori italiani più forti saranno l’uno contro l’altro: Fabio Aru e Vincenzo Nibali hanno condiviso tante gioie da compagni di squadra, ma stavolta la sfida sarà diretta dopo il forfait del primo al Giro D’Italia. La rivalità tra lo Squalo e il Cavaliere dei Quattro Mori si era concretizzata ai tempi dell’Astana, quando il siciliano era il capitano indiscusso mentre il sardo aveva un ruolo di gregariato. Dalla passata stagione, però, le strade dei due si sono separate e l’Italia è ora pronta a dividersi nel tifo. Dovranno guardarsi chiaramente le spalle da altri grandi favoriti: Chris Froome vuole ottenere la doppietta storica Tour-Vuelta ed avrà al seguito il solito squadrone, Alberto Contador chiude una carriera fantastica con l’auspicio di sorprendere tutti nella sua corsa prediletta, Romain Bardet cerca un riscatto dalla delusione cocente del terzo posto al Tour, Warren Barguil e Illnur Zakarin proveranno a confermare le cose buone mostrate durante l’anno, mentre per i fratelli Yates sarà il momento buono per scompaginare le carte della vigilia.

La Vuelta parte domani da  Nimes, in Francia, con una breve cronometro a squadre. Al via non ci sarà lo spagnolo Samuel Sanchez della BMC, trovato positivo all’antidoping. La carovana percorrerà ben 3.300 km  presenta difficoltà dopo appena tre giorni: ad Andorra arrivano le prime montagne con strappi molto duri, a fare da antipasto a quel che accadrà nei giorni successivi.  Gli ultimi 50 chilometri saranno corsa vera con le scalate del Coll de la Rabassa (1ª cat., 13,3 km al 6,8%, 15,0% max) e dell’Alto de la Comella (2ª cat., 4,3 km al 8,6%) prima della picchiata di 7,1 chilometri verso il traguardo. Il giorno dopo la corsa si snoderà totalmente in territorio spagnolo con la facile Escaldes-Engordany – Tarragona (198,2 km), antipasto del primo arrivo in salita ad Alcossebre (175,7 km), 3,4 chilometri al 4,2% in grado di sorprendere. Gli uomini di classifica torneranno protagonisti nella Hellín – Xorret de Catí (199,5 km), con il duro strappo dell’Alto Xorret de Catí (1ª cat., 5,0 km al 9,0%, 18,0% max) che terminerà a soli 2,9 chilometri dal traguardo. L’undicesima tappa sarà lo spartiacque della corsa:  La Lorca – Observatorio Astronómico de Calar Alto (187,5 km) metterà finalmente sul piatto altitudini importanti con l’Alto de Velefique e l’ascesa finale di 15,5 chilometri al 5,9%, con punte al 12,0%. Poco o niente nei giorni successivi fino alla lunga ascesa di  Alcalá la Real – Sierra Nevada/Alto Hoya de la Mora (129,4 km), che vedrà i corridori percorrere la lunghissima ascesa finale divisa in Alto del Purche e Alto Hoya de la Mora.  Il gran finale della terza settimana prevede una crono di 40 km abbastanza pianeggiante prima di una due giorni terribile, che si aprirà con l’impegnativo arrivo sull’Alto de Los Machucos (180,5 km), salita di categoria HC lunga 7,2 km con una pendenza media dell’8,7%, e punte del 26,0%.  La corsa si deciderà infine il penultimo giorno con la Corvera de Asturias – Alto de L’Angliru (117,5 km), arrivo in salita massacrante di 12,5 chilometri al 9,8%, con massime al 23,5%. Si arriverà come al solito a Madrid per la passerella finale.

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