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Inchiesta rifugi. Bau Club di Settimo San Pietro: 170 cani da accudire ogni giorno e nessun aiuto pubblico

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Elena Pisu

Abbandoni, maltrattamenti e randagismo: ecco con cosa hanno a che fare tutti i giorni e senza sosta i volontari che si occupano di salvare e accudire i cani e gli animali randagi in Sardegna. Senza contare poi il mantenimento quotidiano: cibo, medicine, pulizie, visite veterinarie e tanto, tanto tempo da dedicare loro. Là dove le istituzioni languono ecco che, l’esercito degli invisibili entra in azione, con una forza di volontà di incredibile tenacia. Là dove mancano politiche pubbliche volte a sterilizzazioni di massa per tentare di frenare la piaga del randagismo (endemica nella nostra Isola) e alla formazione di una solida cultura cinofila e rispettosa degli animali, gli unici che restano in questa lotta impari sono loro, i volontari.

Elena Pisu con il figlio Gabriele, giovanissimo e instancabile volontario in erba

Dopo aver parlato della Casa di Bingo di Capoterra con Elisabetta Podda in prima linea 12 ore al giorno, di Amico Mio di Sestu, raccontatoci da Silvia Marrocu, la vicepresidente, ecco il turno di Elena Pisu e della Bau Club di Settimo San Pietro con, udite udite, 170 cani da mantenere 365 giorni all’anno.

Come si chiama il rifugio e dove si trova?

Rifugio Elliot, di proprietà della Elliot Soccorso Onlus, la Bau Club ha un contratto che avrà termine il prossimo marzo e che non verrà rinnovato. Da marzo 2018 i cani dovranno cercare un altro alloggio.

Qual’è il tuo ruolo al rifugio?

Sono la responsabile di tutto in quanto legale rappresentante

Quanti cani sono presenti al rifugio?

Circa 170

Qual è la spesa giornaliera base stimata per ognuno di loro e in cosa consiste (cibo, sterilizzazioni etc)?

60 chili di crocche al giorno oltre all’umido per tutti i cani anziani e per quelli convalescenti. E cibo per cuccioli quando ne abbiamo ospiti…fate voi.

I cani che recuperate dalla strada o da situazioni di disagio ogni anno quanti sono?

Ecco i numeri: nel 2014 ne sono entrati 48 e usciti 37, nel 2015 85 ingressi e 55 uscite, nel 2016 61 ingressi e 55 uscite e nel 2017 per ora 23 ingressi e 23 uscite.

Ci sono molti cani anziani e/o malati?

Abbiamo circa 80 cani affetti da leishmania. Abbiamo anche una alta percentuale di malattie oltre che diverse, ma questo rientra nella norma per una questione di numeri. Nonostante ciò tutte le femmine sono sterilizzate e circa il 70% dei maschi castrati

Le medicine più care che vi servono di frequente quali sono e per curare quali patologie? I loro costi?

Alla spesa non ci voglio mai pensare…nel senso che affrontiamo tutto, in un modo o nell’altro si fa ciò che è necessario. Abbiamo anche la fortuna di avere un gruppo di veterinari bravi e comprensivi nonché molto competenti.

Vi arriva qualche supporto economico pubblico?

Non abbiamo convenzioni e quindi non abbiamo erogazioni di denaro pubblico. Ringraziamo moltissimo tutte le persone di buon cuore che ci sostengono.

Come fai a trovare il denaro necessario per accudire i cani?

Gestire una organizzazione come la Bau Club impone però interventi a 360 gradi, non ci si può occupare solo dei cani, si devono fare tante attività: eventi per raccolte fondi, raccolte alimentari continue, raccolte farmaci, adozioni a distanza, bomboniere solidali. Non solo ma non si può pensare solo a “noi”… si deve pensare ad educare i bambini nelle scuole, a informare le persone sulla sterilizzazione, organizzare chip day, fare la guerra con le istituzioni e rispondere a tantissimi appelli.

Il tempo che passi al rifugio ogni giorno

Chi gestisce un rifugio lo fa 24 ore al giorno, senza ferie e senza assenze per malattia. Sono stata a casa solo quando mi è venuta la pleurite e la mia gravidanza si è conclusa quando ho rotto le acque uscendo dal rifugio.

Quanti volontari ci sono quotidianamente a dare una mano?

I volontari sono diversi, alcuni operano al rifugio altri svolgono attività esterne. Sempre troppo pochi per il carico di lavoro che abbiamo.

È un lavoro impegnativo? Da quali punti di vista?

L’impegno è decisamente al di sopra delle previsioni, non faccio vacanze da 12 anni e le mie priorità sono decisamente cambiate, se penso al prezzo di un vestito immagino a quante sterilizzazioni potrei pagarci con quei soldi. La tua vita cambia ma nel mio caso è stata una mia libera decisione, volevo fare questo e questo ho fatto, era il mio obiettivo dei 50 anni e sono felice di esserci riuscita.

Un messaggio che vorresti lanciare alle istituzioni: cosa fanno che non va bene e cosa dovrebbero fare per aiutarvi

Le istituzioni… questo grande mistero… parliamo di chi? Le Asl si rifiutano di sterilizzare i cani delle associazioni ma sterilizzano gratis i cani dei canili privati o comunali e questa è una cosa vergognosa. La polizia locale in genere si rifiuta di intervenire in caso di abbandoni e maltrattamenti, spesso invitano gli utenti a violare le leggi rispondendo alle segnalazioni con un «lo riporti dove lo ha trovato». Le amministrazioni comunali sono completamente miopi, gestiscono le emergenze con costi pazzeschi senza fare veri progetti di effettiva diminuzione del tasso di randagismo. La regione è assente, non ha minimamente il polso della situazione, non pubblica dati sui canili, sulle adozioni, sugli ingressi e sui decessi pur avendoli a disposizione annualmente. La Sardegna è ai primi posti in tutta Italia per il numero di randagi e malgrado ciò il problema non viene considerato adeguatamente. La regione ha istituito un tavolo tecnico sul randagismo, le associazioni sono state escluse e i componenti sono ad un punto morto, forse per mancanza di obiettivi?

Una foto della situazione attuale? La metà dei randagi sardi sono nelle tasche dei signori dei canili privati e l’altra metà sono sulle spalle delle organizzazioni di volontariato che sputano sangue per andare avanti.

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