Site icon cagliari.vistanet.it

Follia incendiaria e solidarietà: a Marrubiu, l’azienda agricola “QuaSodi” rinasce dalla cenere grazie al buon cuore della gente

Quel che resta dell'azienda "QuaSodi" di Marco Sunda, dopo l'incendio.

Quel che resta dell'azienda "QuaSodi" di Marco Sunda, dopo l'incendio.

Di giorno il cielo si fa scuro, in un attimo il fumo è padrone dell’aria, e le notti, una dopo l’altra, si accendono di un rosso intenso, quello del fuoco. È il diario della drammatica estate in Sardegna, nelle cui pagine nere si legge, costante, un’unica parola: incendio. Da Nord a Sud non c’è tregua, l’Isola è ostaggio delle fiamme e continua a bruciare, divorata da una follia criminale, che non trova alcuna giustificazione. Una volta domato il fuoco, la scena è sempre la stessa: tra le ceneri di macchia mediterranea ormai perduta, si ritrovano anche la fatica, il sudore e il lavoro di tutta una vita. I danni non si contano. Sono tante le aziende andate distrutte dagli incendi scorsi, ma qualcuna riesce a rinascere anche grazie alla straordinaria solidarietà del popolo sardo e non solo.

È successo a Marrubiu, in provincia di Oristano. Lì, il 31 luglio scorso, il violento rogo di origine dolosa si è preso l’azienda “QuaSodi” del giovane apicoltore Marco Sunda e, con essa, le sue api. Carolina, Aresti, Diesel, Diletta, Bianca sono solo alcune delle “piccole operaieperse durante l’incendio. Insieme al fumo, si è dissolto anche il lavoro di Marco, così come la possibilità di portare un pezzetto di Sardegna al concorso nazionale Grandi Mieli d’Italia”, previsto per il settembre prossimo.

L’azienda “QuaSodi” è una piccola impresa agricola a conduzione familiare, che si occupa di apicoltura e di florovivaismo. A causa dell’incendio, purtroppo, è rimasto davvero poco ed è difficile quantificare i danni tra serre, frutteto e coltivazioni mellifere, senza contare poi, le api, che per Marco hanno un valore inestimabile.

«Questo è ciò che rimane della nostra piccola azienda, un territorio lunare» – scriveva ieri l’apicoltore, a commento di una drammatica foto postata su Facebook nella pagina dell’impresa. Nonostante il dolore e la rabbia, la voglia di ripartire è tanta, ma da sola non è sufficiente. Da qui, la richiesta d’aiuto lanciata sul social: delle semplici pedane di legno per ricostruire le arnie. «Solo questo, un po’ di pedane, anche se rotte, almeno per ripartire» – precisava.

In poche ore l’appello di Marco è diventato virale e subito è scattata la generosità. La sua richiesta d’aiuto, infatti, è già stata soddisfatta, accolta da un’immensa solidarietà. Sono tantissime le persone, dentro e fuori dall’Isola, che in questi terribili momenti hanno offerto il proprio sostegno, impossibile contarle tutte. C’è chi gli ha fornito le pedane, chi si è offerto di acquistare l’ottimo miele prodotto e chi, semplicemente, ha portato una parola di conforto e coraggio.

Marco Sunda al lavoro nella sua azienda, pochi giorni prima dell’incendio.

Il coraggio di proseguire e di ricostruire tutto. «Sinceramente non mi aspettavo questa solidarietà, ma la gente di Sardegna e il popolo italiano sono persone dal cuore grande» – ci dice Marco. Un sostegno importante che lo ha spinto a riconsiderare anche la sua partecipazione al concorso “Grandi Mieli d’Italia”. «Grazie alla solidarietà di tutti parteciperò al concorso per rendere fiere queste persone, perché con il loro aiuto abbiamo raggiunto un ottimo traguardo – prosegue ancora – le vorrei ringraziare dal primo all’ultimo con un grandissimo abbraccio e portarle a vedere il magico mondo delle api e di madre natura».

Le piccole operaie al lavoro.

Certo, ci vorrà del tempo perché le piccole api di “QuaSodi” riprendano il ritmo di una volta. Oggi, però, tra le innumerevoli pagine nere di questo drammatico diario estivo, possiamo contare una pagina bianca, su cui appuntare, finalmente, una storia a lieto fine.

Exit mobile version