Site icon cagliari.vistanet.it

Paolo Nespoli, a 60 anni per la terza volta nello spazio. Troppo anziano?

Paolo Nespoli, a 60 anni per la terza volta nello spazio. Troppo anziano?

Paolo Nespoli, a 60 anni, ritorna nello spazio per la terza volta nella sua vita da astronauta. Il 28 luglio ha iniziato la missione che porterà l’italiano verso la Stazione Spaziale Internazionale. E non sarà un giorno qualunque perché Nespoli diventerà l’europeo più anziano ad andare in orbita. Con lui ci saranno pure l’americano Randy Bresnik e il russo Serghej Rjazanskij. Un bel traguardo anche per l’Italia. Forse troppo anziano?

«Non è un mio record. Sono la tecnologia, la scienza e la medicina che oggi permettono di superare certi limiti, anche di età». L’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea è stato festeggiato, insieme ai compagni di equipaggio, a Mosca dall’ambasciatore italiano Cesare Maria Ragaglini. 

Sul record, ammette: «John Glenn andò nello spazio a 77 anni, ma per un volo sullo Shuttle di pochi giorni. Io starò in orbita sei mesi. Come paragonare una corsettina di mezzora a una maratona. Si può parlare di record mondiale». Chissà che questa volta non ci scappi anche una passeggiata nello spazio: «Non mi dispiacerebbe, ma non è la priorità. Il mio obiettivo principale è essere il miglior astronauta possibile». Prima di Samantha Cristoforetti, è stato Nespoli a portare i social nello spazio: «Porto la gente con me. Faccio capire ai giovani che ci si può realizzare anche grazie alla scienza e alla tecnologia e non solo facendo l’attore o il calciatore».

Della Terra gli mancheranno «Dormire bene, i sapori e i colori. Ma ci sono tante cose che sulla Terra non hai, come l’assenza di gravità e la possibilità di guardare il nostro pianeta da una prospettiva unica. Quando torni giù, è bello rivedere la famiglia, risentire i sapori, parlare con la gente, ma nello spazio non mi mancava nulla perché lassù c’era tanto da scoprire». Nello spazio si torna un po’ bambini: «Sei diversamente abile, non riesci a muoverti finché non ti lasci andare e provi a fare le cose. All’inizio non ci riesci, ma quando ce la fai, provi quel senso di scoperta che avevi da bambino e poi perdi. E impari a fare lavoro di squadra. L’uomo e la luna? Io penso che tra 500 anni sulla Luna avremo città intere, anche perché saremo così tanti sulla Terra che dovremo andarci per forza».

Exit mobile version