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Aru il giorno dopo le Alpi: oggi tappa di trasferimento vinta da Boasson-Hagen. Domani la crono per difendere il quinto posto al Tour

La bronchite, una condizione fisica non ottimale e gli errori della Astana. Le attenuanti per le due tappe di montagna sottotono sono diverse. Ma finora il bilancio della partecipazione di Aru al Tour rimane positivo.

La tappa di oggi, da Embrun a Salon-de-Provence, ha lasciato il tempo ad Aru e ai suoi tifosi per analizzare la partecipazione del Cavaliere dei Quattro Mori al Tour de France di quest’anno. L’obiettivo del podio è quasi impossibile. Più fattibile recuperare una posizione in classifica generale, con Mikel Landa a portata di mano. In ogni caso, un quinto posto alla Grande Boucle è tutt’altro che da buttare. Il Tour è la corsa in bici più importante del mondo, e Aru ha regalato emozioni, senza mai arrendersi nonostante una preparazione incompleta e una squadra, l’Astana, che non si è dimostrata all’altezza delle ambizioni di vittoria del suo capitano.

La crisi di ieri sull’Izoard è figlia di diversi fattori. Affrontare la salita più dura della corsa in giallo con una bronchite non è la condizione ideale per attaccare un mostro come Froome, e neanche per lottare con i migliori. Ma il carattere di Aru ha permesso al campione villacidrese di non accumulare un ritardo ancora maggiore. C’è da dire che dal giorno in cui il Cavaliere dei Quattro Mori ha preso la maglia gialla, ha dovuto assumere antibiotici per guarire, e salire sopra i duemila metri ha acuito i suoi problemi di respirazione. Una situazione con cui Aru aveva già dovuto fare i conti alla Tirreno-Adriatico ad inizio stagione.

Poi c’è la questione Astana. Gli errori del team kazako sono stati evidenti, a partire dal mancato traino in volata da parte del compagno di squadra Fugslang nella tappa di Chambery, passando per l’attacco di Lutsenko ieri sull’Izoard, fino alle troppe volte in cui Aru è rimasto senza compagni di squadra (contrariamente a quanto accaduto a Froome). Qualcuno ha addirittura sollevato il dubbio che il mancato rinnovo di Aru con l’Astana abbia avuto un ruolo nel comportamento dei compagni di squadra, che anziché aiutarlo, gli hanno remato contro.
Ma le scuse sono per i perdenti, e Aru non lo è. Rimangono due settimane di lotta e spettacolo. Emozioni forti con una vittoria di tappa a Planche des belles filles e due giorni in maglia gialla meritano un grazie da parte di tutti i sardi e dagli appassionati in genere. La maglia gialla Chris Froome, ad esempio, guida la classifica senza aver vinto neanche una tappa, ma collezionando soltanto tre terzi posti, di cui uno a cronometro. Oggi Fabio è rimasto nel gruppo, a rifiatare in vista dei 22 chilometri di crono di domani. Una frazione breve, un percorso intorno a Marsiglia ma con una salita importante verso Notre Dame de la Garde, che rappresenta una buona occasione per attaccare il quarto posto in generale di Mikel Landa.

Oggi, all’arrivo di Salon de Provence, la vittoria è andata a Edvard Boasson Hagen (Dimension Data), con uno spettacolare attacco a due chilometri dall’arrivo. Il norvegese, dopo due piazze d’onore, conquista la prima vittoria al Tour, seguito da Nikias Arndt (Team Sunweb) a 5″ e da Jens Keukeleire (Orica-Scott) a 17″. Fuori dal podio Daniele Bennati (Movistar) quarto e Thomas De Gendt (Lotto Soudal) quinto. Aru ha tagliato la linea del traguardo al sessantunesimo posto con 12’51” di ritardo, senza però perdere secondi dagli uomini di classifica. Una tappa sostanzialmente noiosa e lenta, con una fuga di una ventina di corridori partita dopo circa un’ora di gara e che è arrivata ad avere un vantaggio massimo di dieci minuti. Il gruppo dei fuggitivi si è poi spezzato in tre tronconi, con nove corridori impegnati nel sprint finale, e l’attacco definitivo da lontanissimo da parte di Boasson Hagen.

Il vincitore di tappa Boasson-Hagen

Invariata la classifica generale: Chris Froome (team Sky) sempre in giallo con un vantaggio di 23″ su Romain Bardet della AG2R Mondiale. Terzo posto per il colombiano Rigoberto Uran (Cannondale) a 29″ dalla vetta. Segue Mikel Landa, compagno di squadra di Froome a 1’36”, lontano 19″ da Aru, quinto, che proverà domani a strappare allo spagnolo i piedi del podio.

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