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Waldemar Victorino, in arte “El Piscador”: da Holly e Benji all’abisso passando per il Cagliari

di Mario Fadda

A luglio, con il dio pallone solo apparentemente a riposo, il sole cocente batte come un martello sulle teste e l’interruzione calcistica è solo un timido periodo di transizione tra un campionato e l’altro. Come riempire questo vuoto pneumatico? Semplice, col calciomercato. Allora sorgono esperti in ogni angolo, riscopriamo in noi, oltre lo spirito del C.T., anche quello del direttore sportivo, intento a selezionare il giusto innesto per la nostra squadra in vista della nuova stagione. Così nel giugno del 1982, con i campionati mondiali di Spagna in pieno svolgimento, gli emissari del Cagliari partono per il Sud America. A Montevideo riescono a trovare l’accordo nientemeno che con Waldemar Victorino, ex centroavanti della nazionale uruguagia, giustiziere di Ivano Bordon, portiere dell’Italia durante il Mundialito dell’anno precedente.

Così Victorino, detto “El Piscador” giunge in Italia in quella trionfale estate per i colori azzurri. Il suo arrivo genera molto entusiasmo a Cagliari, il C.T. della nazionale azzurra, Bearzot vede in lui uno dei colpi di mercato dell’anno. E veramente Victorino lasciava ben sperare, anche se al momento dell’acquisto era chiaro a tutti che sarebbe stato la riserva di Franco Selvaggi. Poco tempo dopo, però, proprio Selvaggi passa al Torino e Victorino si ritrova ad essere il fulcro dell’attacco del nuovo Cagliari di Gustavo Giagnoni.

Il titolo di giornale sull’acquisto di Victorino

Nel 1980, a coronamento di una stagione da incorniciare, l’attaccante di Montevideo ha vinto tutto: il campionato uruguaiano con Nacional, la classifica dei cannonieri in patria (1979), Copa Libertadores e titolo cannonieri della competizione (6 reti), il Mundialito con relativo titolo per 3 reti segnate. L’11 febbraio 1981 si disputa la prima edizione della Coppa Intercontinentale a Tokyo, a contendersela proprio il Nacional di Montevideo di Victorino e il Nottingham Forest. L’incontro si chiude con la rete di Victorino al 10’ del primo tempo. Sempre lui sarà eletto miglior giocatore della partita.

Il suo gioco impressiona notevolmente i nipponici. Proprio in quel periodo il disegnatore giapponese Yoichi Takahashi sta realizzando il manga Holly e Benji. Yoichi rimase talmente stregato dalla prestazione di Victorino che finì per condizionarne la stesura del progetto. A Victorino egli dedicherà infatti anche uno dei suoi personaggi, Carlos Victorino appunto, centravanti della nazionale giovanile dell’Uruguay che sarà avversaria del Giappone ai mondiali.

Carlos Victorino

Con questi presupposti inizia la fase di precampionato. Il mister Gustavo Giagnoni è perplesso, ma visto l’importante investimento del presidente decide di dar fiducia a Victorino. Il neo acquisto cagliaritano appare molto appesantito, tanto che lo stesso Giagnoni in una battuta dice che deve avere almeno dieci anni in più di quelli dichiarati. Su questo fioccheranno le leggende, alcuni affermano che Victorino avesse 45 anni, aggiungendo aneddoti surreali, altri affermano che quello giunto a Cagliari non poteva essere lui, ma si doveva trattare per forza di un suo fratello, una sua copia sbiadita. In ogni caso la sua avventura a Cagliari dura poco. Giagnoni lo impiega pochissimo ed in 10 partite non segna neppure una rete. I dirigenti cagliaritani per disfarsene lo cedono agli argentini del Newell’s Old Boys per 100 milioni di lire. Victorino continua a giocare fino al 1987, quando abbandona il calcio, non senza aver vinto ancora la classifica cannonieri in quell’anno nel campionato ecuadoregno con la maglia del Portoviejo.

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