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“Su Corongiu de Fanari”, il cuscino di lava di Masullas, diventa monumento naturale

“Su Carongiu de Fanari” diventa monumento naturale. L’eccezionale colata lavica originaria di un vulcano sottomarino unica nel suo genere e ospitata nel comune di Masullas è diventato a tutti gli effetti un monumento con decreto regionale.

Il “Mega pillow” di Su Carongiu de Fanari, localizzato in agro del comune di Masullas, deve questo nome particolare alle sue origini geologiche. La “Lava a pillow” (pillow=cuscino) si forma da eruzioni sottomarine, producendo colate di lava composte da blocchi che ricordano dei cuscini. L’eruzione sottomarina che ha portato alla formazione di questo “Mega pillow” è avvenuta circa 20 milioni di anni fa. Siamo di fronte ad un cuscino di lava lungo 12 metri per 8 di altezza (da cui il termine “mega”) che lo rendono tra i più grandi al mondo e che per via di tutte queste peculiarità è stato riconosciuto come Monumento Naturale della Sardegna.

Il 7 luglio a Masullas (Oristano) si inaugura il Monumento Naturale localizzato in agro del territorio comunale. La conferenza pubblica di presentazione si terrà alle 17:30 nell’aula consiliare del Municipio alla presenza dell’Assessore alla Difesa dell’Ambiente Donatella Emma Ignazia Spano. L’appuntamento prosegue alle 19 con il trasferimento nel sito di Su Carongiu de Fanari, per mezzo di un bus navetta, per l’inaugurazione del sito naturalistico.

Nel corso della mattinata, per gli interessati, sarà possibile visitare anche il GeoMuseo Monte Arci, il Parco dell’Ossidiana di Conca ‘e Cannas, il geosito de Sa perda sperrada e la grotta de Su stabi mannu. Il Comune di Masullas, il cui territorio ricade all’interno del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e del Parco Naturale Regionale del Monte Arci, ha lavorato per restituire alla comunità l’accesso al geosito di Su Carongiu de Fanari. Un bene che si inserisce all’interno di un territorio già famoso per i suoi tesori tra qui ricordiamo Sa Perda Sparrada, proiettile di lava, di forma sferica con spaccature verticali, originato da attività vulcanica esplosiva, ed il menhir naturale di Sa Perda Sposa, legata ad antiche leggende del territorio.

Pietre che raccontano la storia della Sardegna: nella ricca proposta di Masullas, infatti, troviamo anche il giacimento di ossidiana (in località Conca ‘e Cannas esiste il più grande giacimento di tutto il Mediterraneo) fino ai rari e preziosi minerali conservati nel GeoMuseo MonteArci (Museo Riconosciuto Ufficialmente dalla Regione Autonoma Sardegna) dedicato, appunto, al Monte Arci, ai suoi minerali e alle sue rocce in cui è scritta la sua storia geologica.

«L’intervento – spiega il sindaco del Comune di Masullas, Mansueto Siuni – si fonda su di un processo di comunicazione e interpretazione che deve portare il fruitore a guardare con occhi diversi ciò che lo circonda. D’altra parte una montagna o un masso, diventano un monumento della natura solo nel momento in cui gli attribuiamo un valore che riconosciamo tutti come tale. Da qui l’idea che un progetto di valorizzazione di geositi debba essere concepito come il dipanarsi di un racconto; che offra, in altre parole, al visitatore nuovi percorsi di conoscenza e di scoperta che lo portino a condividere il valore e la sostanza di un territorio».

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