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Marco Spissu conquista la serie A di basket con la Virtus Bologna. Ora Sassari è pronta a riportarselo a casa

Marco Spissu palleggia con rabbia ma è una rabbia di gioia, di emozione, una esplosione che si tramuta in urlo mentre il pubblico di Trieste applaude i suoi giocatori e anche gli avversari: la Virtus Bologna torna in serie A1 dopo una stagione di purgatorio. Non lo fa dalla porta principale con una promozione diretta ma tramite la lotteria dei playoff, giocata sempre al massimo della propria forza come dimostra l’inappellabile 3-0 rifilato alla pur attrezzata Trieste. E Marco Spissu è lì che si gode il momento, il palleggio che consente ai secondi di scivolare veloci verso la fine. Finisce 72-66, e a mettere il mattone portante della partita è stato proprio lui con una tripla improvvisa nel punto di maggior tensione. Una bomba che corona una stagione forse irripetibile, con una promozione e la vittoria della Coppa Italia di A2.

MARCO SPISSU.
Nasce a Sassari nel 1995, dunque ha appena 22 anni ma già da ragazzino dimostrava di esser ben altro rispetto ai conterranei. A soli quindici anni è già il miglior marcatore d’Italia nel trofeo delle regioni, a 16 debutta persino in prima squadra nella Dinamo Sassari. Ha tanta pazienza, aspetta sempre il suo turno in anni frenetici che portano la società biancoblù a vincere Scudetto, Supercoppa, Coppa Italia ed esser costantemente impegnata in Europa. La paura? Di bruciarlo, che non sia pronto. Per anni la Dinamo ha faticato a fidarsi dei giovani, qualcuno si è pure perso dopo tante aspettative (Amedeo Tessitori), qualcun altro non ha mai convinto (Francesco Pellegrino). Spissu invece si arma di pazienza e inizia a girare: nel 2013 a Bari e Castelpusterlengo (con la quale diventa MVP del campionato under 19), nel 2015 Reggio Calabria e Derthona Basket, nel 2016 vince la gara da tre punti all’All Star Game e in estate passa alla rediviva Virtus Bologna.

VIRTUS BOLOGNA.
Con la canotta delle Vu Nere, Marco Spissu vive la migliore stagione della sua carriera con percentuali  altissime e sigla ben venti punti nel sentitissimo derby tutto bolognese con la Fortitudo. Nel giro di pochi mesi viene eletto miglior giocatore under 22 ed MVP della Coppa Italia – vinta per 69-68 sull’Angelico Biella –  dove segna 16 punti con 4/5 dal tiro da tre punti. L’allenatore Claudio Ramagli lo coccola, lo tiene sempre titolare anche quando la dirigenza decide di acquistare Stefano Gentile dalla GrissinBon Reggio Emilia, tenendo a distanza un possibile dualismo ed anzi aumentando la cifra della collaborazione e competizione tra i due. Spissu risponde con costanza delle prestazioni, non calando mai di tono, dando sicurezza alla squadra con e senza Gentile al suo fianco. Nelle idee della Virtus c’è quella di agevolare un passaggio di consegne visto che pare certo un ritorno del sassarese alla casa madre. Eppure, nonostante la prospettiva d’addio, il passaggio non si compie dato che Spissu continua a fornire sicurezza, a non sbagliare partita e presentarsi ai nastri di partenza dei playoff come l’uomo forte della serie. E invece comincia a sentire la fatica una intera stagione, a farsi vedere come un gregario piuttosto che come un leader lasciando via via spazio al suo nuovo compagno di squadra.

La Virtus passa ottavi e quarti di finale con qualche patema, in semifinale si scatena: 3-0 a Ravenna con uno scarto di 30 punti alla prima gara. In finale c’è Trieste che per arrivare fin lì ha sofferto sin dalle prime gare ma è riuscita ad eliminare la quotatissima Fortitudo Bologna. La prima sfida della finale è un disastro per i triestini: la Virtus impone ancora una volta 30 punti di scarto. Spissu si fa male alla caviglia, rischia di vedere questo momento topico seduto in panchina o, peggio ancora, in tribuna. Si riprende giusto in tempo per la terza partita, il match ball da giocare in trasferta davanti ad una bolgia di 7 mila persone. Il tecnico Ramagli non ci pensa due volte: Spissu, anche su una gamba sola, deve essere il titolare. Il ragazzo risponde con 12 punti, tanti recuperi, una regia sapiente. E quella tripla nel finale che mette fine ai sogni dei padroni di casa di poter allungare la serie e sperare, magari, di ribaltarla come capitato con l’altra metà di Bologna. Il sassarese palleggia e urla, ai microfoni di Sky è quasi voce, ringrazia la famiglia e gli amici, la Virtus per aver puntato su di lui. Cala il sipario, forse.

DINAMO SASSARI.
La Dinamo ha scompaginato il mercato italiano partendo prima dello sparo dello starter. Già presi la guardia Scott Bamforth, l’ala Achille Polonara, il play William Hatcher e la guardia-ala Levi Randolph, confermati Rok Stipcevic e il capitano Jack Devecchi. Mancano due centri, una ala forte e una ala piccola, la società ha rallentato i ritmi ma sta soprattutto cercando di comprendere il profilo migliore tra i pivot, sia atleticamente che economicamente. Paradossalmente, la prossima potrebbe essere la stagione del forte rilancio: Reggio Emilia e Avellino ripartiranno con roster meno forti, Milano è in confusione, Trento potrebbe perdere il tecnico Buscaglia (probabile prossimo ct della nazionale), Venezia dovrà ringiovanire il roster. Torino sta puntando sui giocatori più forti ma, budget a parte, non ha ancora uno status da grande. Brescia punterà sugli italiani, Cantù è in pieno terremoto societario. All’orizzonte rimane solo Sassari con un aumento di capitale e la sensazione di poter sbancare tutto: playoff scudetto, Supercoppa italiana, Coppa Italia, final four di Champions League.

In questo nuovo turbinio di obiettivi da raggiungere non c’è solo la possibilità di una forte da costruire, ma anche da rimodellare riportando a casa il figliol prodigo Marco Spissu. Il presidente Stefano Sardara è stato chiaro al termine di Virtus Bologna-Trieste postando su instagram la foto del giocatore ed un messaggio: « Grande Marco, stagione fantastica e prestazione maiuscola. Ora riposo, mare, sole, Sardegna e… Dinamo ». Una investitura in piena regola, la certezza di poter essere parte finalmente di una realtà che in passato ha solo assaggiato. Spissu alla Dinamo Sassari, con la canotta biancoblù o biancoverde, girando l’Italia e l’Europa col proposito di crescere ulteriormente e di dimostrare a tutti di come un 22enne possa imporre il proprio talento in qualunque palazzetto. Ma vestirà davvero quei colori? La sua posizione è in bilico: attualmente, con la sua presenza, la Dinamo avrebbe in rosa ben tre playmaker. Con l’americano Hatcher e il croato Stipcevic, le porte sembrano chiuse per Spissu, relegato a terzo della lista e dunque a tanta panchina. In questo caso potrebbe chiedere di passare un’altra annata a Bologna per poter giocare e poter proseguire da titolare, dimostrando di non essere meno di un americano o un croato.

Come potrebbe essere convinto a rimanere in Sardegna? Con gerarchie mobili e un minutaggio chiaro: riserva di Hatcher, sesto uomo in campionato con Stipcevic spostato nello slot da guardia e uno spazio abbastanza congruo in Champions League che ne esaltino le caratteristiche tecniche. Tornare per far panchina, accontentarsi di due minuti a gara (a volte, nemmeno quelli e il povero Diego Monaldi ne sa qualcosa) potrebbe essere uno spreco di talento oltre che un viatico per perderlo definitivamente a favore di un’altra formazione. Saranno decisive le scelte del gm-allenatore Federico Pasquini, da sempre innamorato della formula dei tanti americani e che oggi sarà chiamato a fare scelte differenti. Intanto Spissu si gode le vacanze e attende.

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