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Fabio Aru è tornato: quarto posto e scintille in altura. Fuglsang vince la sesta tappa del Delfinato, ma l’assoluto protagonista è il villacidrese

Fabio Aru in azione al tour dell'Oman di inizio stagione

Non vince ma convince pienamente il buon Fabio Aru al Giro del Delfinato, storica corsa a tappe preparatoria al Tour de France. Il villacidrese ha testato apertamente la propria condizione nella prima tappa di montagna da Oiseaux a Le Motte-Servolex andando a mettere in crisi avversari di spessore come Valverde (favorito di giornata), Bardet, Martin e Contador. Gli unici corridori capaci di tenergli testa sono stati Richie Porte e Chris Froome, oltre al compagno in Astana Jakob Fuglsang, vincitore della tappa. Ora il sardo si trova quinto in classifica avendo recuperato la bellezza di sette posizioni dopo le recenti giornate.

Aru con il suo nuovo casco che riporta la livrea dei Quattro Mori

Dopo una fuga iniziale che ha dato una smossa al gruppo, è servito l’inizio dell’asperità di Mont du Chat a dare le prime danze degli uomini di classifica. Fuglsang era già partito precedente assieme ad altri colleghi, formando un secondo gruppo di fuggitivi, mentre dietro la Movistar e la AG2R hanno fatto il bello e il cattivo tempo in modo che i battistrada non arrivassero al traguardo da vincitori. Proprio la Movistar ha visto gli scatti di Chaves e Valverde a circa una 20 di km dall’arrivo, con una decina di km da fare prima di arrivare in cima. Nel momento in cui nessuno ha deciso di rispondere, Aru ha preso a ballare sul sellino e spronato il gruppo dei migliori a dar spettacolo. Dietro si sono mossi a fatica Contador, Froome, Porte, Martin, Yates e Bardet: solo quest’ultimo è sembrato tener la ruota del villacidrese ma dopo pochi passi è stato costretto a salire con un passo più lento.

Tre attacchi di fila e Aru si scorda anche di Valverde, recupera il compagno Fuglsang e assieme a lui corre di pari passo per raggiungere l’asperità prima possibile. Dietro Froome e Porte recuperano quel tanto che basta per creare un quartetto in testa: in particolare l’australiano si sfila in discesa costringendo gli altri tre al continuo rilancio e dunque a perdere ulteriori energie. I quattro si parlano, discutono e capiscono che è meglio giocarsela allo sprint dove Froome è decisamente più forte ma non si sa mai. Ed infatti i corridori non lo sanno tranne Aru: nel finale decide di non spremersi, conscio delle sue caratteristiche e si accontenta di un bel quarto posto dopo aver dato spettacolo in salita. Davanti Froome e Porte si spintonano e perdono quell’attimo giusto per la vittoria che va invece a Fuglsang per un pizzico di ruota.

Di seguito la classifica odierna di tappa:
1) J. Fuglsang (3h 41′ 48″)
2) R. Porte (0″)
3) C. Froome (0″)
4) F. Aru (0″)
5) A. Valverde (50″)
6) D. Martin (50″)
7) R. Bardet (50″)
8) O. Naesen (1′ 06″)
9) A. Contador (1′ 06″)
10) E. Buchman (1′ 14″)

Classifica generale dopo la sesta tappa:
1) R. Porte (20h 52′ 34″)
2) C. Froome (39″)
3) J. Fuglsang (1′ 15″)
4) A. Valverde (1′ 20″)
5) F. Aru (1′ 24″)
6) A. Contador (1′ 47″)
7) D. Martin (2′ 14″)
8) E. Buchaman (2′ 30″)
9) R. Bardet (2’49”)
10) R. Valls Ferri (3′ 16″)

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