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Doddore Meloni in sciopero della fame da 40 giorni, la legale: “Non fatelo morire in carcere”

Doddore Meloni (Youtube)

Doddore Meloni (Youtube)

Doddore Meloni non ce la fa più. A più di 40 giorni dall’inizio di sciopero della fame nel carcere di Uta, le condizioni dell’indipendentista sardo protagonista nel 2008 della proclamazione della Repubblica di Malu Entu  e condannato per reati fiscali, sono piuttosto gravi, «appese a un filo», secondo quanto dichiara la sua avvocata Cristina Puddu.

«L’irreparabile può succedere da un momento all’altro, metto in mano ai medici, alla direzione del carcere di Uta e al magistrato di sorveglianza di Cagliari la decisione se farlo morire in carcere». Queste le parole di Cristina Puddu ai giornalisti convocati a Uta. In questi giorni in cui in Italia si discute di “morte dignitosa” per uno come Totò Riina, la cui gravità dei reati commessi non è neanche lontanamente paragonabile a quella dell’attivista sardo, per Doddore Meloni la scarcerazione non sembra essere cosa semplice.

La sua legale ha presentato alla magistrata di sorveglianza Daniela Amato una seconda istanza di esecuzione della condanna agli arresti domiciliari per motivi di salute e ha chiesto al direttore del carcere di disporre tutti gli esami necessari per avere un’idea di quanto resti da vivere a Doddore Meloni «al fine di poter approntare ogni mezzo per raccogliere le ultime volontà del detenuto».

Doddore Meloni non mangia da 44 giorni e beve solo mezzo litro di acqua al giorno. Stando a quanto dichiara la sua avvocata nel centro clinico di Uta, dove si trova Meloni da qualche giorno, non ha ricevuto nessun esame specialistico di cui avrebbe bisogno, come per esempio un elettrocardiogramma, ma solo un esame delle urine e del sangue dei quali ancora non si conoscono gli esiti. Secondo Cristina Puddu la detenzione non è compatibile con le sue condizioni di salute.

 

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