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Lo sapevate? Sino a pochi decenni fa a Sant’Antioco i poveri del paese abitavano nelle tombe: erano is Gruttaius

Quasi tutta San’Antioco è costruita su un’antica necropoli punica. Gran parte di queste tombe furono riutilizzate, alcune come catacombe in epoca paleocristiana, altre per scappare dai Saraceni durante il Medioevo, altre ancora vennero trasformate in abitazioni durante la Seconda Guerra Mondiale ma anche sino a pochi decenni fa dai poveri del paese. Ancora oggi esiste il Villaggio Ipogeo, una serie di abitazioni molto caratteristiche, tuttora meta di visitatori e turisti.

Unica nel suo genere, l’area è costituita da una parte dell’antica necropoli punica di Sulky e raggruppa numerose tombe ipogee scavate nel tufo tra il VI ed il III secolo a. C., riutilizzate da famiglie molto povere dalla seconda metà del XVIII sec. come abitazioni. Le tombe, spazi angusti e malsani erano state intonacate, avevano mobili, letti, dispense e piccoli camini. In seguito al ritrovamento delle spoglie di Sant’Antioco sotto la Basilica a lui dedicata, avvenuto nel 1615, il Vescovo tentò di porre fine al lungo abbandono dell’isola dovuto alle continue incursioni dei pirati barbareschi. Così, richiamati dalle concessioni di terreni promesse dalla chiesa, furono numerose le famiglie che iniziarono una nuova vita nell’isola, seguiti da tantissime altre che pur non ottenendo niente in cambio del loro coraggioso ritorno si adattarono a questa vita fatta di miseria, povertà ed emarginazione. Nei primi decenni sicuramente si tentò un adattamento provvisorio che si trasformò poi in stabile. La zona era conosciuta sino al 1998 con il nome di Sa arroga de is Gruttas.

 

 

Numerosissime le famiglie che vissero nel rione sino agli inizi degli anni ’70. Dediti da sempre alla raccolta di tutto ciò che la natura offre spontaneamente si recavano
in campagna a raccogliere funghi, cardi, carciofini selvatici, legna, e in laguna per la raccolta di bocconi, arselle ed quant’altro barattando questi prodotti in cambio di beni di prima necessità. Is gruttaius, questo l’appellativo che li distingueva dagli altri abitanti di Sant’Antioco, si occupavano nel mese di maggio della raccolta delle foglie di palma nana che, fatte essiccare durante l’estate, venivano poi intrecciate abilmente. Da questa umile pianta potevano confezionare scope, borse, cordami, crine per le imbottiture ed ancor oggi sono numerosi gli anziani che si occupano della produzione di questi manufatti intrecciati. Ancora oggi per offendere qualcuno si dice che sia unu gruttaiu. Si pensi che negli anni Sessanta nonostante il Comune avesse dato in concessione nuove case popolari, alcuni degli abitanti del Villaggio Ipogeo furono portati via a fatica da lì.

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