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Il Cagliari sfoglia la margherita: Rastelli sì o Rastelli no? In settimana arriverà la schiarita sulla prossima stagione

Per la settima volta in stagione, la porta del Cagliari ha accolto suo malgrado più di tre gol. Il Sassuolo ha avuto gioco facile segnando per quattro volte in un solo tempo prima di imporre un risultato tennistico che fa male al morale di una squadra rossoblù proveniente da alcuni risultati confortanti. Non basta dunque puntare sulle quattro punte, né su una partita che prometteva spettacolo ma non così negativo. Sul banco degli imputati in particolare l’intero reparto difensivo, mai così poco concentrato come al Mapei Stadium. Tra errori di rilancio (Rafael) e di posizione (Murru e Alves) si è assistito ad una umiliazione che nessuno poteva immaginare alla vigilia. La mano davanti agli occhi di Rastelli e Legrottaglie al sesto gol di Matri è la fotografia più dura del caldo pomeriggio emiliano.

Al termine della gara, la dirigenza rossoblù ha iniziato a sfogliare la margherita pensando al futuro: Rastelli sì o Rastelli no? Questo è il dilemma. Il tecnico ha raggiunto l’obiettivo di stagione, la salvezza, con numerose giornate d’anticipo tra violente mareggiate e dolci sinfonie. Non è quasi mai riuscito a battere le prime dieci della classe (vittorie sull’Inter e sull’Atalanta, e pareggio con la Lazio a parte), ha però colto le vittorie richieste contro le parigrado, a volte con una facilità estrema come dimostrano il 4-1 rifilato al Genoa, il 4-0 al Chievo e il 3-1 al Palermo. Ha proposto un gioco poco spettacolare ma in molti casi concreto, poco spregiudicato per metà campionato e decisamente più intelligente nella seconda metà. Ha pagato l’assenza di tanti infortunati, ha ripreso quota quando ha visto allungarsi la panchina e quindi allungarsi la lista dei ballottaggi pre-partita. Ha incassato le imbarcate prendendosi sempre le responsabilità, anche quando le stesse dovevano essere date in parti eguali ai suoi ragazzi. Ha avuto discussioni poco piacevoli con i veterani (Marco Storari, Marco Sau, Daniele Dessena) ed ha saputo raggiungere la fiducia della società nel momento meno felice della stagione. Ha scritto a modo suo la storia del Cagliari ed ha intenzione di continuare il lavoro, ma in questo momento certi difetti pesano più dei pregi, compreso il rapporto con parte della squadra e con i dirigenti.

«I bonus sono finiti», disse nervosamente Tommaso Giulini nel girone d’andata dopo la sconfitta bruciante con il Torino. Venne cacciato Marco Storari, la squadra riprese quota ma non è riuscita ad evitare altre imbarcate. E allora il ragionamento si fa più complesso: Rastelli sì o Rastelli no? Prima della trasferta di Sassuolo il sì era una risposta convinta, con le due parti che avevano discusso nei giorni scorsi termini e tempi del rinnovo (tre anni di contratto, progetto di lungo periodo con l’intenzione di conquistare l’Europa League in due anni). «Mi spiace per come è andata a finire. Gli errori possono essere un punto di partenza per l’anno prossimo. Se resto? Nel calcio le cose cambiano in fretta, aspetterò la decisione della società», ha dichiarato il tecnico a fine gara. La volontà di restare c’è ma occorre capire dove si chiude l’ultimo petalo della margherita sfogliata dal presidente. Certo è che se dovesse rimanere in Sardegna dovrà contrastare l’astio dei tifosi nei suoi confronti, quella malcelata diffidenza aumentata nel tempo coi risultati poco onorevoli; e dovrà convincere finalmente la società di essere un vero cavallo di razza, scrollandosi di dosso i timori della prima stagione nella massima serie.

Se dovesse rimanere, dovrà battere il tasto sulla difesa, da cancellare quasi in toto: Nicola Murru è ancora poco maturo per mantenere una maglia da titolare; Bruno Alves ha pagato tutto l’anno una serie di amnesie inspiegabili e nella maggior parte dei casi decisive dopo un inizio promettente; Fabio Pisacane è un gregario che non ha saputo mantenere per molto le vesti da leader; Mauricio Isla è l’unico salvabile, grazie ad una seconda parte di campionato degno dei suoi anni migliori, sia da terzino che da ala avanzata. Ceppitelli e Capuano sono stati falcidiati dagli infortuni e il primo ha dimostrato di non essere in grado di fronteggiare attaccanti di caratura mondiale; Salamon è diventato un caso cagliaritano, passando buona parte del tempo in panchina e presentandosi comunque in buone condizioni una volta chiamato in campo; Miangue ha fatto vedere molto poco e quando avrebbe potuto dire qualcosa di più, è stato fermato dagli infortuni. Poco, molto poco per questo Cagliari che ha incassato la bellezza di 75 gol, appena quattro in meno del retrocesso Pescara e uno in più del Palermo. Una macchia che la mira degli attaccanti ha reso meno pesante nel computo del punteggio in classifica, assieme ad un centrocampo che ha funzionato a tratti, complice la fragilità mentale e fisica di giocatori come Daniele Dessena, Simone Padoin e Davide Di Gennaro. Risolti questi intoppi, probabilmente il suo matrimonio in salsa sarda andrà a gonfie vele.

Se non dovesse restare, i nomi sondati per la panchina sembrano essere quelli di Francesco Guidolin e Rolando Maran. Il primo è certamente un nome stuzzicante e di grande esperienza, che arriva dall’esonero con lo Swansea City in Premier League ma che in Italia non ha mai mancato di raggiungere ottimi risultati, come la conquista della qualificazione in Champions con l’Udinese (2012 e 2013) e la Coppa Uefa col Palermo (2007). Sarebbe una operazione Gasperini, col tecnico di Castelfranco Veneto chiamato a costruire il Cagliari del futuro puntando sui giovani e su un nugolo di giocatori esperti e già presenti in rosa. Dal canto suo, Maran ha fatto intendere di aver concluso un lungo ciclo col Chievo Verona nonostante abbia ancora qualche anno di contratto a suo favore. Non sembra però che la dirigenza veneta voglia ostacolare la necessità del tecnico di cambiare aria, opzionando il possibile arrivo di Marco Baroni sulla propria panchina. Due profili che si sposano con il desiderio dei tifosi di veder scorrere al Sant’Elia del bel gioco e col desiderio della società di migliorare quanto fatto nella stagione corrente. In settimana la schiarita sul futuro, con l’arrivo dell’ultima gara di campionato e il rompete le righe finale.

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