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“Su ladiri”, la terra cruda usata nelle tipiche case campidanesi: nasce un protocollo per la tutela e valorizzazione

Casa Pittau a Samassi, nella cui corte è stato firmato oggi il protocollo d'intesa

Oggi la Regione Sardegna riconosce ufficialmente l’importanza di tutelare e valorizzare il patrimonio sardo in terra cruda. E lo fa firmando a Samassi, proprio nella corte di una delle tipiche case campidanesi in ladiri, un protocollo d’intesa con l’Associazione Internazionale Città della Terra Cruda, nata nel 2000 per esaltare il valore delle architetture e degli insediamenti in terra cruda e di cui fanno parte oggi 40 comuni. E non a caso l’isola rappresenta uno dei territori più ricchi a livello europeo da questo punto di vista, e sta quindi acquisendo un ruolo chiave per gestire tutte le azioni volte alla salvaguardia di tale risorsa.

Tipica casa sarda in terra cruda (foto pagina Facebook Città della Terra Cruda)

L’accordo è stato siglato ufficialmente stamattina tra l’Assessore Regionale a Enti Locali, Finanze e Urbanistica Cristiano Erriu ed Enrico Pusceddu, sindaco di Samassi e presidente dell’Associazione Città della Terra Cruda. Quest’ultimo ha ricordato come le abitazioni in ladiri rappresentino una parte dell’identità sarda e siano in qualche modo «croce e delizia dei nostri centri abitati», e questo perché al loro fascino si unisce spesso una seria difficoltà nel salvaguardarle. L’associazione si è quindi impegnata, sin dalla sua nascita, per sensibilizzare riguardo a questo tema, anche attraverso il progetto TerrAccogliente che ha tra i suoi scopi quello di sfruttare le costruzioni tipiche per renderle visitabili e trasformarle quindi in attrazione turistica, inserendole in un programma più ampio di promozione dell’entroterra sardo.

La sfida viene raccolta dall’assessore Erriu, che si è impegnato a garantire un ulteriore sforzo per il reperimento di risorse che permettano la realizzazione delle attività proposte, le quali devono anche permettere di «rispondere a problemi chiave della nostra epoca quali lo spopolamento e la desertificazione». Erriu ha ricordato anche l’importanza di avviare un lavoro di disseminazione culturale, in modo da stimolare una maggiore sensibilità non soltanto da parte degli enti pubblici ma anche dei privati, riferendosi soprattutto alle nuove generazioni e ai proprietari di immobili. Infine l’assessore, nel ribadire che dovrà essere la Regione a coordinare questo importante lavoro di squadra, ha ricordato la necessità di «guardare anche alla riva sud del Mediterraneo», cioè di stabilire una cooperazione virtuosa con il Nord Africa in un momento in cui «costruire ponti è difficile ma necessario in quanto abbiamo molto da imparare su questo ed altri temi».

Il momento della firma del protocollo

Anche il Professor Antonello Sanna, direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell’Università di Cagliari, è intervenuto brevemente ricordando come la terra cruda permetta connessioni con tutto il mondo, anche grazie alla riscoperta di caratteristiche importanti di questi stabili tra cui alta qualità dei materiali e ottima abitabilità. La rivalorizzazione di questo patrimonio non deve quindi essere ritenuto un progetto che miri a «un impossibile ritorno al passato, ma ad una salvaguardia dei centri storici in modo da promuovere un nuovo sviluppo per la nostra terra e per le sue numerose risorse, tanto più importanti in un contesto globalizzato».

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