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Legambiente: la Regione intervenga subito. Richiesta urgente azione di bonifica a Santa Gilla e nell’area di Macchiareddu

A parlare sono i vertici di Legambiente: la Presidente di Legambiente Sardegna, Annalisa Colombu e Il Presidente del Comitato Scientifico Vincenzo Tiana. «L’inquinamento delle aree industriali Fluorsid-Macchiareddu, Portoscuso, Porto Torres impone una iniziativa coordinata ed urgente di carattere regionale. Per il SIN (Sito di interesse nazionale) del Sulcis- Iglesiente-Guspinese – che comprende l’area di Macchiareddu – la priorità assoluta è il disinquinamento del territorio con la bonifica delle discariche, delle falde e del suolo. La notizia di inquinamento di origine industriale a Santa Gilla è molto grave e richiede una energica azione di bonifica.

Quanto accaduto alla Fluorsid di Macchiareddu, dove l’intervento della magistratura sulla base delle indagini del Corpo Forestale, ha condotto in carcere i dirigenti dell’azienda sulla base di accuse di inquinamento e disastro ambientale, impone una riflessione di carattere generale. Lo stabilimento Fluorsid è compreso nel SIN (Sito di interesse nazionale) del Sulcis- Iglesiente-Guspinese con la nuova perimetrazione del 2011 (SIN perimetrato dal Ministero dell’Ambiente insieme alla Regione Sardegna), che interessa aree minerarie dismesse e siti industriali attivi e comprende l’area industriale di Portoscuso, di Macchiareddu e tutte le discariche minerarie. Si tratta di un territorio vastissimo che va dalle sponde di Santa Gilla al litorale di Postoscuso e a quello di Piscinas.

 

Allo stato attuale infatti si deve rilevare che: stanno emergendo a Macchiareddu pratiche di grave inquinamento diffuso nel territorio e persino nella laguna di Santa Gilla, che la nostra associazione aveva tante volte segnalato. Dall’inchiesta emergono valori di sostanze gravemente tossiche in tutte le matrici ambientali, che devono essere urgentemente bonificati. L’inquinamento di origine industriale della laguna di Santa Gilla va a sommarsi ai tanti scarichi fognari ancora presenti, alle discariche dei metalli pesanti degli anni ’80 ed aggravano lo stato ecologico delle acque.

Per Portoscuso il Ministero dell’Ambiente sta concludendo le procedure della CSD (Conferenza dei servizi decisoria) sulla bonifica dal forte inquinamento della falda di tutta l’area industriale. La conferenza dei servizi è stata avviata 10 anni fa e solo recentemente il Ministero dell’Ambiente con la Regione Sardegna sono riusciti ad imporre il criterio “chi inquina paga”, per evidenziare le responsabilità dell’inquinamento derivante da 45 anni di sversamenti incontrollati di metalli pesanti in tutta la falda, per centinaia di ettari, per tutta l’area industriale. Il progetto di bonifica comprenderà, oltre le barriere idrauliche delle singole aziende, la realizzazione di una estesa barriera idraulica composta da 115 pozzetti necessari per emungere le acque inquinate. La realizzazione e la gestione del sistema costerà decine di milioni di euro ed allo stato attuale è all’opera una commissione per valutare la suddivisione dei costi tra le diverse aziende in proporzione al carico inquinante.

Emerge dalle rilevazioni dell’ARPAS che si tratta di sostanze inquinanti presenti in valori elevati, tra cui:  CADMIO, FERRO, MERCURIO, MANGANESE, NICHEL, PIOMBO, ARSENICO, ZINCO, COBALTO,  ALLUMINIO, BORO, BERILLIO, ANTIMONIO etc. In alcuni pozzetti i valori rilevati sono anche di mille volte superiori ai valori di soglia per metalli velenosissimi come il CADMIO.

Parallelamente è in corso la Conferenza di Servizi per esaminare la Valutazione di Impatto Ambientale del nuovo progetto Eurallumina. Il progetto di ripresa produttiva prevede di importare bauxite Bokè per una capacità produttiva di 1.280.000 ton di allumina.  Ogni anno per 25 anni si produrrebbero 870.000 ton di fanghi rossi per raggiungere un volume di 50 milioni di metri cubi di fanghi abbancati nel litorale. Di fronte a tale quadro allarmante ribadiamo per le zone industriali l’assoluta priorità nel disinquinamento della falda, dei terreni e delle acque, per riportare il territorio ai parametri normali. Gli interventi produttivi devono essere subordinati alla preventiva riduzione drastica dei parametri inquinanti nelle matrici principali aria, acqua e suolo».

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