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Passeggiata in Castello: i quartieri storici illustrati dai loro abitanti. L’itinerario proposto da Enrico Aymerich

Panorama da via Santa Croce

Panorama da via Santa Croce

Scoprire una città nuova o semplicemente quella in cui si vive da sempre ma di cui non si conoscono tutti gli angoli e le particolarità: cosa c’è di meglio che farlo grazie ai consigli e le dritte di uno degli abitanti? A questo proposito Vistanet propone a tutti i cagliaritani un percorso tra le vie di Castello curato da chi, nel quartiere, vi risiede e lo vive da una vita.

La redazione lancia una proposta: si facciano avanti i residenti dei quartieri storici di Villanova, Marina e Stampace! Proponete il vostro itinerario, corredato di foto e breve descrizione del percorso: i migliori verranno pubblicati su Vistanet Cagliari.

Il primo itinerario, proposto da Enrico Aymerich, rappresenta una bellissima e piacevole passeggiata che ripercorre la storia di Castello e della città, snodandosi tra le ricchezze architettoniche, storiche e paesaggistiche cagliaritane. La partenza e l’arrivo sono previsti in piazza Indipendenza, subito dopo l’ingresso al quartiere.

La prima attrattiva che si incontra è la Torre di San Pancrazio, dall’alto della quale si può ammirare uno spettacolare panorama sulla città. Costruita nel 1305 durante la dominazione pisana dall’architetto sardo Giovanni Capula, è la torre più alta di Cagliari.

Vista panoramica dalla torre di San Pancrazio.

In piazza Indipendenza si trova il pozzo di San Pancrazio, costruito nel 1235, per garantire la riserva idrica della roccaforte, come testimoniato da un’iscrizione oramai andata persa. Non visibile dai passanti è ancora visitabile tramite una galleria, il cui ingresso è posto in prossimità del vecchio Museo Archeologico Nazionale.

Piazza Indipendenza – Pozzo di San Pancrazio (foto Alessandro Gallo).

Poco più avanti ci si ritrova in piazzetta Mafalda di Savoia e, guardando sulle pareti del vecchio palazzo al centro della piazza, si può ancora leggere una iscrizione del Ventennio fascista: “Il popolo italiano ha creato col suo sangue l’impero, lo feconderà col suo lavoro, lo difenderà contro chiunque con le sue armi. Mussolini”.

Piazzetta Mafalda – Iscrizione del Ventennio fascista.

Mantenendosi sulla sinistra si imbocca via Martini, dove si può visitare la chiesa di Santa Lucia: costruita nel 1500, è una delle sette chiese del quartiere e presenta linee architettoniche riferibili allo stile gotico – aragonese. Sempre in via Martini si trova uno dei più suggestivi locali del quartiere, il mitico Pablo Caffè con la sua particolare pavimentazione.

Il Pablo Caffè.

Ed ecco che si arriva ora in piazza Palazzo, la piazza principale del quartiere, che deve il suo prestigio alla rilevanza storica e artistica degli edifici che vi si affacciano: ex Palazzo di città, la Cattedrale e Palazzo Viceregio, antica residenza del rappresentante del re durante le dominazioni aragonese, spagnola e sabauda e attualmente sede della Prefettura.

Palazzo Viceregio.

Sempre in piazza Palazzo si affaccia la Cattedrale di Santa Maria: il luogo di culto custodisce sette secoli di memorie storiche della città di Cagliari. Costruita nel corso del duecento, in stile romanico pisano, venne elevata al rango di cattedrale nel 1258. Fondata probabilmente già nel 1217, nel corso del Seicento e del Settecento il tempio fu rinnovato secondo i canoni dello stile barocco. Negli anni Trenta del Novecento venne innalzata l’attuale facciata in stile neoromanico, ispirata al prospetto del duomo di Pisa. Al suo interno si trova la bellissima cripta, datata 1618, un omaggio al barocco elegante, in una fase ancora iniziale di questo stile. Il Santuario dei Martiri Cagliaritani, cioè la cripta, scavata nella roccia al di sotto del presbiterio della Cattedrale, custodisce 179 nicchie poste lungo le pareti che accolgono altrettante reliquie dei martiri cagliaritani.

Interno della Cattedrale.

Guardando la Cattedrale, sulla destra si trova la Chiesa della Speranza, cappella privata della famiglia Aymerich, marchesi di Laconi, come dimostra lo stemma con l’aquila bicipite affisso nella facciata. La chiesa, seppur piccola, è importante per esser stata, in passato, la sede del ramo nobiliare del Parlamento (mentre il ramo reale si riuniva nel Palazzo di Città e il ramo ecclesiastico in Cattedrale). Una particolarità architettonica della chiesa risiede nelle due mezze campate all’estremità della campata centrale che sembrano quasi “tagliate” dalla parete.

Chiesa della Speranza

Dopo Piazza Palazzo si può scegliere se percorrere via Fossario e ammirare da qui uno straordinario panorama, oppure percorrere Via Canelles dove, al numero civico 32, ci si imbatte nella lapide che ricorda il luogo dove venne ucciso, nel 1668, il Viceré Camarassa a seguito di una congiura di cui vennero accusati diversi esponenti della nobiltà sarda tra cui Don Silvestro Aymerich. Qualsiasi scelta si sia fatta prima, si giunge in piazza Lamarmora, di fronte al Palazzo Brondo (poi divenuto di proprietà Zapata). Il bel portale è del XVII secolo. Sopra il portale lo stemma Brondo.

Iscrizione al 32 di via Canelles.

Superato il portico troverete Palazzo Boyl (con l’accento sulla ipsilon!), uno degli edifici più importanti dal punto di vista storico e artistico di Cagliari, proprietà dei conti Tomassini Barbarossa  e il vecchio Teatro civico, sorto nel XIX secolo al posto del precedente teatro ligneo e distrutto nel 1943 sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale: del teatro rimasero in piedi solo le mura perimetrali, mentre andarono perse per sempre le ricche decorazioni che ornavano la copertura interna e i palchi.

Palazzo Boyl e la Torre dell’Aquila.

Dopo aver superato il teatro (oggi ristrutturato e all’aperto) e percorso, sulla destra, via Università si arriva alla Torre dell’Elefante, costruita nel 1307 dall’architetto sardo Giovanni Capula, che due anni prima aveva edificato la gemella torre di San Pancrazio. Progettò anche una terza torre, la torre del Leone, recentemente rinominata torre dell’Aquila, ed incorporata nel palazzo Boyl.

Torre dell’Elefante, particolare.

Superato il portico, a destra, si trova la Chiesa di San Giuseppe, purtroppo l’unica inagibile del quartiere. Nel 1943, in seguito ai bombardamenti, l’edificio riportò gravi danni. Restaurata e riaperta al culto nel dopoguerra, venne nuovamente chiusa negli anni ’70. Da allora, causa interminabili lavori di restauro, il monumento non è visitabile (ma qui la potrete vedere lo stesso!).

Chiesa di San Giuseppe.

Imboccando via Santa Croce si può ammirare un altro spettacolare panorama sul golfo e poi entrare nella bella Basilica di Santa Croce, originariamente sinagoga della locale comunità ebraica prima dell’espulsione del 1492. Dal 1809 la chiesa appartiene all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Pochi metri più avanti (sempre in Via Santa Croce) si trova la Chiesa di Santa Maria del Monte. La chiesa fu anticamente la sede della Confraternita del Santo Monte di Pietà che aveva il compito di assistere i condannati a morte portandoli poi all’esecuzione.

Chiesa di Santa Maria del Monte, la volta a crociera.

Risalita via Santa Croce, sulla destra troviamo Palazzo Carròz Centelles che fu del Marchese di Quirra. Il palazzo, al suo interno, conserva nel suo salone le tappezzerie francesi ottocentesche.

Palazzo e stemma dei Carroz Centelles (da notare anche le faccine nel balcone in ferro).

Risalendo il vico Martini si arriva in Via Lamarmora dove, sulla sinistra, si trova la Chiesa della Purissima (una delle chiese più belle di Cagliari), un vero gioiello. Edificata, insieme all’attiguo convento, nel 1554, per volere di una nobildonna cagliaritana, sopra una preesistente chiesa dedicata a Sant’Elisabetta, è stata riaperta al pubblico solo nel 2012.

Chiesa della Purissima.

Visitata la Purissima, si ritorna al punto di partenza, piazza Indipendenza.

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