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Il Napoli dà una lezione di calcio a Rastelli: non ci si può difendere per sempre

Non ci si può difendere per sempre, si direbbe. E a Cagliari, i tifosi stanno ricominciando a ripeterlo con cognizione di causa dopo l’ennesima partita rifiutata, giocata in balia dell’avversario consci della superiorità tecnica altrui. Una superiorità avvertita anche dal Sassuolo in precedenza, solo che il risultato finale è ben diverso da quello offerto dai rossoblù.

«È indubbio che il goal subito dopo neanche due minuti ci abbia tagliato le gambe», è stata la giustificazione portata in conferenza stampa da Massimo Rastelli, in parte soddisfatto per il gol finale, siglato da Farias quando il Napoli ha allentato la presa dopo 80 minuti giocati con la marcia innestata sulla quinta. Però il Cagliari è entrato in campo con un preciso copione, ovvero tenere botta davanti alla vivacità dei padroni di casa: lo ha fatto inanellando una serie impressionante di errori, di disattenzioni, di superficialità difensiva e offensiva, con alcuni effettivi (Salamon, Pisacane, Alves, Ionita) in completa confusione. Togliendo dall’undici Tachtsidis e affidando le chiavi di regista basso a Barella, il tecnico di Torre del Greco ha dato un chiaro messaggio sia ai propri uomini che alla formazione avversaria, raccogliendo così una sequenza immane di palle gol fortunatamente uscite fuori dallo specchio.

Nel secondo tempo, col risultato ancora giocabile, i rossoblù non hanno cambiato affatto passo, anzi sono stati presto colpiti al cuore delle proprie inefficienze. E in quel momento sia Rastelli che Legrottaglie sono stati colpiti dal solito eccesso di difensivismo che ha bloccato ulteriormente la squadra nella propria metà campo. Una situazione vissuta fin troppe volte, sin dalla trasferta di Torino con Juventus del girone d’andata quando Borriello e compagni non riuscirono ad avvicinarsi a Buffon neanche sbagliando un passaggio. Quasi lo stesso copione si è vissuto a Napoli, coi ragazzi privi di un vero regista e di un atleta di raccordo che potessero aiutare Marco Sau e Marco Borriello ad avvicinarsi maggiormente alla porta difesa da Reina. Qualcosa si è vista solo sul finale di gara con Farias e Joao Pedro bravi a dialogare con idee, anche se entrati in campo con poche motivazioni.

Le motivazioni sono importanti e probabilmente il Cagliari ha voluto solo dar ragione ai pensieri della vigilia quando solo il Napoli risultava invogliata a perseguire il risultato. Solo che salvezza a parte, motivazioni a parte, la formazione di Rastelli ha quasi sempre avuto questo atteggiamento remissivo con le squadre medio-alte, quasi sentisse la differenza e non avesse intenzione di scalfire la differenza iniziale. Un monito per la prossima stagione, un insegnamento per un cambio che faccia sprintare la squadre anche in gare più competitive. In caso contrario è probabile che la società decida ben presto di far pagare a Massimo Rastelli un conto piuttosto salato.

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