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I fiori per stare meglio. Dal territorio sardo tante risorse per una pratica sempre più diffusa

Ginestrone (rimedio Gorse) in solarizzazione

Gli anni più recenti hanno fatto registrare un interesse crescente per tutto ciò che è naturale al 100%, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione e la cura del corpo. Se poi si fa un passo avanti e ci si immerge nel mondo del benessere personale, ecco che molti di noi hanno per lo meno sentito nominare i fiori di Bach, senza però magari sapere bene di che cosa si tratti.

Abbiamo quindi pensato di fare due chiacchiere con Yasmine Melis, consulente di fiori di Bach BFRP (ovvero Bach Foundation Registered Practitioner), a cui chiediamo innanzitutto che cosa siano questi fiori e quale sia il loro uso: «si tratta di essenze floreali completamente naturali, in forma liquida, che portano equilibrio emotivo. L’obiettivo – spiega Yasmine – è quello di lavorare sulle emozioni, spesso senza che noi ci rendiamo conto, e di sostenerci nel processo di cambiamento emozionale donando pace e armonia».

A sostenere per primo questo particolare approccio agli stati emotivi fu il medico inglese Edward Bach, pioniere e padre della floriterapia. «I fiori sono rimedi complementari della medicina ufficiale, del tutto innocui, – specifica la consulente – che solitamente vengono preparati in soluzione idroalcolica e usati soprattutto per gestire al meglio situazioni e stati d’ansia, di paura, di scoraggiamento». L’alcol viene quindi usato come conservante, e la preparazione, a seconda del rimedio, può essere di due tipi: «la solarizzazione prevede l’uso di una ciotola in vetro trasparente colma d’acqua (meglio se di sorgente) dove vengono fatti cadere i fiori, poi lasciata per circa 3/4 ore sotto il sole. Oppure si esegue la bollitura, – prosegue l’esperta – facendo bollire per circa mezzora i fiori precedentemente raccolti». In entrambi i metodi l’acqua ricca dell’essenza preparata viene successivamente diluita in altrettanto brandy.

Rimedi floreali

I fiori utilizzati a questo scopo terapeutico sono tantissimi, ognuno con le sue specifiche proprietà, ed il territorio sardo ne è ricco: «in Sardegna troviamo tantissimi fiori che possiamo usare per creare le essenze di Bach. Alcuni sono fiori molto comuni, – precisa – come la rosa canina selvatica, il fiore dell’ulivo, l’avena selvatica e tanti altri». E questo è molto importante per la produzione in loco: «Come richiesto dal metodo Bach, per poter preparare le essenze è necessario che la pianta stessa sia nata e cresciuta spontaneamente e senza forzature di alcun genere. Ecco perché la Sardegna si presta così bene alla creazione di essenze floreali ricchissime d’energia, e infatti – aggiunge Yasmine – anche nella nostra isola sono nate negli ultimi anni alcune aziende che garantiscono e preservano il metodo».

Infine, chiediamo a Yasmine cosa l’abbia spinta a portare avanti questa passione: «per esperienza personale posso dire che sono convinta che i fiori siano stati per me essenziali, ed è per questo che ho deciso di iniziare un percorso formativo di questo genere». Un’esperienza del tutto positiva quindi, che l’ha aiutata a trovare più facilmente la propria strada: «i fiori hanno lavorato insieme a me, per rendermi più coraggiosa, donarmi resilienza e aprire le porte ad una vita che va ancora oggi sempre di più in una direzione sana, armonica, e gioiosa. Sono per me dei fedeli alleati – conclude – e sono giornalmente grata al Dottor Bach per averli scoperti».

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