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ESCLUSIVA. Fabio Aru si racconta a Vistanet a un mese dal via del Giro d’Italia del Centenario

Manca ormai meno di un mese all’appuntamento con il Giro d’Italia, e per Fabio Aru è il tempo di affinare la preparazione in vista del Giro d’Italia. Sarà un’edizione storica, perché la corsa rosa compie cento anni e il vincitore verrà ricordato come la maglia rosa del Centenario. Un appuntamento storico, al quale si aggiunge un’ulteriore motivazione per il cavaliere dei Quattro Mori, che avrà l’occasione di assorbire tutta l’energia dei suoi tifosi sardi che lo accoglieranno per le strade del’Isola nelle prime tre tappe. La prima frazione prenderà il via il prossimo 5 maggio da Alghero, e dopo 203 chilometri la carovana arriverà a Olbia. Dal capoluogo gallurese i corridori partiranno l’indomani alla volta di Tortolì, per una frazione di 208 chilometri. Quindi il 7 maggio ci sarà la Tortolì-Cagliari, per l’ultimo appuntamento con il Giro in Sardegna.

Vistanet ha intervistato il campione villacidrese Fabio Aru, atteso fra i protagonisti del Giro dopo i podi degli anni passati. Sono trascorsi dieci anni da quando il cavaliere dei Quattro Mori percorreva le strade dell’Isola, ancora sconosciuto al grande pubblico, e ora il ragazzo di Villacidro torna coi galloni del campione. Aru ha già un ottimo feeling con la corsa rosa, due podi, nel 2014 e 2015, rispettivamente un terzo e un secondo posto. Ora migliorare vorrà dire scrivere il suo nome nella storia. Ma veniamo alle parole di Aru, determinato, orgoglioso, impaziente di iniziare:

Innanzitutto qual è la tua condizione fisica attuale. I problemi di salute accusati ala Tirreno-Adriatico hanno rallentato la preparazione o è stato solo un piccolo intoppo che non dovrebbe lasciare strascichi?

«La condizione generale è buona, in linea con il programma. La bronchite che ho preso alla Tirreno è più che alle spalle, purtroppo non ci voleva proprio in quel momento».

Dopo il ritiro in altura in Spagna, cosa prevede la tua preparazione? Parteciperai al Tour of the Alps del prossimo 17 aprile?

«Sì, quando scenderò da Sierra Nevada passerò giusto un paio di giorni a casa e poi sarà già ora di partire per il Tour of the Alps».

Le gare prima del Giro sono solo una tappa di avvicinamento alla condizione migliore oppure darai un occhio alla classifica e alla posizione finale?

«Per mia attitudine, non mi piace andare alle corse per “allenarmi”. Poi ovviamente ci sono obiettivi e obiettivi ma di certo cercherò di fare del mio meglio, tappa per tappa».

Quest’anno il Giro parte dalla Sardegna. Quali sono le tue sensazioni nel correre una grande competizione come il Giro nella tua terra?

«Senza dubbio sarò una grande emozione partire per il Giro del Centenario proprio dalla “mia” Sardegna. Direi orgoglio e responsabilità insieme».

Dal punto di vista tecnico, come giudichi il percorso delle tre tappe sarde?

«Sono tappe varie, diverse fra loro ma non facili. È possibile che il vento possa giocare un ruolo molto importante».

Qual è la tua impressione in generale sul percorso del Giro di questa edizione?

«Quello del Centenario è un percorso impegnativo, molto completo, con tante salite ma anche con due cronometro abbastanza lunghe. Direi che ci sarà da lottare ogni giorno e non bisognerà sottovalutare nessuna tappa».

Quali saranno le tappe decisive? e qual è a prima tappa che darà delle risposte importanti per la classifica generale?

«È sempre difficile indicare una tappa piuttosto che un’altra. La storia insegna che ogni giorno può succedere di tutto e non ci si potrà mai distrarre. Di certo, gli arrivi sull’Etna e sul Blockhaus nei primi giorni, possono segnare la corsa».

Quali sono i favoriti per la maglia rosa?

«Difficile indicarne uno soltanto. Sono tanti gli avversari di livello al via: direi Quintana e Nibali su tutti ma se ne contano una quindicina in grado di fare molto bene in classifica generale».

Che effetto fa avere Nibali come avversario? i tifosi sognano già un testa a testa fra corridori italiani, com’è il vostro rapporto?

«Con Vincenzo c’è una bellissima amicizia. Abbiamo già corso da avversari quest’anno e, ovviamente, quando siamo in corsa si corre… però con tutti i campioni al via non credo si possa ridurre il tutto a un semplice testa a testa fra noi due». 

Grazie Fabio, che messaggio mandi ai tuoi tifosi, in particolare a quelli sardi?

«Venite numerosi alla partenza da Alghero e alle altre due tappe sarde, lo spettacolo sarà grandioso».

C’è da scommettere che l’invito del campione non rimarrà inascoltato. E tutti i suoi tifosi sardi gli daranno la spinta verso la conquista di quel gradino del Giro che ancora gli manca. E quando la salita si farà più dura e faticosa, quando le energie sembreranno mancare, il cavaliere dei Quattro Mori potrà sentire la spinta dei sostenitori che lo aiuteranno ad arrivare in cima.

 

 

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