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La Cagliari che non c’è più: il cine teatro Giardino e le indimenticabili serate di musica all’aria aperta

Cinema Giardino - Foto di Ampelio Melini

Non c’è niente di più importante della musica e dell’arte per un popolo che vuole dimenticare una tragedia come quella della seconda guerra mondiale. A Cagliari la guerra e i bombardamenti del 1943 non distrussero solo le case e i palazzi del potere, ma anche i luoghi dell’arte come il Politeama Regina Margherita, devastato da un incendio nel’42 e il Teatro Civico di Castello, polverizzato dalle bombe degli Alleati l’anno successivo. Fu così che tra il 1944 e il 1947 nacquero, dietro iniziativa della famiglia Merello, l’attuale Teatro Massimo e, poche decine di metri più giù, all’incrocio tra viale Merello e viale Trento un grande teatro all’aperto che oggi non esiste più, il “Cine teatro Giardino”.

Cinema Giardino il pubblico – Foto di Ampelio Melini

Il grande teatro en plein air fu realizzato in soli tre mesi all’interno di un vecchio mulino a vapore di proprietà della famiglia Merello. 2500 posti, 4500 metri quadri, il grande spazio nacque per ospitare spettacoli musicali, in origine lirici e in seguito anche più leggeri. La Traviata di Giuseppe Verdi con la voce del soprano Virginia Zeani, i concerti di Rita Pavone, Renato Carosone, Nilla Pizzi, Achille Togliani, Luciano Tajoli, Carla Boni, Teddi Reno, Giacomo Rondinella e Little Tony, gli spettacoli teatrali e i varietà dei grandi comici di allora come Rik e Gian, Carlo Dapporto e Maccario. Questi i ricordi che affiorano del vecchio teatro all’aperto, luogo di indimenticabili serate sotto i cieli stellati della Cagliari del dopoguerra, in commento alle foto pubblicate da Ampelio Melini su un gruppo Facebook.

Purtroppo il Cinema Giardino non ebbe vita lunga. In quell’area la città iniziò ad espandersi e i terreni facevano gola agli immobiliaristi dell’epoca, che vedevano in viale Merello un’area di notevole pregio, molto adatta ai distinti palazzi ancora oggi in piedi. Negli agli anni settanta calò infatti per l’ultima volta il sipario sul bellissimo teatro, che fu demolito per costruire gli edifici residenziali. Anni dopo l’Anfiteatro romano raccolse la grande eredità della musica all’aria aperta nel capoluogo sardo, per arrivare ai giorni nostri quando, dalle gradinate in ferro di ben meno romantiche e auliche atmosfere, prevale la nostalgia.

 

 

 

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