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Sara Cabitza da Gonnosfanadiga, una carriera in Formula 1 tra passione, impegno e un po’ di nostalgia per l’Italia

Quando la sentiamo, Sara ci dice subito che ha approfittato del sabato per recuperare diverse ore di sonno. La sua settimana è stata scandita da cinque giorni fatti di 13/14 ore lavorative, e non le capita troppo raramente. Il suo incarico come ingegnere aerodinamico alla Renault, insomma, è un impegno a tempo pieno.

Sara Cabitza, 35 anni di Gonnosfanadiga, comincia la sua carriera in Formula 1 nel 2014, dopo una laurea in ingegneria meccanica all’Università di Cagliari ed un brillante dottorato in ingegneria aeronautica all’Imperial College di Londra. Dopo un percorso del genere,  non ha nessun problema a trovare un lavoro adatto a lei, e viene assunta immediatamente alla Sahara Force India. Inizialmente il suo entusiasmo è tanto, ma un mondo così rutilante nasconde anche delle zone d’ombra. «L’ambiente di lavoro in Force India era piuttosto opprimente, mi sentivo molto sotto pressione e inoltre, essendo una delle pochissime donne in team, puoi immaginare che regni anche un certo maschilismo» racconta la giovane professionista. Anche il ruolo che le assegnano non la soddisfa al massimo. «Per tutto il primo anno è stato molto interessante, io mi occupavo dell’analisi dei dati raccolti in pista, il che da fuori può sembrare bellissimo, ma ad un certo punto – confessa – ha cominciato a diventare alienante».

Costretta in una control room sommersa dai numeri, con orari a volte massacranti e senza mai viaggiare, Sara decide di provare a cambiare compagnia. «Ora – spiega – lavoro in Renault e mi trovo molto meglio, sia per via dell’ambiente più amichevole che grazie alla mia nuova mansione».  Adesso si trova all’inizio della catena di progettazione dei pezzi, quindi se la successiva sperimentazione produce una risposta positiva tali pezzi andranno applicati alla macchina da corsa, «il che per me – aggiunge – è molto più gratificante».

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