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Caso La Paillote: favorevoli o contrari alla chiusura? Parlano l’architetto che progettò il locale e il numero uno di Legambiente Sardegna. E voi da che parte state?

La Paillote

Il caso dello smantellamento della Paillote fa ancora discutere. Al di là degli aspetti legati alla vita mondana o balneare del locale di Calamosca, è bene considerare la questione dal punto di vista sia imprenditoriale che paesaggistico, provando a capire se le ragioni dell’industria turistica e quelle della difesa dell’ambiente possono trovare un punto d’incontro sostenibile per entrambe.

Operai al lavoro smantellano il ristorante.

Ad esporre il primo dei due punti di vista, è l’architetto che ha progettato il locale cagliaritano, che preferisce l’anonimato per evitare di legare il proprio nome alla vicenda. Il discorso dell’architetto cagliaritano autore del progetto affronta la questione dal punto di vista della volontà politica: «Se è vero che stiamo parlando di aree demaniali, e quindi di competenza dello Stato e della Regione, l’amministrazione locale deve fare una scelta, cercando le soluzioni che permettano lo sviluppo di questo genere di attività. Quanto è stato fatto con il Piano Urbanistico dei Litorali per i chioschi del Poetto, si sarebbe potuto fare anche per l’area dove sorge La Paillote. Le strutture – continua il professionista – erano totalmente amovibili, e soltanto le strutture che non lo sono, come l’area del bar, erano comunque preesistenti dai tempi dello stabulario. Il sistema delle concessioni, basato su permessi di sette anni massimo, sono un ostacolo per chi vuole investire nel turismo, perché limitano l’investimento. La Paillote non è un albergo ed era inserito a livello paesaggistico con il minimo impatto ambientale. Questo la politica deve tenerlo presente se vuole uno sviluppo del turismo sostenibile economicamente. La vicenda è una sconfitta per tutti, e non ci sono vincitori».

Operai al lavoro.

Se l’architetto in questione indica nell’amministrazione comunale il soggetto in grado di trovare la soluzione, il punto di vista del numero uno di Legambiente, Vincenzo Tiana, diverge, anche se le due campane non sembrano troppo lontane: «Le regole ci sono e vanno rispettate. L’approvazione del PUL è del 2014, e la situazione del problema del rinnovo della concessione della Paillotte era già nota. Per quanto riguarda i chioschi del Poetto, la soluzione, sostenibile, è stata trovata. Mentre nell’area di Calamosca si è scelto di non rinnovare la concessione, per cui è chiaro che la questione sia stata esaminata ed è stato deciso che il posto non è adatto ad ospitare un punto di servizi come quello che fino ad allora è stato fornito dal locale. Al di là dei rinnovi precedenti, la struttura nacque come stabulario e non prevedeva un’attività del genere offerta dalla Paillote».

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