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“Profondo nero”: oltre 6000 lavoratori irregolari scoperti in Sardegna

Contributi, malattia, pensione, maternità, questi sconosciuti. In Sardegna i numeri del lavoro irregolare sono preoccupanti: un sommerso da 16,5 milioni di euro e 6.283 lavoratori non a norma. Delle oltre 8.000 aziende controllate ben oltre la metà (5.303) non erano in regola. Sono questi i dati allarmanti pubblicati dagli uffici dell’ispettorato del lavoro di Cagliari-Oristano e Sassari.

Irregolarità che in molti casi sono ben più gravi. Sono 2.650 i lavoratori in nero (1.251 uomini e 780 donne), quasi tutti italiani, principalmente tra Cagliari e Sassari. Il settore maggiormente interessato dall’evasione fiscale è il terziario in difetto di 13,3 milioni di euro su 16,5 totali. Seguono l’edilizia 81,6), l’industria (1,3) e l’agricoltura (113mila). Sempre nel terziario il numero maggiore di lavoratori in nero, ben 1.363.

Ottanta attività, in cui era forte la presenza di lavoro nero e la violazione di norme di sicurezza ed eccesso di straordinari, sono state chiuse. «La più grande massa di lavoro nero irregolare – ha spiegato Eugenio Annichiarico, responsabile degli ispettorati del lavoro diCagliari/Oristano e Nuoro – è invisibile perché le richieste di intervento costituiscono uno dei motori principali della nostra azione, ma tanti non lo fanno. L’extracomunitario non viene qui a chiedere tutela, così le irregolarità sono difficili da intercettare, come pure quelle che riguardano il lavoro domestico».

«Il lavoro nero – ha specificato l’ispettore di Sassari Massimiliano Mura –  è stato il principale elemento di irregolarità soprattutto nel settore turistico alberghiero, il più diffuso nella nostra regione».

 

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