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Sardegna, dove la terra “non vale niente”: nelle cave dell’isola i privati estraggono gratis

Cave - foto di Legambiente

In Sardegna si scava e si estrae qualsiasi cosa gratuitamente. La Regione Sardegna, così come la Valle d’Aosta e la Basilicata, non ci guadagna niente. È quanto emerge dal Rapporto cave 2017 pubblicato da Legambiente.

cava dismessa – Foto di Amici della terra

La Sardegna in fatto di estrazioni è una delle regioni meno virtuose d’Italia. Oltre a non guadagnare nulla dall’attività estrattive di aziende private è tra le nove regioni che ad oggi non hanno adottato un piano cave regionale. Come la Sardegna anche Veneto, Abruzzo, Molise, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Provincia di Bolzano, Basilicata e Piemonte. Ma la situazione dell’attività estrattiva in Italia non è rosea da nessuna parte, secondo Legambiente. Su 3 miliardi di euro di fatturato annuo nazionale gli oneri a carico dei privati corrisponono al 2,3 per cento. Canoni irrisori se paragonati ai guadagni: facendo un rapido calcolo, il suolo italiano in cambio del proprio sfruttamento riceve un obolo di circa 70 milioni di euro.  Se fossero applicati i canoni in vigore nel Regno Unito (20% del valore di mercato) si recupererebbero 545 milioni di Euro all’annodi incassi per le Regioni.

In tutto le cave attive in Italia sono 4.752, quelle dismesse quasi 14mila. Sono 53 milioni i metri cubi, la sabbia e la ghiaia estratti in Italia ogni anno. La Sardegna non figura però tra le regioni con la più intensa attività estrattiva.  Dal rapporto emerge che la Lombardia è la prima regione per quantità cavata di sabbia e ghiaia, con 19,5 milioni di metri cubi estratto. Seguono Puglia (con oltre 7 milioni di metri cubi), Piemonte (4,8 milioni), Veneto (4,1) ed Emilia-Romagna con 4 milioni circa. Per quanto riguarda le pietre ornamentali, le maggiori aree di prelievo sono: Sicilia, Provincia Autonomia di Trento, Lazio e Toscana che insieme costituiscono il 53,4% del totale nazionale estratto. Le Regioni che invece cavano più calcare sono Molise, Lazio, Campania, Umbria, Toscana e Lombardia che superano singolarmente quota 1,5 milioni di metri cubi.

Nel Rapporto, realizzato con il contributo di Fassa Bortolo (azienda leader nella produzione attraverso il recupero degli inerti) sono raccolte non solo storie da tutta Italia, che raccontano l’impatto sul paesaggio italiano, ma anche buone pratiche realizzate nella Penisola ed esempi virtuosi riguardanti la gestione dell’attività estrattiva (in sotterraneo e con contestuale recupero delle aree) e il recupero delle cave dismesse per creare parchi e ospitare attività turistiche, ma anche di cantieri dove si sono usati materiali provenienti dal riciclo invece che sabbia e ghiaia (in autostrade e persino nello Stadio della Juventus).

 

 

 

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