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“Sa Mesa” rompe gli indugi: al castello di San Michele prime prove teniche per un programma di governo della Sardegna

L'assemblea di Sassari

L'assemblea di Sassari

Non si è ancora sopita l’eco del dibattito sullo statuto sardo, andato in scena sabato all’ex convento del Carmine di Sassari, che “Sa mesa pro s’alternativa natzionale” è pronta per un altro importante confronto.

Questa volta il faccia a faccia tra le diverse anime del sovranismo sardo, chiamate a raccolta dal movimento, non si limiterà alla seppur articolata riflessione sull’esigenza di una riscrittura dello Statuto autonomistico in difesa dei diritti dei sardi, ma avrà come obiettivo principale la costruzione di una piattaforma programmatica sui temi più scottanti, dai trasporti alla sanità passando per la cultura e la lingua. L’incontro, in programma domenica mattina a Cagliari nella suggestiva cornice del castello di San Michele, è organizzato dal movimento di cui fanno parte Fronte Indipendentista Unidu, Gentes, Progetu Repubblica de Sardigna, Sardigna Libera e Sardigna Natzione Indipendentzia. Ma avrà ancora una volta un respiro più ampio e coinvolgerà partiti politici, movimenti, associazioni e singoli cittadini.

L’appello de “Sa mesa” è rivolto a tutti quelli che – sostengono gli organizzatori- hanno a cuore le sorti della Sardegna. “L’invito- si legge in una nota pubblicata sul profilo Facebook – è quello di proporre, votare e discutere le idee migliori in un incontro partecipato il cui scopo è ragionare sui problemi e organizzare insieme un’agenda politica alternativa e concreta. Il risultato di questo incontro definirà il programma di avvio di Alternativa Natzionale e le prime conferenze aperte tematiche”.

L’iniziativa sarà strutturata in due fasi: una ‘creativa’ per raccogliere gli input dei partecipanti, e una ‘valutativa’ per discutere e selezionare le proposte che saranno oggetto dei futuri incontri. Di questo passo, a breve sarnno poste le fondamenta per un programma di governo dell’Isola da parte di un polo fortemente identitario, chiamato a far sentire la sua voce alle prossime consultazioni regionali, che, a questo punto, non sembrano poi così lontane.

 

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